UN RIFERIMENTO DI UNA DEBOLEZZA UNICA - Intervento relazioni su riforma lavoro e pensioni 20_5_21


 CI SI ASPETTAVA UN COMMA SULLE LINEE DELLE RIFORME, INVECE NON ABBIAMO SENTITO NULLA

Alla luce della relazione dei Segretari, questo comma lo potevamo chiamare: comma “storia delle leggi emanate nel paese” e comma “lettura dei dati”, anziché pensare fosse un comma sulle linee delle riforme. Dire che sono state relazioni deludenti è dire poco.

Il Segretario al Lavoro ci ha parlato di dati (che potevamo comprendere da soli guardando il Bollettino di Statistica) e ha dato linee solamente generalissime per i processi di riforma in ballo (e che hanno generato numerose polemiche in questi giorni); il Segretario alla Sanità, correndo come un matto nella lettura, ha di fatto ricordato le leggi fatte fino ad oggi (che potevamo capire da soli guardando soltanto il Bollettino Ufficiale), ha dato i dati che conosciamo tutti ed ha detto che serve una riforma perché sennò il sistema previdenziale non tiene (grazie, sennò non lo sapevamo).

DOPO 1 ANNO E MEZZO DI LEGISLATURA, ABBIAMO IL NULLA

Chi si aspettava idee precise su cui ragionare e confrontarsi è rimasto ancora una volta deluso, significa che non c’è una precisa idea del da farsi su 2 tematiche così importanti e questo dopo 1 anno e mezzo di legislatura è fortemente preoccupante. Questo Governo di 44 consiglieri doveva spaccare il mondo, fare tutto quello che quello scalcinato precedente Governo non aveva saputo fare, rimettere il Paese in carreggiata, direi che se dopo 1 anno e mezzo avete prodotto queste relazioni siamo messi veramente male.

Certo, questo dibattito finirà con la richiesta della maggioranza di condivisione e dialogo sulle riforme, per poter dire a chi si tirerà indietro che è un irresponsabile. Noi non ci tiriamo mai indietro sul confronto, e qualche idea personalmente la darò anche oggi in questo dibattito, ma se questo è l’esito di 1 anno e mezzo di lavoro delle vostre Segreterie direi che gli irresponsabili sono altrove.

RIFORMA DEL LAVORO: SOLO LINEE GENERALI SU TEMA PUR INTERESSANTI

Sui temi che ci ha sottoposto il Segretario Lonfernini, come dicevo abbiamo sentito esposizioni molto generali sui temi che saranno oggetto del suo intervento normativo. Si parla di lavoro dei soci, amministratori, pensionati: temi su cui noi non abbiamo idealmente obiezioni, perché sono tematiche su cui abbiamo leggi molto arretrate che non ci consentono di essere al passo con l’esterno, ma non abbiamo capito come intenda regolamentare questi istituti.

SUL LAVORO OCCASIONALE È UN GRAVE ERRORE ESTENDERLO SENZA AUMENTARNE IL COSTO

Sulla revisione del lavoro occasionale io come sapete concordo, abbiamo avuto lunghi dibattiti col sindacato in passato nel tentativo di riformare questo istituto che va cambiato, perché così com’è oggi non riesce a dare risposte adeguate alle esigenze strettamente temporanee delle imprese. Tuttavia, se non si va ad agire sul costo di questa forma di lavoro si rischia di fare un macello: il lavoro occasionale, in ragione del totale precariato che porta con sé, deve costare necessariamente di più di quello subordinato, oggi costa meno (molto meno, si paga l’80% in meno dei contributi) e finchè resterà così diventerà sempre facile un abuso di questa forma di lavoro. Su questo non ho sentito una parole nella relazione.

LINEE TOTALMENTE GENERALI SU TEMI CHIAVE COME POLITICHE ATTIVE E AMMORTIZZATORI SOCIALI

Ho purtroppo sentito linee assolutamente generali su politiche attive e ammortizzatori sociali, sono stati dati concetti su cui tutti sono d’accordo (assunzione di categorie deboli, giovani, invalidi; responsabilità sociale d’impresa; ammortizzatori legati al reddito) ma nessuna idea sugli interventi concreti. Sul CFP ha genericamente detto di volerlo rendere più in linea con le esigenze del lavoro sammarinese.

SERVE UNA VISIONE CHIARA SU CHE TIPO DI MERCATO DEL LAVORO SI VUOLE, NON L’HO SENTITO

Non sono di quelli che pensa che non si possa andare avanti per gradi, facendo un passaggio alla volta in termini di riforme per raggiungere un obiettivo complessivo: ma questo obiettivo deve essere chiaro.

