INTERVENTO SU RIFIUTI - 19_2_16



 
Eccellenze e colleghi,
TUTTO “A BREVE” MA NON SI FA NULLA
in quest’aula la parola più in voga nell’ultimo periodo è “a breve”, che a volte diventa “a brevissimo” o “nel più breve tempo possibile”. Bisogna farsene una ragione, non funziona niente ed è tutto da fare, ma “a breve”, “a brevissimo” o “nel minor tempo possibile” tutto funzionerà e tutto sarà fatto, non dobbiamo temere. I progetti ci sono, i piani pure, devono solo partire.
Dalle relazioni acquistate dai Segretari, purtroppo, la questione dei rifiuti non fa differenza. È tutto pronto, e a breve sarà messo in atto e tutto funzionerà bene.
Peccato che le frasi “a breve”, “a brevissimo” o “nel più breve tempo possibile” non hanno, ovviamente, mai un termine e se, per caso eh, fossero state pronunciate nel Settembre 2014, nessuno si fa problemi a pronunciarle anche 1 anno dopo o 1 anno e mezzo dopo. Tanto “a breve” non ha mica un termine, dà il senso di una attività frenetica di governo e forse fa anche guadagnare un intervista al telegiornale che non guasta mai. Quindi che problema c’è a pronunciarla all’infinito?
A volte qualche Segretario osa dare un termine preciso, ed è stato fatto anche su questo tema dei rifiuti, quando il Segretario Lonfernini si è sbilanciato dicendo che nel 2015 il porta a porta sarebbe stato esteso a tutto il territorio. I fatti ovviamente sono lì e si vede che non è stato attuato nulla, ma non importa: il 2015 diventa il 2016 e se non basterà il 2016 diventerà 2017, non cambia niente tanto chissenefrega se il Paese perde tempo e continua a spendere un sacco di soldi nel conferimento dei rifiuti in Italia e ad essere completamente dipendenti da essa.
Questo, purtroppo, è il modus operandi del Governo e, in questo caso, dei vertici dell’AASS. Non si fa niente o lo si fa con una lentezza pachidermica, ma si dà d’intendere che si sta facendo un sacco di cose.
L’INDIRIZZO C’È, MANCA LA VOGLIA DI ATTUARLO CON LE GIUSTE POLITICHE
La politica ha già scelto l’indirizzo da seguire, dicevano i miei colleghi Santi e Santolini: quello di perseguire la strategia a rifiuti zero, con un preciso odg approvato in aula diverso tempo fa. Il problema è che quell’indirizzo non è attuato da chi lo dovrebbe porre in essere.
In questo quadro il porta a porta è solo il primo passo, uno dei tanti. In un quadro in cui la percentuale di differenziata si è ancora al 32%, una percentuale vergognosa davanti a cui bisognerebbe chinare il capo anziché rallegrarsi per un aumento di pochi punti percentuale, serve SUBITO quel mix di politiche che portano alla messa in campo di una vera strategia rifiuti zero.
PRIMA POLITICA: RIDUZIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI. ZERO ATTUAZIONE
La prima politica è quella di lavorare e sensibilizzare sulla minore produzione dei rifiuti, in particolare sulla riduzione degli imballaggi e l’acquisto di prodotti sfusi. Cosa si sta facendo su questo? Niente: siamo persino incapaci di diffondere l’uso degli erogatori di acqua nelle mense, continuiamo a consumare quintali di bottiglie di plastica, dopo oramai un decennio di “sperimentazione” dell’utilizzo di questi erogatori in una sola mensa del territorio. Quanto deve durare una sperimentazione in questo Paese prima di partire? Questo è un esempio di come non siamo in grado di essere efficaci nemmeno nelle cose più banali. Si potrebbe parlare della politica del riuso e del recupero dell’usato e di mille altre cose, ma su questo lato siamo fermi anche nelle cose più banali.
PORTA A PORTA: ASSURDO DIVIDERE IN 5 ZONE CIÒ CHE ANDREBBE CENTRALIZZATA
C’è la questione della raccolta, il grande tema del porta a porta. Qui ribadisco le considerazioni del collega Santi: come sempre succede ci siamo dovuti affidare ad una società esterna per avere un piano, sembra che non siamo capaci di fare niente da soli. Il piano è arrivato, noi non lo conosciamo e quindi ci è difficile pronunciarci. Vediamo che il Governo tarda nell’estensione del porta a porta in altri castelli, mentre sembra si sia scelto di dividere il territorio in 5 zone e di affidare la raccolta ad una impresa diversa per ciascuna zona: esiste qualcosa di più antieconomico di una suddivisione di questo genere? La raccolta dei rifiuti presenta delle rilevantissime logiche di economia di scala, questo è dimostrato in varie realtà a noi circostanti: non a caso la raccolta è quasi sempre affidata ad una sola impresa, o addirittura se ne occupa l’amministrazione. Noi già siamo molto piccoli e suddividiamo ancora la raccolta. Perché? Per accontentare qualcuno?
