PARTIRE DA ANALISI DEI DATI
Analisi dei dati è fondamentale per capire se una strategia ha funzionato o meno, se le decisioni politiche e gestionali sono state strategiche o meno. Non ci si può basare sulla fiducia, sul sentimento, sul “meglio di così non potevamo fare”, eccetera.
Analisi dei macrodati mostra, nel nostro caso, che purtroppo a San Marino è stato un disastro su tutta la linea.
Dato più importante da analizzare è il numero dei morti in rapporto alla popolazione. Così si può vedere se sia le scelte di prevenzione sia le scelte di cura sono state valide. Il dato sui contagi lo ritengo molto più fuorviante, perché dipende dal numero di tamponi che uno Stato fa, mentre il numero dei morti purtroppo è incontrovertibile.
SAN MARINO RECORD EUROPEO DI MORTI PER MILIONE DI ABITANTI, ANCHE RISPETTO AGLI ALTRI PICCOLI STATI
San Marino, ad oggi, ha un livello di 1.949 morti per milione di abitanti. L’Italia, che è uno dei Paesi peggiori al mondo su questo rapporto, ne ha 1.325 (il 33% in meno di San Marino); il Regno Unito, il peggiore tra i Paesi sviluppati, ne ha 1.438, il 27% in meno di San Marino.
I paragoni coi grandi Stati sono impropri per ragioni statistiche? È una obiezione che mi lascia molte perplessità ma non voglio entrare su questo tema. Guardiamo allora ai piccoli Stati, quelli che vivono sulla terraferma come noi.
Monaco ha 235 morti per milione di abitanti (8 volte in meno di noi), il Liechtenstein ha 484 morti per 1 milione di abitanti (4 volte in meno di noi), Lussemburgo ne ha 702 (3 volte in meno di noi), Andorra ne ha 1.208 (il 60% rispetto a noi), il Montenegro ne ha 1.266 (che corrisponde al 65% del nostro dato).
SCELTE SBAGLIATE: CREAZIONE DI UN REPARTO COVID AL CASALE LA FIORINA
A me paiono dati di una chiarezza incredibile per mostrare che ci sono state molte, moltissime, criticità nelle decisioni politico-gestionali della pandemia da parte del Governo e dei vertici dell’Iss.
Non sarebbe difficile ricordare le scelte a dir poco leggere che sono state fatte in questi mesi.
L’ultima, che ritengo in assoluto la più grave, l’avere creato un reparto Covid in una struttura per anziani, in una casa di riposo: quello che la lezione italiana avrebbe dovuto insegnarci, cioè la necessità di preservare la sicurezza delle Rsa, delle case di riposo, ed i rischi di mantenere gli anziani malati in quelle strutture, a noi non ha evidentemente insegnato niente. Gli sforzi che sta facendo il personale del Casale La Fiorina per proteggere gli anziani sono ammirevoli, da lodare e da tutelare, ma qui ci sono responsabilità gravissime nei vertici dell’Iss per avere preso queste decisioni e nella Segreteria di Stato per averlo avallato e non impedito.
MA TANTE ALTRE SCELTE SBAGLIATE…
Ma prima ancora ne possiamo citare tante, dall’estate in poi, perché personalmente penso che se nella prima fase c’erano molte giustificazioni (il sistema è stato travolto dagli eventi, che ovviamente non era preparato ad affrontare), credo le grandi criticità gestionali siano nate da Giugno in poi, e si sia persa la bussola di una corretta gestione delle cose:
SCELTE SBAGLIATE: PROCLAMARSI PAESE COVID FREE E ABOLIRE OGNI RESTRIZIONE
1. il proclamarsi Paese Covid-free, l’abolizione dell’obbligo di mascherina e (incredibile) del divieto di assembramento attuato coi Decreti estivi, dando a tutto il Paese un messaggio tremendo, come se non ci fosse più necessità di precauzioni e attenzioni; messaggio da cui, probabilmente, non siamo ancora riusciti a riprenderci;
SCELTE SBAGLIATE: ALLONTANAMENTO DOTT.ARLOTTI
2. l’allontanamento del dott.Arlotti dalla gestione quotidiana degli aspetti della pandemia, una delle pochissime professionalità mediche a disposizione della struttura Iss con conoscenza del settore; e la scelta, conseguente, della Segreteria di Stato di circondarsi di un cerchio magico di consiglieri ed “esperti”, per prendere le decisioni, che forse tanto esperti non erano;
SCELTE SBAGLIATE: FALLIMENTO CONTACT TRACING
3. il fallimento della strategia dei tracciamenti dei contatti, per la mancanza di tempestività e prontezza nelle scelte rispetto al reperimento di personale. Il sistema del tracciamento è saltato per aria troppo presto, già tra fine Ottobre e inizio Novembre (e ne sono stato testimone diretto purtroppo), facendo esplodere di nuovo i contagi in territorio;
