la
prima cosa che viene da chiedersi leggendo questa legge è perchè
sia stata fatta.
CITTADINI
SOLI DAVANTI ALLE BANCHE
Con
questa legge infatti lo Stato si disimpegna da questa importante
politica sociale a sostegno del diritto all'abitazione delle persone,
lasciando i richiedenti un mutuo soli davanti alle banche: da oggi lo
Stato si limiterà a dare un contributo in conto interessi al
richiedente, ma solo dopo che il richiedente abbia chiesto e ottenuto
un mutuo da una banca, la quale iscrive l'ipoteca sull'immobile e si
accolla l'intero rischio.
Questo
cosa comporta? Che sarà la banca a decidere SE e A CHI concedere il
mutuo prima casa, visto che sarà lei ad assumersi il rischio di un
suo non pagamento. Il rapporto diventa quindi assolutamente
bilaterale, banca-richiedente, ed è facile immaginare che le persone
che non possono offrire adeguate garanzie patrimoniali e reddittuali
rischiano di ritrovarsi senza mutuo prima casa. I precari, le giovani
famiglie, le persone senza genitori e con redditi bassi NON
ringraziano.
SI
ELIMINA DI FATTO UNA IMPORTANTE POLITICA SOCIALE, CHE AIUTAVA LA
GENTE AD AVERE UNA CASA
Con
una semplice mossa di cui nessuno sentiva la necessità si rischia di
limitare enormemente il diritto alla casa, si rischia di impedire
alle persone di farsi una famiglia e fare dei progetti di vita, si
annulla una politica sociale molto valida (quella del mutuo prima
casa) che in questi anni ha dato buoni risultati.
Senza
considerare che ora sarà molto più complicato per lo Stato andare a
“calmierare” i tassi (nonostante un emendamento approvato in
Commissione che andrà valutato nella sua applicazione), visto che la
banca, che si assume tutte i rischi, vorrà ovviamente anche decidere
le condizioni dei prestiti. E qui l'esercizio di speranza e fiducia
che fa il Segretario ogni volta si scontra ovviamente con il business
e le esigenze di profitto.
Una
scelta abbastanza incomprensibile, che il Governo giustifica con
ragioni di pulizia del bilancio dello Stato da un eccesso di
garanzie, ma che riteniamo assolutamente inaccettabile dal punto di
vista sociale, specialmente per le persone più deboli.
Perchè
questa scelta? Che bisogno c'era? Perchè mettere a rischio un
gioiellino del nostro Paese, che tutti ci invidiavano, la possibilità
cioè di avere questo aiuto per l'acquisto di una abitazione?
Se il
problema era che il mutuo veniva dato a persone che avevano già
conti in banca belli ricchi, non bastava correggere QUELLA stortura?
Correggere i parametri reddittuali e patrimoniali di accesso anziché
mettere i più deboli, NON i più ricchi ma i più DEBOLI, a rischio
di rimanere senza mutuo?
VIENE
DIMINUITO IL CONTRIBUTO MEDIO IN CONTO INTERESSI: ALTRO COLPO PER I
PIU' DEBOLI
Sempre
a proposito delle persone più deboli, c'è un'altra modifica poco
comprensibile a questa legge: vi è infatti una diminuzione
dell'importo medio del contributo in conto interessi a cui si
accompagna una riduzione del numero massimo di anni di rimborso del
mutuo. Se prima si parlava di un contributo del 70% e di una durata
anche trentennale del mutuo, oggi il contributo del 70% si ottiene
solo qualora si chieda un mutuo di durata particolarmente breve (pari
a 10 anni), e comunque la durata massima dello stesso mutuo non può
superare i 25 anni (ed in questo caso lo Stato aiuterà le famiglie
con un contributo di solo il 55%). Questo sicuramente non aiuta le
persone più in difficoltà, che necessitano di contributi di importo
più elevato e di mutui di durata superiore per avere delle rate di
importo inferiore.
Anche
qui l'aspetto sociale della questione è andato a farsi benedire con
questa riforma.
LA
LEGGE DIMOSTRA UNA ASSOLUTA DISATTENZIONE ALLE PROBLEMATICHE SOCIALI
Forse
a livello contabile o di bilancio andrà meglio così, andrà meglio
lasciare i cittadini soli contro le banche ed obbligarli a mutui più
brevi oppure a mutui più lunghi ma con meno contributo dello Stato,
ma questo Governo e questo Segretario che dovrebbero essere attenti,
almeno a parole, alle situazioni di difficoltà, ancora una volta
dimostrano di comportarsi esattamente all'opposto e di non tenere
conto proprio di queste situazioni. Ma è solo l'ultimo esempio, che
viene dopo la bocciatura del reddito di cittadinanza, dopo
l'approvazione di un Fondo di Carità che avete chiamato di
Solidarietà, dopo le riforme che hanno abbassato gli importi degli
ammortizzatori sociali, dopo i tagli alla sanità, i farmaci a
pagamento e si potrebbe continuare ancora. La linea sembra chiara e
lampante e mi sembra che proseguiate imperterriti su questa
falsariga.
Che
senso ha un intervento del genere? Perchè andare a tagliare con
l'accetta uno strumento che funzionava? Viene sempre da pensare male
con questo Governo, e purtroppo ogni volta i cattivi pensieri vengono
confermati.