Personalmente avevo una idea chiara:

1.   libertà di assunzione per le imprese, perché devono stare sul mercato in maniera competitiva e scegliere San Marino con fiducia;

2.   incentivi significativi per l’assunzione di residenti, in maniera tale da renderli più competitivi ma sempre secondo logiche di mercato;

3.   politiche attive più efficaci, sia dal punto di vista economico (con dei bonus formazione) sia con una riforma del CFP e delle logiche sottese alla formazione, per renderla più efficace e quindi più preparati i nostri disoccupati;

4.   norme speciali per l’assunzione delle categorie più deboli del mercato (come gli invalidi, ad esempio).

Sono riuscito a fare solo le prime 2, cose che il Segretario ha pensato bene di smantellare, non ho fatto in tempo a fare le ultime 2 (anche se sul tema dell’inserimento degli invalidi c’era un testo pronto, definito dopo lungo confronto, per aggiornare la normativa ed inspiegabilmente è stato lasciato in un cassetto).

Ma una visione c’era, la sua qual è? Oggi non l’ho sentita.

DATI ESPOSTI DA LONFERNINI: MONTA ATTENZIONE A DIFENDERE L’ABOLIZIONE DELLA LIBERALIZZAZIONE DELLE ASSUNZIONI…

Relazione su dati occupazionali: molto focalizzata sul tentativo di difendere l’abolizione della liberalizzazione delle assunzioni, ci sta, tra l’altro in periodo pandemico può essere utile impostare politiche protezionistiche.

Evidente che la aziende abbiano ridotto la propria occupazione principalmente rinunciando ai frontalieri, se non altro perché la gran parte di loro sono a termine ed è più facile non rinnovare un contratto che pagare la CIG a quei lavoratori (che comunque alle aziende costa). Eventuali rimpiazzi sono stati legati maggiormente a residenti per le politiche protezionistiche introdotte, magari a tempo determinato: non è un male, in periodo di crisi, lo ripeto.

…MA NESSUNA ATTENZIONE AL TEMA DEI TEMI: IL CALO DEL NUMERO DEI LAVORATORI, PROBLEMA ENORME PER PIL, ENTRATE, CONTRIBUTI E SISTEMA PREVIDENZIALE

C’è un problema di fondo, che però dico sempre, e che al Segretario sembra quasi non interessare. Abbiamo perso quasi 250 lavoratori in 1 anno; nel 2018 e 2019 siamo cresciuti ad una media di 650 all’anno! In pratica abbiamo perso 900 lavoratori, e potete immaginare cosa questo significhi in termini di PIL (perché anche i frontalieri contribuiscono al PIL, che è il valore dei beni e servizi prodotti nel Paese in un anno), di entrate e soprattutto di rapporto lavoratori/pensionati, che è un dato semplicemente essenziale, fondamentale, vitale per la tenuta del sistema pensionistico.

Pensate che nel 2018-2019, con quell’enorme incremento occupazionale che abbiamo avuto (in 2 anni, 1300 persone, quasi +10% di occupazione complessiva!) siamo riusciti soltanto a mantenere il rapporto lavoratori-pensionati, non ad aumentarlo. Mantenerlo signori, siamo riusciti a crescere di 1300 occupati in 2 anni ed abbiamo solo mantenuto il rapporto. Pensate cosa succederà al sistema previdenziale in un anno in cui addirittura l’occupazione non solo non è aumentata, ma si è ridotta.

Quell’aumento occupazionale enorme che abbiamo avuto ci ha anche portato a circa 8 milioni in più di contributi previdenziali e circa 2,5 milioni in più di entrate fiscali, ogni anno! Pensiamo a cosa significa invece perdere occupazione, anziché aumentarla, in termini di entrate e di contributi.

