La Delibera n.26 del 9 Novembre 2020 cita: “approva il progetto di Bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2021 che chiude in equilibrio di bilancio mediante previsione sul cap. 3-3-7813 “Poste compensative per coperture disavanzi e per esigenze di liquidità” per euro 160.951.310,96”
Possiamo pensare dunque che questo sia il disavanzo di bilancio con cui si dovrebbe chiudere questo bilancio previsionale? Lo chiedo perché sta diventando anche difficile trovare il disavanzo di bilancio all’interno delle poste dello Stato.
Il Segretario risponderà su questo, ma nel caso ciò fosse vero direi che siamo alle prese con un disavanzo monstre, pari all’11% del Pil. Che verrebbe dopo l’ulteriore disavanzo monstre dell’assestamento, pari a 90-95 milioni di euro per stessa ammissione del Segretario.
E spero che non intenda dare risposte alla ovvia domanda “perché si presenta un bilancio con un disavanzo del genere” dando la colpa al precedente Governo, che aveva sempre presentato bilanci con disavanzi estremamente contenuti.
GOVERNO HA SCELTO LA STRADA PIÙ LUNGA E COSTOSA PER REPERIRE UN FINANZIAMENTO
Certo, c’è stato il Covid che ha provocato un cataclisma nella nostra economia, minando la sopravvivenza stessa di interi settori economici. Questo non è colpa di nessuno: la colpa, come dico spesso, è non avere affrontato questa crisi. Il finanziamento non è ancora arrivato perché avete scelto una sola strada, quella dei mercati finanziari, la più lenta e costosa che ci fosse (come chiunque era in grado di comprendere): vi avevamo chiesto fin da Marzo di tenere aperte molte strade, compresi gli organismi internazionali, i prestiti bilaterali, ecc…per reperire finanziamenti rapidi, a lungo termine e a basso costo, non ci avete ascoltato e le conseguenze si vedono.
A proposito di questo, cito nuovamente quello che ho chiesto in comma comunicazioni.
INTERVISTA APPARSA SU UN MEDIA ON-LINE: È VERA O NO?
Ieri è uscita una intervista, su un media on line sammarinese, di un economista italiano che ci ha detto, tra le altre cose:
1. che il Governo della Repubblica di San Marino non ha ancora avviato quel programma di necessarie riforme dell’economia del paese e del suo sistema finanziario e non ha predisposto nessun documento di programmazione economica e di controllo che sarebbe servito a riassicurare gli investitori sulla capacità della Repubblica di San Marino di onorare il debito contratto a seguito della emissione del Bond Titano. Questo sarebbe il motivo per cui non è stato collocato il bond;
2. che il bond sarebbe stato emesso al 7,5% di interesse, rappresentandosi più come una esigenza di cassa che una domanda di capitali necessari a finanziare degli interventi strutturali di medio e lungo periodo sull’economia del Paese. Perché evidentemente si tratta di un tasso insostenibile, rispetto al quale sarebbe difficilissimo trovare destinazioni di crescita con un rendimento superiore a quel costo;
3. che è mancata quindi la fiducia nel paese, anche per l’assenza di un Master Plan a breve, medio e lungo termine di crescita economica e sociale del Paese.
Lei Segretario ci dice oggi “mi fa un po’ specie leggere certe interviste” e dice “quel tasso non è un tasso, non l’avremmo mai accettato perché non rappresenta la situazione economica sammarinese”. Ha certamente fatto bene a non piazzare il bond a quel tasso, ci mancherebbe. Ma il punto è capire se quelle cose che ha detto sono vere: è vero che il Governo non ha presentato alcun documento di programmazione economica e di controllo? È vero che il tasso proposto era il 7,5% e che non è stato predisposto alcun Master Plan?
Se non è vero, lo smentisca con parole chiare e precise, magari dicendo al Paese, finalmente, di che tassi si sta parlando, quanto potrebbe costarci il debito e qual è il programma di riforme proposto ai mercati. Non esiste alcuna informazione pubblica sul tema del debito, queste dichiarazioni sono le poche che ci danno qualche elemento di valutazione. Spero che in replica il Segretario sia più chiaro rispetto ai temi clou di quella intervista.
Aggiungerei che dovreste avere imparato la lezione e dovreste avere capito che i mercati finanziari non sono la strada giusta per il nostro Paese in questo momento, ma mi pare invece che vogliate perseverare e mi dispiace.
IN QUESTO BILANCIO SI DOVEVA VEDERE LA MANO DELLA MAGGIORANZA: DOV’È?