AUMENTANO
LE SUPERFICI DEGLI IMMOBILI FINANZIABILI
Ma ci
sono altre cose strane in questa legge. Ne cito una a titolo di
esempio: viene modificata la metratura massima degli immobili
“finanziabili” dal contributo pubblico, che passa da 120mq a
200mq, comprendendo anche portici e balconi che sono superfici non
abitabili. Perchè? Che senso ha? Questo non favorisce certo le
persone più deboli che di certo non hanno possibilità di acquistare
appartamenti da 200mq con portici e balconi, e magari desidererebbero
che le risorse venissero destinate ad esigenze più serie: per
esempio aumentare il contributo o innalzare la durata del mutuo, come
dicevamo sopra. Abbiamo proposto in Commissione vari emendamenti per
ridurre queste storture, ma ovviamente son stati tutti bocciati.
COSE
BUONE: SI CONSIDERANO I REDDITI DEI RICHIEDENTI E C'E' LA
PORTABILITA'
Certo
ci sono anche cose buone nella legge: è stato ad esempio previsto un
limite di reddito al di sopra del quale non si può ottenere il
contributo dello Stato: 35 mila euro netti per famiglie con 1 solo
componente, 25 mila euro netti per famiglie di almeno 2 componenti,
definendo anche il reddito aggiuntivo per ogni componente ulteriore
in famiglia. Una buona cosa che prima non era prevista e che
intendiamo riconoscere. Così come una buona cosa è la previsione
sulla portabilità del mutuo fra un istituto di credito e l'altro,
che consente di aumentare la concorrenza fra istituti di credito e
quindi facilita un pochino la vita al contribuente lasciato, come
detto, solo dallo Stato.
IL
CONFRONTO IN COMMISSIONE HA CONSENTITO DEI MIGLIORAMENTI
E poi
in Commissione, attraverso il confronto, è stato possibile
migliorare diversi articoli, come e il numero 3 (che è stato reso
significativamente più preciso e meno abusabile rispetto alla prima
lettura), il numero 6 (dove è stato possibile portare la durata
massima del mutuo dai 20 anni originariamente previsti a 25 anni, che
comunque riteniamo non sufficienti), il numero 18 (sulla composizione
della Commissione per l'Edilizia Residenziale, dove son stati
previsti precisi criteri di incompatibilità per i membri: non
potranno ad esempio essere membri di tale commissione coloro i quali
abbiano interesse in ambito immobiliare). Commissione per l'Edilizia
residenziale che, peraltro, è stata molto ridotta nei suoi compiti,
giustamente secondo noi, dando il segno che è possibile ridare agli
Uffici il loro ruolo togliendolo dalle tantissime Commissioni che son
state create in questi anni per dare posti di potere agli amici degli
amici, in pieno stile “s-partitocratico”. Ci aspettiamo che venga
fatto lo stesso in tanti altri ambiti.
MA
COMUNQUE SULLE SCELTE DI FONDO IL GIUDIZIO RIMANE COMPLETAMENTE
NEGATIVO
Purtroppo
su altri temi non è stato possibile dialogare in Commissione,
nonostante i tanti emendamenti presentati (e che oggi ripresentiamo
per vedere se ci sarà una disponibilità maggiore).
Ma
come detto in apertura è proprio sulle scelte di fondo che questa
legge falla completamente.
Avevamo
tra le mani uno strumento, quello del mutuo agevolato, che ci
invidiavano tutti, che ha consentito alla stragrande maggioranza dei
sammarinesi di avere una casa di proprietà, seppur a prezzo di
sacrifici, con la connessa stabilità familiare e con la connessa
possibilità di avere un capitale da trasmettere ai propri figli.
Serviva qualche ritocco a nostro parere, cercando di tarare meglio i
beneficiari dell'aiuto pubblico (che prima veniva dato a pioggia e
che invece andava mirato maggiormente verso l'aiuto delle persone più
in difficoltà) e facendo attenzione con altre politiche parallele ad
evitare il fenomeno dell'aumento dei prezzi degli immobili, che
invece ha avuto luogo negli anni passati.
Ma
erano appunto ritocchi, quelli che servivano. Non serviva certo
creare una norma che andava di fatto a disimpegnare lo Stato da
questa politica sociale, dalla tutela del diritto ad una abitazione,
lasciando la gente sola a vedersela con le banche; non servivano
certo interventi che andavano in senso contrario a quello sopra
auspicato, e cioè a sfavore anziché a favore dei più deboli, come
quello già citato sulla durata del mutuo e gli importi dei
contributi. Non servivano tutte queste cose.
Come
detto all'inizio, non riusciamo a capire perchè sia stata fatta
questa riforma, che nonostante qualche buona cosa peggiora
decisamente la situazione oggi esistente e mette in difficoltà i più
poveri, le persone più deboli, i precari, le famiglie giovani, chi
non ha garanzie alle spalle. Il contrario di ciò che uno Stato
civile dovrebbe fare.
Abbiamo
votato convintamente contro in Commissione e riconfermiamo questo
voto oggi. Dei vostri accordini coi sindacati ce ne facciamo poco, in
passato avete dimostrato che sono carta straccia. Avete distrutto un
altro dei presidi a sostegno delle persone più svantaggiate facendo
una politica a misura di ricchi.