SE RAGIONIAMO ACCETTANDO CHE IL NUMERO DEI LAVORATORI CALI, ANZICHÉ LAVORARE PER AUMENTARLI, È FINITA

Ci pensate a queste cose, oltre a rallegrarvi per le politiche protezionistiche introdotte? Se tutto quello che la Segreteria sa fare è ragionare come se il numero di posti di lavoro fosse un numero fisso, immutabile o addirittura calante, allora capisco che l’unica prospettiva che riesce a pensare sia quella legata a politiche per distribuire a favore dei residenti questi posti di lavoro sempre minori; se allargate un po’ il ragionamento e la visione, capite invece che la chiave di volta per le nostre casse previdenziali, le nostre entrate fiscali, la nostra economia, è fare politiche per aumentare i posti di lavoro. Li dobbiamo, oltretutto, aumentare in maniera significativa, più alta ancora dei 650 all’anno che siamo riusciti a fare 2 anni fa, per far reggere il sistema previdenziale che ha bisogno di un rapporto lavoratori/pensionati elevato: pensate di farlo con le politiche protezionistiche oppure ritenete che sia giusto farlo con politiche che consentano alle imprese di lavorare bene nel territorio sammarinese, riuscendo a stare sul mercato e ad assumere chi ritengono più utile per loro, senza che glielo dica un ufficio?

Ripeto, in fase di crisi certe politiche le comprendo e le condivido. La mancanza di prospettiva per il futuro, no!

BENE CHE IL SEGRETARIO STIA PORTANDO AVANTI IL LAVORO DI UPAL PER L’ANALISI DEI DISOCCUPATI REALI

Un accenno sui disoccupati. Sono contento che il segretario abbia ricordato il lavoro fatto per analizzare i veri disoccupati che abbiamo, il lavoro di analisi che l’UPAL ha fatto per capire chi è veramente disoccupato, introducendo parametri come quelli che usano in tutti i Paesi del mondo per valutare la reale disponibilità al lavoro delle persone (che non è solo essere iscritto ad una lista).

Si è dimenticato un pezzo: questo lavoro lo abbiamo fatto nella passata legislatura, ora viene solo aggiornato. Quando ho reso noti i dati delle prime elaborazioni dell’UPAL (era Ottobre 2019) mi avete preso in giro e detto che era propaganda elettorale, ora vedo che vi siete resi conto che erano dati veri.

DUE FENOMENI PREOCCUPANTI: CALO DEL TASSO DI PARTECIPAZIONE E CALO DEL TASSO DI OCCUPAZIONE INTERNA

Faccio 2 ultimi accenni ai dati, che il Segretario ha ignorato. In tutto il 2020 si è registrato un fenomeno preoccupante: il calo del tasso di partecipazione interna al lavoro di quasi 1 punto percentuale. Significa che meno gente si iscrive alle liste perché non crede di poter trovare un lavoro, è un fenomeno preoccupante. Come pensate di affrontarlo? È anche calato il tasso di occupazione interna, seppure in maniera meno importante, quindi significa che proporzionalmente meno sammarinesi e residenti disponibili a lavorare riescono ad occuparsi in territorio. Analizzate bene questi tassi per il futuro.

PENSIONI: UN RIFERIMENTO SENZA NIENTE DI CONCRETO

Sulle pensioni abbiamo avuto solo un elenco di dati, preoccupante ma che già sapevamo: 50 milioni di disavanzo nel 2021, un Fondo pensioni che stando le cose come oggi verrebbe totalmente estinto nel 2030.

Poi ci ha detto che serve mettere in sicurezza il sistema, con interventi urgenti di immediata efficacia per il contenimento della spesa, un mix di misure per non pesare solo su una parte: vero, ma bisogna dire come.

Ci ha riferito che è indispensabile gestire bene il Fondo pensioni, introducendo requisiti tecnici per i componenti del Consiglio per la Previdenza e che le linee della riforma verranno a breve discusse con tutti perché tutti possano dare il loro contributo.

Praticamente il nulla assoluto.

DUE SEMPLICI PROPOSTE PER RENDERE PIÙ SOSTENIBILE IL SISTEMA PREVIDENZIALE

Mi posso solo limitare a 2 raccomandazioni in termini di proposta:

1.   non utilizzare le risorse del Fondo pensioni per coprire i buchi. Le risorse del Fondo dovrà essere utilizzato per aiutare i giovani a pagarsi la propria pensione nel sistema a capitalizzazione, tenendo conto che dovranno versare 2 volte: per pagare la propria e per pagare quella dei pensionati del sistema a ripartizione. Ma purtroppo se non spingiamo sul sistema a capitalizzazione, che sfugga dalle dinamiche demografiche, non c’è alcun futuro;

2.   cercate di mantenere alto il rapporto lavoratori/pensionati: il sistema a ripartizione vive su una formula, possiamo permetterci un tasso di sostituzione medio pari all’aliquota media per il rapporto lavoratori/pensionati. Se inserite i dati di oggi in questa formula, capite perché siamo in enorme squilibrio. Se non manteniamo alto questo rapporto, non c’è alcun futuro.