Diversi consiglieri di maggioranza hanno detto, a più riprese, in questi mesi che nel bilancio previsionale 2021 si sarebbe vista, finalmente, la mano della maggioranza, le scelte decisive per il Paese, quelle necessarie per riportarlo su una strada finanziariamente sostenibile. Perché, si sa, il vecchio governo ha sbagliato tutto mentre con voi la musica sarebbe cambiata.
Ora vi chiedo: dove sono quelle scelte decisive, dove sono quelle scelte capaci di rimettere il Paese su un sentiero sostenibile, anche alla luce della crisi Covid?
Vorrei una risposta sincera dai consiglieri, senza dare la colpa agli anni precedenti perché è ora di iniziare a governare.
Premesso che ritengo forse persino troppo ottimistica la previsione delle entrate che è stata fatta dal Governo (+5% su quelle di quest’anno), sia perché temo che l’economia vivrà altri mesi di blocco o semiblocco in molti settori sia perché le perdite di un anno si ripercuotono poi sui successivi, il punto è un altro.
NELLA RELAZIONE SONO STATE EVIDENZIATE DELLE CRITICITÀ DEL SISTEMA: QUALI SONO LE IPOTESI DI SOLUZIONE? NESSUNA PER ORA
Nella relazione sono state evidenziate, tra le altre, 2 delle criticità del nostro sistema: l’elevata spesa sanitaria (cresciuta di circa 12 milioni nel recente periodo) e l’elevatissimo trasferimento dello Stato ai Fondi Pensione per coprirne il disavanzo sempre crescente negli anni (quest’anno si passa da circa 43 milioni a 54 milioni di euro). La relazione afferma la necessità di riforme, ma quali sono le linee del Governo su queste riforme? Che cosa volete fare per risolvere questi problemi che impattano in questa enorme maniera sul nostro bilancio?
Continuare a limitarsi a dire “dobbiamo fare le riforme” è oramai inaccettabile dopo 1 anno di Governo. Noi non ce l’abbiamo fatta a farle, non c’è dubbio, questo Governo che tutto sa cambiare è in grado di risolverle queste problematiche, con soluzioni precise, determinate e rapide, dati gli enormi numeri di cui dispone? Se non è in grado ne prenda atto e agisca di conseguenza.
LE AREE DI INTERVENTO E LA NECESSITÀ DI EVITARE SPESE INUTILI
Aumentare le entrate, ridurre le uscite, lottare contro l’evasione e l’elusione fiscale: questi sono i canali di intervento che un Governo deve seguire davanti a un bilancio di questo tipo. Se è bravo, evitando scelte impopolari (ad esempio risparmiando sulle spese inutili, come quelle che abbiamo più volte citato in questi giorni per consulenze ed eventi di dubbio valore, per le quali si sono spesi 700.000€ in 27 giorni, 26 mila euro al giorno che potevano essere risparmiati); ma siccome spesso questo è molto difficile, un Governo deve prendersi la responsabilità di affrontare l’impopolarità per lasciare una finanza pubblica in salute a chi verrà dopo.
IL DEBITO, IN QUESTO QUADRO, FINANZIERÀ SOLO LA SPESA CORRENTE
In questo quadro, invece, il debito (ammesso che arrivi) non può che servire soltanto per finanziare la spesa corrente, i nostri buchi di bilancio enormi, e non riusciremo a ripagarlo a scadenza perché continueremo a produrre buchi anziché avanzi. In questo quadro, peraltro, faremo seriamente fatica a reperire finanziamenti perchè questa assenza di un piano di riforme credibili i mercati la conoscono e che quindi, logicamente, non si fidano di investire da noi.
NESSUNA RICETTA PER IL RILANCIO DELL’ECONOMIA, SON STATE FATTE SCELTE CHE CI HANNO RESI MENO COMPETITIVI
Non vedo neanche idee per il rilancio dell’economia. In questi mesi sono state fatte scelte che ci hanno tolto molta competitività come mercato, in primis quella che ha tolto alle imprese la libertà di assunzione del personale, ma anche quella più recente che ha eliminato il credito agevolato per i grossi investimenti (rendendo più facili gli investimenti fuori territorio, dati i minori tassi di interesse presenti al di fuori di qua). Quello che c’è in questo bilancio sono incentivi qua e là, che sanno di misure elettorali più che misure inserite in un preciso piano di sviluppo economico; non è per nulla chiarito come saranno usati i 100 milioni che dovrebbero essere destinati all’economia, ammesso che si riescano a reperire. Chiederei al Segretario Gatti di provare a essere preciso almeno su questo, su come verranno destinati quei 100 milioni, visto che sulle riforme non lo è stato. Fermo restando che si conferma che solo una minoranza dei soldi del debito saranno destinati al rilancio economico, e questo è sintomatico.
