Eccellenze e colleghi,
TUTTO “A BREVE” MA NON SI FA NULLA
in quest’aula la parola più in voga nell’ultimo
periodo è “a breve”, che a volte diventa “a brevissimo” o “nel più breve tempo
possibile”. Bisogna farsene una ragione, non funziona niente ed è tutto da
fare, ma “a breve”, “a brevissimo” o “nel minor tempo possibile” tutto
funzionerà e tutto sarà fatto, non dobbiamo temere. I progetti ci sono, i piani
pure, devono solo partire.
Dalle relazioni acquistate dai Segretari,
purtroppo, la questione dei rifiuti non fa differenza. È tutto pronto, e a
breve sarà messo in atto e tutto funzionerà bene.
Peccato che le frasi “a breve”, “a
brevissimo” o “nel più breve tempo possibile” non hanno, ovviamente, mai un
termine e se, per caso eh, fossero state pronunciate nel Settembre 2014,
nessuno si fa problemi a pronunciarle anche 1 anno dopo o 1 anno e mezzo dopo.
Tanto “a breve” non ha mica un termine, dà il senso di una attività frenetica
di governo e forse fa anche guadagnare un intervista al telegiornale che non
guasta mai. Quindi che problema c’è a pronunciarla all’infinito?
A volte qualche Segretario osa dare un
termine preciso, ed è stato fatto anche su questo tema dei rifiuti, quando il
Segretario Lonfernini si è sbilanciato dicendo che nel 2015 il porta a porta
sarebbe stato esteso a tutto il territorio. I fatti ovviamente sono lì e si
vede che non è stato attuato nulla, ma non importa: il 2015 diventa il 2016 e
se non basterà il 2016 diventerà 2017, non cambia niente tanto chissenefrega se
il Paese perde tempo e continua a spendere un sacco di soldi nel conferimento
dei rifiuti in Italia e ad essere completamente dipendenti da essa.
Questo, purtroppo, è il modus operandi del
Governo e, in questo caso, dei vertici dell’AASS. Non si fa niente o lo si fa
con una lentezza pachidermica, ma si dà d’intendere che si sta facendo un sacco
di cose.
L’INDIRIZZO C’È, MANCA LA VOGLIA DI ATTUARLO CON LE GIUSTE
POLITICHE
La politica ha già scelto l’indirizzo da
seguire, dicevano i miei colleghi Santi e Santolini: quello di perseguire la
strategia a rifiuti zero, con un preciso odg approvato in aula diverso tempo fa.
Il problema è che quell’indirizzo non è attuato da chi lo dovrebbe porre in
essere.
In questo quadro il porta a porta è solo
il primo passo, uno dei tanti. In un quadro in cui la percentuale di
differenziata si è ancora al 32%, una percentuale vergognosa davanti a cui
bisognerebbe chinare il capo anziché rallegrarsi per un aumento di pochi punti
percentuale, serve SUBITO quel mix di politiche che portano alla messa in campo
di una vera strategia rifiuti zero.
PRIMA POLITICA: RIDUZIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI. ZERO ATTUAZIONE
La prima politica è quella di lavorare e
sensibilizzare sulla minore produzione dei rifiuti, in particolare sulla
riduzione degli imballaggi e l’acquisto di prodotti sfusi. Cosa si sta facendo
su questo? Niente: siamo persino incapaci di diffondere l’uso degli erogatori
di acqua nelle mense, continuiamo a consumare quintali di bottiglie di
plastica, dopo oramai un decennio di “sperimentazione” dell’utilizzo di questi
erogatori in una sola mensa del territorio. Quanto deve durare una sperimentazione
in questo Paese prima di partire? Questo è un esempio di come non siamo in
grado di essere efficaci nemmeno nelle cose più banali. Si potrebbe parlare
della politica del riuso e del recupero dell’usato e di mille altre cose, ma su
questo lato siamo fermi anche nelle cose più banali.
PORTA A PORTA: ASSURDO DIVIDERE IN 5 ZONE CIÒ CHE ANDREBBE
CENTRALIZZATA
C’è la questione della raccolta, il grande
tema del porta a porta. Qui ribadisco le considerazioni del collega Santi: come
sempre succede ci siamo dovuti affidare ad una società esterna per avere un
piano, sembra che non siamo capaci di fare niente da soli. Il piano è arrivato,
noi non lo conosciamo e quindi ci è difficile pronunciarci. Vediamo che il
Governo tarda nell’estensione del porta a porta in altri castelli, mentre
sembra si sia scelto di dividere il territorio in 5 zone e di affidare la
raccolta ad una impresa diversa per ciascuna zona: esiste qualcosa di più
antieconomico di una suddivisione di questo genere? La raccolta dei rifiuti
presenta delle rilevantissime logiche di economia di scala, questo è dimostrato
in varie realtà a noi circostanti: non a caso la raccolta è quasi sempre
affidata ad una sola impresa, o addirittura se ne occupa l’amministrazione. Noi
già siamo molto piccoli e suddividiamo ancora la raccolta. Perché? Per
accontentare qualcuno?