SCELTE SBAGLIATE: MANCATA PIANIFICAZIONE SUL PERSONALE
4. la mancanza di personale adeguato, per effetto come dicevo di una mancata pianificazione, e lo dimostra il disperato tentativo (fallito) di reperire infermieri con un bando pubblico che non poteva avere alcun tipo di attrattività in un momento in cui nella vicina Italia gli stessi infermieri vanno a ruba. Cosa che poi ha obbligato a richiamare medici in pensione per svolgere almeno una parte delle attività;
SCELTE SBAGLIATE: IMPOVERIMENTO MEDICINA DI BASE
5. l’impoverimento della Medicina di Base, a cui sono stati tolti troppi medici, rendendone difficile o difficilissimo l’accesso per le persone e portando a situazione di sottovalutazione dei rischi (oltre che di mancati controlli sulle altre patologie che continuano a esistere). Anche qui bisognava saper pianificare per tempo il reperimento di nuovo personale, anche attraverso i medici in pensione come avevamo proposto (ma su cui non abbiamo notizie);
SCELTE SBAGLIATE: GESTIONE RICOVERI OSPEDALIERI
6. la gestione dei ricoveri ospedalieri. Siamo stati, per settimane, credo l’unico paese del mondo ad avere più ricoverati in Terapia Intensiva che nei reparti ordinari e, ancora oggi, il rapporto tra le due grandezze è troppo vicino a 1 (oggi 12 contro 11), mentre in tutto il resto del mondo il numero dei ricoverati nei reparti ordinari supera di gran lunga quello dei ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva. Questo, ritengo, sia stata conseguenza della scelta politica di voler minimizzare un problema, portando poi le persone ad entrare in ospedale quando, spesso, era troppo tardi per poter essere curati;
SCELTE SBAGLIATE: RAPPORTI CON L’ITALIA ROVINATI
7. infine le scelte folli, di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane, a livello di gestione dei Decreti Covid, che hanno rovinato i rapporti con l’Italia a tal punto da essere inseriti in fascia C e da avere un cordone sanitario ai confini del nostro Paese; ed hanno pregiudicato la strategia delle aperture dell’economia giustamente praticata fino a lì. Sono convinto che aver rovinato i rapporti fino a questo punto abbia anche ritardato il raggiungimento di accordi che per noi erano vitali nella gestione della pandemia, come quelli sui vaccini su cui a breve tornerò.
Potrei parlare di tanti altri aspetti della gestione dei mesi da Giugno in poi, ma ritengo che anche in questi 7 punti ci sia tanto per riflettere a livello di maggioranza e di Governo, a partire dal Segretario di Stato competente ovviamente, su cosa non ha funzionato in questi mesi e su cosa va migliorato. Perché i dati non mentono mai.
OGGI C’È UNA NUOVA CRITICITÀ: IL VACCINO
Oggi è indiscutibile che c’è un’altra enorme criticità, dove si sta vedendo un altro preoccupante fallimento: quello sulla vaccinazione della popolazione. L’unico modo per poter tornare a vivere, a viaggiare, a lavorare in pace.
UNA MAREA DI DICHIARAZIONI E AUSPICI, MA NON C’È UN VACCINO
In questi giorni abbiamo sentito una sequela incredibile di dichiarazioni, auspici, speranze. Abbiamo letto il piano vaccinale e saputo come dove verranno somministrati i vaccini, dove verranno stoccati, quali saranno le categorie prioritariamente coinvolte, abbiamo sentito cifre campate per aria su quelli che saranno i nostri ritmi vaccinali nei prossimi mesi, abbiamo già avuto modo di sentire le opinioni del Governo sugli obblighi vaccinali, le dichiarazioni di Ciavatta su come disincentivare l’obiezione vaccinale e tutta un’altra serie di cose. Abbiamo anche già speso 24.000€ per dare un incarico alla solita società amica per fare una campagna di comunicazione della Segreteria di Stato, che si dovrebbe affiancare (non si capisce con quale utilità) a quella dell’Iss.
C’è però un piccolo problema: è il 21 Gennaio e non abbiamo un vaccino, e non sappiamo quando arriveranno.
Attenzione: il fatto che il Segretario abbia detto “arriveranno a fine Gennaio”, non sarà certo un modo per dirgli “bravo” se rispetterà questa deadline: è un ritardo clamoroso, inaccettabile, grave, che costa vite umane e proroga le limitazioni alla vita ed all’economia.
