PERCHÉ IL SISTEMA PENSIONISTICO A RIPARTIZIONE È DIVENTATO INSOSTENIBILE?

Nella scorsa puntata ho affrontato la tema dell'equilibrio del sistema a #ripartizione.

Il sistema è in equilibrio se, ogni anno:
(aliquota contributiva media) * (rapporto lavoratori/pensionati) = (tasso di sostituzione medio).

Come si vede, è decisivo il rapporto #lavoratori/#pensionati: un suo calo obbliga ad aumentare l'#aliquota contributiva (quello che i #lavoratori devono versare ogni mese) o a ridurre il #tasso di #sostituzione (cioè l'importo della pensione), o una combinazione dei due, per mantenere in equilibrio i conti.

La cattiva notizia è che quel rapporto è in calo e continuerà ad esserlo per molto perché i lavoratori non crescono abbastanza rispetto ai #pensionati (a San Marino in neanche 10 anni siamo passati da oltre 2,5 a circa 2,1). In prospettiva, con la #denatalità che stiamo sperimentando, il problema si ingigantirà.

Si può compensare con l'#immigrazione (o nel nostro caso coi lavoratori #frontalieri, ma se i pensionati crescono a ritmi medi di circa 450 all'anno (come sta accadendo da un po'), per mantenere l'attuale tasso di sostituzione senza aumentare le aliquote occorrerebbe aumentare i lavoratori di circa 1.500 unità all'anno: cosa, evidentemente, irrealistica.

Ecco perché il sistema a ripartizione oggi è diventato una #trappola insostenibile: i motivi sono #demografici, cioè ci sono troppi pensionati rispetto ai lavoratori per mantenere i livelli di aliquota e tasso di sostituzione oggi esistenti.

Basti pensare che, applicando la formula, con una aliquota media del 22% ed un rapporto lavoratori/pensionati di 2,1, oggi potremmo garantire un tasso di sostituzione medio del 46%!!!!

Ma, come si sa, il sistema garantisce molto di più, al prezzo di #deficit previdenziali sempre più alti, sempre più enormi, che presto saranno insostenibili.

Come uscirne, tenendo conto che la #politica difficilmente può sostenere un aumento delle aliquote o una riduzione delle pensioni?