Ma ci sono altre 2 questioni fondamentali
legati al porta a porta.
TARIFFAZIONE PUNTUALE. ZERO ATTUAZIONE
La tariffazione puntuale, lo ricordava il
collega Santolini, è una di queste. I cittadini che si impegnano nella raccolta
e nella corretta differenziazione devono essere premiati con una bolletta più
leggera, non è possibile continuare ad avere una bolletta calcolata sui consumi
elettrici. Lo capite che questo disincentiva l’impegno ad una corretta
differenziazione?
Con la tariffazione puntuale, collega
Canti, le tasse si riducono, non aumentano. Solo che si riducono per chi ha
comportamenti virtuosi. È un male questo? Io non credo.
ACCORDI PER LO SMALTIMENTO E IL RECUPERO. FONDAMENTALE MA ZERO
ATTUAZIONE
Ma quello più fondamentale è il tema dello
smaltimento e del recupero. Il consigliere Canti ci ha ricordato gli accordi in
vigore con l’Italia, che prevedono un quantitativo enorme di rifiuti da
conferire presso il nostro vicino ogni anno, e si è vantato perché siamo
riusciti a conferirne un po’ meno del previsto, sorvolando, guarda un po’, sull’enorme
costo di questi conferimenti, oltre 2 milioni di euro all’anno.
La logica del porta a porta dovrebbe
essere esattamente opposta: conferire meno possibile in discarica i rifiuti
indifferenziati, risparmiando quantitativi ingenti di risorse grazie a questo
minore conferimento; recuperare e avviare a riciclo quanto più rifiuto
differenziato possibile, guadagnando per la vendita di questo materiale. Risparmio
nel conferimento, guadagno per la vendita di rifiuto indifferenziato: solo
queste 2 politiche rendono sensato il porta a porta, che altrimenti rappresenta
un costo poco utile. Lo capite questo? Lo capite che le risorse risparmiate e
quelle guadagnate possono essere usate per fare mille buone cose?
Si sta facendo qualcosa per porre in
essere gli accordi coi consorzi di filiera per il recupero dei rifiuti
differenziati, ottenendo il relativo guadagno, oppure vogliamo continuare,
Segretari, a dare tutti i rifiuti faticosamente differenziati ad un privato,
pagandogli il servizio (quindi maggiori costi) e guadagnando zero euro dall’avvio
al riciclo di quei rifiuti? Certo, per il privato è una manna dal cielo: la
differenziazione e i relativi costi li sostiene lo Stato, il guadagno lo prende
lui: ma qual è l’interesse dello Stato in tutto questo?
Le capite queste semplici cose? Lo capite
che continuando ad operare così la gente perde fiducia nel porta a porta? Lo
capite che poi i cittadini sono autorizzati a pensare che dietro a queste
assurdità logiche (lo Stato che spende e il privato che guadagna) ci siano
dietro degli interessi?
Cosa state facendo su questo fronte?
I CITTADINI SONO PRONTISSIMI: È LO STATO CHE CINCISCHIA
Il mio collega Santi diceva che i
cittadini sono prontissimi a fare la raccolta porta a porta, e lo dimostrano i
risultati dei castelli che già la fanno, e che mostrano come in pochissimi mesi
si sia passati da meno del 30% ad oltre il 70%-75% di raccolta differenziata.
Sono d’accordo pienamente col mio collega e
condivido l’indignazione del collega Vladimiro Selva per le parole assolutamente
inopportune del Segretario che ha tentato di buttare sui cittadini la
responsabilità delle questioni. Se si vuole, si può e si può in pochissimo
tempo ed i risultati lo dimostrano, a Fiorentino come, prima, a Chiesanuova.
La gente è prontissima, è lo Stato che
cincischia e dietro le parole “a breve”, “a brevissimo” e “nel più breve tempo
possibile” continua a sostenere una situazione insostenibile: una totale
dipendenza dall’Italia e un sistema che ci fa spendere soldi e non guadagnare
nulla.
DELUSIONE PER LE POLITICHE POSTE IN ESSERE
Manifesto anche io la mia grande delusione
per la vostra relazione e le politiche che state portando avanti, che sono
assolutamente inefficaci.
Vorrei fare mio l’appello del collega
Guerrino Zanotti: sperare che arrivi un piano preciso per l’attuazione di un
preciso impegno del Consiglio e che venga realizzato.
Ma oramai ho perso le speranze perché vedo
che non c’è la volontà che servirebbe. Spero che anche i cittadini lo capiscano
e che al più presto si possa cambiare radicalmente registro.