Grazie Eccellenza,
OTTIMO UN ESITO ALL’UNANIMITÀ
Vorrei cominciare l’analisi di questa relazione complimentandomi per il suo esito e per l’unanimità raggiunta dai Commissari. Quando a quest’aula vengono presentate relazioni approvate all’unanimità, allora si può ragionevolmente pensare che quanto in esse contenuto sia da tenere in considerazione, possa essere uno spaccato vero, per quanto parziale, degli eventi analizzati. E non parlo di “parziale” necessariamente in termini negativi: sicuramente a volte le Commissioni possono omettere certi fatti o interpretarne a loro modo altri per volontà, ma spesso lo fanno per mancanza di informazioni o di tempo, poiché hanno delle scadenze precise da rispettare e strumenti di indagine limitati. In ogni caso, ripeto, quando c’è l’unanimità per quest’aula è più facile analizzare le cose.
CONCENTRARSI SULLE CONCLUSIONI: GIUSTO GUARDARE AVANTI
Mi concentrerò in particolare sulle conclusioni, perché questa è un’altra cosa che ho apprezzato molto del lavoro della Commissione: il fatto che si sia conclusa guardando in avanti, proponendo interventi e dando suggerimenti per migliorare gli anticorpi del sistema contro certe degenerazioni che questa, così come altre Commissioni del passato sul tema bancario e finanziario, hanno messo in mostra. Perché, purtroppo, certi temi e certe problematiche sono ritornate anche nella Commissione su Fincapital prima e su Cassa di Risparmio poi, più o meno sempre le stesse: infiltrazioni di poteri esterni nelle istituzioni politiche e amministrative, il ruolo problematico di Banca Centrale, politici che rispondevano al mondo affaristico ed eterodirezione delle decisioni.
I suggerimenti in gran parte li condivido, come poi dirò, e che mi auguro che i consiglieri sappiano cogliere e approfondire nei loro interventi, senza concentrarsi soltanto sul rimpallo delle responsabilità: il nostro lavoro, infatti, è quello di far crescere il sistema e migliorare le nostre normative.
PRIMA LE BANCHE E POI LE REGOLE: ASSURDO
Rispetto all’analisi del passato, ha ragionissima la Commissione quando evidenzia che il sistema bancario è stato incrementato a dismisura quando ancora non c’era minimamente un impianto regolamentare e di controllo: il periodo fra il 2002 e l’inizio del 2006 vede l’esplosione del numero di banche e finanziarie, le prime norme di vigilanza sono del 2006, quella più organica sulle banche è di metà 2007. Il processo sarebbe dovuto essere inverso, ovviamente. Un caso? Io non credo, e certamente questa è la più grande responsabilità politica che ci sia nell’aver creato un sistema malato di cui ancora stiamo rincorrendo le distorsioni e i problemi. Banche dati a imprenditori ben collegati alla politica, in cambio di tangenti o altri benefici come finanziamenti senza garanzie, che poi sono diventati allergici alla vigilanza, una volta che le regole sono arrivate, con tutto quello che abbiamo visto evidenziato nelle varie relazioni delle Commissioni di Inchiesta.
E che hanno, ha fatto bene la Commissione ad evidenziarlo, bloccato la firma dell’accordo di cooperazione con l’Italia nel 2006 per cercare di continuare a difendere determinate posizioni di privilegio. Con tutto quello che quel fatto ha generato, negli anni successivi, in termini di rapporto con l’Italia e di “vendetta” dell’Italia (e ben evidenziato dalla Commissione quando parla di “quarantena” imposta dall’Italia, oltre che dagli organismi internazionali, con black list, scudo fiscale, quasi fuori dal sistema dei pagamenti, arresti Carisp, uscita delle banche italiane dalle banche sammarinesi, eccetera).
Al Governo, nel periodo 2002-2006, c’erano la Democrazia Cristiana e il Partito dei Socialisti e dei Democratici, protagoniste di quelle scelte così devastanti per noi.
Ha ragione quindi la Commissione quando dice “la politica ha spesso ascoltato maggiormente le lamentele degli amministratori delle banche in ordine all'esigenza di mantenere un quadro di regole flessibile e tollerante, piuttosto che quelle della vigilanza di BCSM.”, ma non possiamo non notare che ancora oggi, quando arrivano provvedimenti di vigilanza su soggetti vigilati, ci sono resistenze: quindi dobbiamo ancora crescere.
CONTROLLI BLANDI DA PARTE DEGLI ORGANI DI VERIFICA
La Commissione ha evidenziato poi un altro aspetto: quello dei controlli, chiamiamoli così, blandi, di sindaci e revisori contabili, con scarsa indipendenza rispetto alle dirigenze delle banche. Spesso quei ruoli, quei posti, sono state un modo per raccogliere degli ottimi compensi per i professionisti senza realmente fare il proprio lavoro, convinti che la Vigilanza non sarebbe intervenuta e nessuno sarebbe stato chiamato alle proprie responsabilità. Un altro punto su cui riflettere.
IL RUOLO DI BCSM E DEI SUOI ORGANI
Concordo molto sulla parte dell’analisi della Commissione che riguarda Banca Centrale. Ne parlerò stando molto in superficie, visto che il mio lavoro mi impone prudenza, ma chiaramente il funzionamento di questa istituzione ha un ruolo fortemente sistemico e quindi è dovere per tutti noi dire la nostra.
