Nelle precedenti puntate (qui https://lnkd.in/emZEzJd5 e qui https://lnkd.in/ePZzdRgA i link) ho parlato delle problematiche dei nostri sistemi #pensionistici a #ripartizione
Molti però rispondono: questi problemi li hanno solo i sistemi a ripartizione dove il calcolo della #pensione avviene col metodo #retributivo, non dove avviene col metodo #contributivo.
E' pensiero errato, perchè i problemi ci sono comunque laddove la "#formula dell'equilibrio previdenziale" non sia rispettata.
Il meccanismo di calcolo retributivo calcola la #rendita pensionistica applicando un coefficiente per ogni anno di contribuzione, e moltiplicando per il numero risultante il reddito medio. La #prestazione non è commisurata direttamente ai contributi versati e nemmeno all’#aspettativa di vita, ma solo agli anni di #versamenti e al #reddito medio.
Il rischio è sui #giovani: dato il #beneficio, un peggioramento delle condizioni demografiche costringe ad aumentare la contribuzione durante la vita lavorativa per mantenere l’equilibrio finanziario del sistema.
Il meccanismo di calcolo contributivo calcola la rendita pensionistica applicando una specifica formula al #montante contributivo (cioè la somma dei contributi versati e del loro #rendimento, che a sua volta dipende dalla crescita dei #salari nel tempo e dal tasso di interesse fissato dalla #legge, solitamente collegato a variabili economiche).
La pensione origina dal montante contributivo accumulato, a cui si applica un “#coefficiente di trasformazione” che dipende dal tasso di sconto fissato dalla legge (non necessariamente uguale al tasso di interesse precedente) e dall’#aspettativa di #vita al momento della pensione.
Il rischio è sugli #anziani: data l’aliquota contributiva, un aumento dell’aspettativa di vita obbliga a dividere su più anni il montante contributivo o a modificare il coefficiente per mantenere l’equilibrio finanziario, e dunque a ridurre la #prestazione.
Come si vede, col calcolo contributivo la pensione (e quindi il #tasso di sostituzione) dipende da una serie #parametri predeterminati (e fissati nel tempo, quindi non necessariamente quelli che realmente si verificano nella realtà), ed è quindi facile che sia una #rivalutazione eccessiva.
Inoltre, è altamente probabile che il #disequilibrio (cioè il non rispetto della formula che ho descritto nel primo post) ci sia comunque.
Siamo in un sistema a ripartizione, senza accumulo individuale, non ci sono "#salvadanai" ma risorse che ogni anno passano da chi versa a chi riceve: quindi quello che ognuno di noi ha versato ad esempio 30 anni prima viene rivalutato ma, in assenza di un #conto individuale, non è detto che quella #rivalutazione sia sostenibile (se non ci sono abbastanza persone che versano).