BILANCIO PRE-ELETTORALE, MA SENZA ELEZIONI IN VISTA
A me questo sembra un bilancio che ha i caratteri tipici di un bilancio pre elettorale: nessuna riforma impopolare, incentivi sparsi per accontentare varie categorie di potenziali elettori, un disavanzo monstre scaricato sulle spalle di chi verrà dopo. Siccome non credo che abbiate intenzione di fare le elezioni a breve, chiudo questo passaggio chiedendo: in quale momento della legislatura avete intenzione di fare le scelte che competono a un Governo?
Questo lo dico al netto di alcune scelte buone che ci sono nel bilancio, come ad esempio quelle sugli incentivi per la riqualificazione energetica, che Rf aveva proposto già
CARISP: IL BILANCIO 2016 NON ERA, PURTROPPO, FASULLO
Intanto un aspetto iniziale: il bilancio non era così fasullo, visto che il nuovo Cda (quello nominato da questo Governo e fatto, dicono, di grandi professionalità che prima erano assenti) non pare avere fatto alcuna ripresa di valore sui precedenti bilanci.
Nonostante questo, in ogni momento continua la litania sul bilancio liquidatorio che sarebbe stato redatto. Il Cda può tranquillamente fare riprese di valore, se le voci di bilancio sono sbagliate: può dire che, anche se tutto il resto della galassia Delta li valuta zero, i crediti fiscali che Carisp ha in Italia valgono 200 milioni come venivano valutati prima del bilancio 2016, e già la perdita che è stata cristallizzata nel 5ter andrà ad abbassarsi notevolmente. Ma questo è solo un esempio delle tante voci di bilancio su cui si possono fare riprese di valore, se si ritiene il bilancio di Carisp sbagliato: la stragrande maggioranza delle voci su cui si sono svolte le svalutazioni negli anni passati sono ancora nel bilancio di Carisp e si possono rivalutare, se si vuole. Questo lo dico al netto del fatto che anche il ritornello sulla svendita dei crediti Delta continua a essere ripetuta come un mantra anche se, a tutt’ora, ci sono zero, e ribadisco zero, soggetti che dicano dati alla mano che quei crediti sono stati svenduti.
La realtà, purtroppo per noi, è ben più complessa ed i dati di bilancio, purtroppo per noi, non sono per nulla fasulli.
IL TITOLO IRREDIMIBILE SARÀ UNA OPERAZIONE CONTABILE O PORTERÀ EFFETTIVA LIQUIDITÀ A CARISP
Prima domanda che le voglio fare Segretario, perché non mi è chiaro. Il titolo irredimibile sarà solo nominale (quindi una posta contabile su cui lo Stato pagherà gli interessi di circa 8-8,5 milioni di euro all’anno a Carisp) oppure effettivamente genererà un introito di liquidità per Carisp pari al valore del 5ter residuo? In altre parole, a Carisp entreranno solo gli interessi oppure entreranno anche 470-480 milioni di euro che potrà impiegare?
In quest’ultimo caso, effettivamente Carisp avrebbe delle risorse finanziarie importanti da investire e su cui potrebbe generare utili. Ma lo Stato dove penserebbe di reperire 470-480 milioni, che sarebbero extra rispetto ai 300 milioni di cui parliamo da mesi e che già non riusciamo a reperire? Tanto più con un titolo irredimibile, senza scadenza e quindi poco attrattivo?
Se invece restiamo all’interno del primo scenario, come riterrei più logico e ragionevole e come avevo percepito prima dell’intervento introduttivo del Segretario Gatti, e cioè che il titolo irredimibile diventa una posta contabile che sostituisce il 5ter e genera un introito per Carisp, la domanda che le faccio è: con 8 milioni di euro all’anno di introiti dallo Stato ogni anno, come fa Carisp ad arrivare in utile? Senza contare il 5ter, Carisp ci dite che perde 18 milioni strutturali, dove recupera gli altri 10?
RENDERE NOTO IL PIANO INDUSTRIALE, COMUNQUE DEBOLE
Credo che il Governo abbia il dovere di rendere noto ai cittadini il piano industriale di Carisp, perché tutti sappiano come intende muoversi la banca, senza limitarsi ad illustrazioni in seduta segreta in Commissione Finanze.
Chiudo dicendo che fare i piani industriali realizzando utili (o limitando le perdite) spostandole semplicemente sulle spalle dello Stato (perché questo è) fa capire già la qualità di quel lavoro.
Grazie