Ma ci sono altre 2 questioni fondamentali legati al porta a porta.
TARIFFAZIONE PUNTUALE. ZERO ATTUAZIONE
La tariffazione puntuale, lo ricordava il collega Santolini, è una di queste. I cittadini che si impegnano nella raccolta e nella corretta differenziazione devono essere premiati con una bolletta più leggera, non è possibile continuare ad avere una bolletta calcolata sui consumi elettrici. Lo capite che questo disincentiva l’impegno ad una corretta differenziazione?
Con la tariffazione puntuale, collega Canti, le tasse si riducono, non aumentano. Solo che si riducono per chi ha comportamenti virtuosi. È un male questo? Io non credo.
ACCORDI PER LO SMALTIMENTO E IL RECUPERO. FONDAMENTALE MA ZERO ATTUAZIONE
Ma quello più fondamentale è il tema dello smaltimento e del recupero. Il consigliere Canti ci ha ricordato gli accordi in vigore con l’Italia, che prevedono un quantitativo enorme di rifiuti da conferire presso il nostro vicino ogni anno, e si è vantato perché siamo riusciti a conferirne un po’ meno del previsto, sorvolando, guarda un po’, sull’enorme costo di questi conferimenti, oltre 2 milioni di euro all’anno.
La logica del porta a porta dovrebbe essere esattamente opposta: conferire meno possibile in discarica i rifiuti indifferenziati, risparmiando quantitativi ingenti di risorse grazie a questo minore conferimento; recuperare e avviare a riciclo quanto più rifiuto differenziato possibile, guadagnando per la vendita di questo materiale. Risparmio nel conferimento, guadagno per la vendita di rifiuto indifferenziato: solo queste 2 politiche rendono sensato il porta a porta, che altrimenti rappresenta un costo poco utile. Lo capite questo? Lo capite che le risorse risparmiate e quelle guadagnate possono essere usate per fare mille buone cose?
Si sta facendo qualcosa per porre in essere gli accordi coi consorzi di filiera per il recupero dei rifiuti differenziati, ottenendo il relativo guadagno, oppure vogliamo continuare, Segretari, a dare tutti i rifiuti faticosamente differenziati ad un privato, pagandogli il servizio (quindi maggiori costi) e guadagnando zero euro dall’avvio al riciclo di quei rifiuti? Certo, per il privato è una manna dal cielo: la differenziazione e i relativi costi li sostiene lo Stato, il guadagno lo prende lui: ma qual è l’interesse dello Stato in tutto questo?
Le capite queste semplici cose? Lo capite che continuando ad operare così la gente perde fiducia nel porta a porta? Lo capite che poi i cittadini sono autorizzati a pensare che dietro a queste assurdità logiche (lo Stato che spende e il privato che guadagna) ci siano dietro degli interessi?
Cosa state facendo su questo fronte?
I CITTADINI SONO PRONTISSIMI: È LO STATO CHE CINCISCHIA
Il mio collega Santi diceva che i cittadini sono prontissimi a fare la raccolta porta a porta, e lo dimostrano i risultati dei castelli che già la fanno, e che mostrano come in pochissimi mesi si sia passati da meno del 30% ad oltre il 70%-75% di raccolta differenziata.
Sono d’accordo pienamente col mio collega e condivido l’indignazione del collega Vladimiro Selva per le parole assolutamente inopportune del Segretario che ha tentato di buttare sui cittadini la responsabilità delle questioni. Se si vuole, si può e si può in pochissimo tempo ed i risultati lo dimostrano, a Fiorentino come, prima, a Chiesanuova.
La gente è prontissima, è lo Stato che cincischia e dietro le parole “a breve”, “a brevissimo” e “nel più breve tempo possibile” continua a sostenere una situazione insostenibile: una totale dipendenza dall’Italia e un sistema che ci fa spendere soldi e non guadagnare nulla.
DELUSIONE PER LE POLITICHE POSTE IN ESSERE
Manifesto anche io la mia grande delusione per la vostra relazione e le politiche che state portando avanti, che sono assolutamente inefficaci.
Vorrei fare mio l’appello del collega Guerrino Zanotti: sperare che arrivi un piano preciso per l’attuazione di un preciso impegno del Consiglio e che venga realizzato.
Ma oramai ho perso le speranze perché vedo che non c’è la volontà che servirebbe. Spero che anche i cittadini lo capiscano e che al più presto si possa cambiare radicalmente registro.