ABBIAMO FATTO IL MEGLIO POSSIBILE? UNO SGUARDO AI DATI E ALLE SCELTE DEI PICCOLI STATI SUI VACCINI
Di fronte alle legittime obiezioni dei medici ospedalieri, manifestate qualche settimana fa, sull’assoluta mancanza di informazioni sul piano di vaccinazione, il Segretario ha risposto “abbiamo fatto il meglio possibile”. Vediamo se è così.
È noto che gli Stati europei abbiano iniziato la vaccinazione a fine Dicembre 2020 e che, da settimane, stiano procedendo con la vaccinazione delle fasce più a rischio. Anche qua, è opportuno guardare la situazione anche dei piccoli Stati: Lussemburgo ha iniziato a vaccinare il 28/12/2020 ma è uno Stato UE; fuori dall’UE, Gibilterra sta vaccinando in maniera rapidissima ed ha il record mondiale di dosi giornaliere somministrate per 1 milione di abitanti (avendo già vaccinato oltre il 20% della popolazione), Monaco ha iniziato a vaccinare il 31/12/2020, il Vaticano il 13/1/2021, Andorra il 20/1/2021, la Svizzera aveva addirittura iniziato il 23/12/2020. Risulta invece, come noi, in fase di trattativa Montenegro, mentre non si trovano precisi dati sul Liechtenstein.
Monaco e Montenegro, così come Andorra e probabilmente anche altri Stati, hanno deciso di reperire i vaccini non solo attraverso gli Stati limitrofi ma anche attraverso trattative con le case produttrici (caso di Montenegro e Monaco, che li ha ordinati direttamente addirittura il 26 novembre) e attraverso il programma Covax Facility dell’Oms (sia Andorra che Montenegro), programma che noi abbiamo colpevolmente ignorato dopo averne fatto parte fino ad Agosto scorso, programma che ci avrebbe consentito di avere un canale alternativo internazionale da esplorare, programma la cui rinuncia necessiterebbe di spiegazioni da parte della Segreteria di Stato perché è inutile gloriarsi di essere vicepresidente Oms e poi non utilizzarne le opportunità!
LE SCELTE SUI CANALI DI APPROVIGIONAMENTO SONO STATE DIVERSE FRA GLI STATI, NOI NE ABBIAMO SCELTO UNO SOLO
Come si vede, le scelte dei vari piccoli Paesi europei rispetto ai canali di approvigionamento sono state diverse fra loro, non è che c’era un obbligo da parte dell’Ue di scegliere una sola strada come invece ha lasciato intendere il Segretario.
La scelta precisa del Governo è stata, ancora una volta, quella di essere dipendente dall’Italia. È stata una scelta, non obbligata, che ci ha portato al 21 Gennaio a non avere ancora iniziato la campagna di vaccinazione, penso unico Paese europeo in questa situazione.
PROTOCOLLO D’INTESA CON L’ITALIA NON CI GARANTISCE PER NULLA
Come dicevo, sono convinto che avere rovinato i rapporti con l’Italia nel periodo prenatalizio per effetto di atteggiamenti e scelte folli del Governo, non abbia facilitato e non faciliti certo un rapido approvigionamento. Cosa di cui sono ancora più convinto dopo aver letto il protocollo d’intesa che è stato firmato con l’Italia stessa, che specifica solo quali sono le dosi massime che potranno arrivare a San Marino. Leggete bene quel protocollo, cari colleghi, senza fare i megafoni della propaganda governativa: sia il rapporto 1 dose ogni 1700 dosi disponibili in Italia sia il numero di 50.000 dosi complessive sono cifre massime, non cifre minime né tantomeno cifre puntuali. Significa che se alla fine ci verranno fornite 20.000 dosi anziché 50.000, o una dose ogni 2.500 abitanti, perché magari l’Italia ha qualche difficoltà di approvigionamento o per scelta autonoma sua, non ci sarà alcuna violazione del protocollo. E noi, se accadrà, non avremo alternative, dovendo rinunciare a vaccinare la popolazione o dovendo scegliere di vaccinarne solo una parte.
AUSPICIO CHE SI ESPLORINO ANCHE ALTRE VIE, PRIMA POSSIBILE
Chiudo quindi facendo mie le parole, anche di consiglieri di maggioranza, di chi dice che bisogna esplorare tutte le strade possibili per reperire vaccini nel più breve tempo possibile. Ve lo avevamo detto anche sul reperimento dei finanziamenti per lo Stato, ma non ci avete ascoltato e le conseguenze le vediamo tutti. Speriamo che qua vogliate fare diversamente anche se, temo, sarà difficilissimo colmare i ritardi che la scelta del Governo ha provocato ora che la gran parte dei Paesi è arrivata prima di noi.