Concordo pienamente che vadano chiarite bene le competenze del Condir e del Coovig sulla concessione dei finanziamenti ma anche su altri argomenti. Oggi, effettivamente, c’è un cortocircuito perché chi decide (il Condir), per Statuto, non potrebbe farlo non potendo avere informazioni di vigilanza mentre chi ha le informazioni (il Coovig) non decide ma, se decidesse, rischierebbe di diventare un organo senza alcun tipo di controllo.
Serve quindi una riforma dello Statuto, che abbiamo tentato di abbozzare negli anni scorsi ma il clima era purtroppo troppo pesante per poterlo fare serenamente. Va chiarito come le informazioni possano circolare e come i vari organi possano reciprocamente controllarsi senza paralizzare le decisioni o ritardarle in maniera irrimediabile (perché, a volte, i finanziamenti devono arrivare in fretta per tutelare il sistema): è un tema decisivo per proteggersi da infiltrazioni esterne che coinvolge anche il CCR, che ha ancora meno informazioni del Condir e che oggi ha pochissimi poteri decisionali su una serie di questioni di cui, spesso, si trova a gestire gli effetti negativi, e mi riferisco in particolare ai provvedimenti di rigore nei confronti delle banche. Non sfugge a nessuno che la politica, rappresentata in Ccr, spesso si trovi a dover gestire gli effetti di certe decisioni che oggi Bcsm, per legge, prende in totale autonomia: non sfuggirà a chi ha letto attentamente la relazione che nei primi mesi del Ccr, dopo la decisione di Bcsm su Asset (apro e chiudo parentesi: spero che prima o poi qualcuno analizzi quanto è emerso rispetto a come era gestita quella banca, senza santificarla come ho sentito fare in alcuni interventi, perché fa francamente sorridere), abbiamo dovuto passare mesi a cercare di gestire gli effetti per tutelare i risparmiatori, in particolare la tutela della liquidità di Carisp, non aiutati da Bcsm che evidentemente aveva altri obiettivi (che ovviamente non sapevamo) e questa inadeguatezza, assieme ad altre cose su cui tornerò, ci ha portato poi a cacciarli via e interrompere i loro piani. Ma lo stesso è accaduto in altri Commissariamenti, che pure hanno generato minori polemiche.
Non sfugge, oltretutto, a nessuno che a volte si cerchi di coinvolgere il CCR o il Governo in decisioni che non ha né titolo né informazioni per prendere: mi riferisco ad esempio alla richiesta di ratifica degli ultimi finanziamenti deliberati al Cis (concessi nella seconda metà del 2018) prima nell’Assemblea dei Soci di Bcsm e poi direttamente in Ccr. E mi chiedo, ancora oggi, cosa sarebbe accaduto se, magari per voler tutelare il sistema ed evitare una nuova chiusura e nuovi esborsi di denaro, avessimo concesso quella ratifica richiesta dall’attuale Bcsm, saremmo stati impalati in pubblica piazza come protettori di Grandoni.
È giusta quindi la sottolineatura dell’asimmetria cognitiva fra Congresso di Stato e Bcsm, dovuta alla mancanza di professionalità nell’amministrazione pubblica che obbliga purtroppo ad affidarsi a Bcsm per tutta una serie di questioni, non ultima la scrittura delle normative nell’ambito del sistema finanziario che da sempre (compreso oggi) spesso viene fatta da Bcsm perché non ci sarebbe modo di fare altrimenti.
La riforma dello Statuto è essenziale per ragionare su questi argomenti e dare anticorpi al sistema per essere più efficaci negli interventi ed evitare problematiche al sistema. Va ovviamente anche rafforzato l’equilibrio fra gli organi interni di Bcsm perché una operazione come quella dei Titoli Demeter, fatta da Savorelli e Siotto in violazione di qualunque norma interna (ovviamente senza che il Congresso o il Condir ne avesse conoscenza), non può avvenire senza che qualcuno possa bloccarla e senza che le istituzioni ne abbiano notizia: è evidente che qualcosa non va. Il Ccr ha solo potuto chiedere informazioni a posteriori, una volta mandato via Savorelli, ma oltre a non avere ricevuto informazioni evidentemente avrebbe potuto fare poco ad operazione compiuta.
L’ipotesi che fa la Commissione di una “camera di compensazione” con criteri di riservatezza in cui siano presenti politici e delegati dei vari apparati di controllo dello Stato non mi dispiace, ma il problema più forte è chi e come decide sui vari aspetti, permettendo il controllo ma senza paralizzare le decisioni. Spero ci si possa pensare con apertura.
ANALISI SUL SISTEMA GIUDIZIARIO
Ho trovato opportuno anche il rilievo sul sistema giudiziario.
Prima una piccola premessa: comportamenti deviati o inopportuni da parte di singoli giudici vanno valutati dagli organismi competenti per legge, in primis secondo me dal Consiglio Giudiziario Ordinario cioè dai giudici stessi a tutela della loro credibilità, con gli strumenti che la legge mette a disposizione. Ma questo non giustifica un repulisti del Tribunale come quello che è stato fatto dalla maggioranza (e che, non sfuggirà a nessuno, non riguarda solo Buriani ma mezzo tribunale) né tantomeno la demolizione di procedimenti come il Conto Mazzini per cui sono state fatte indagini minuziose, le cui conclusioni sono già state confermate da un altro giudice e oggi sono in attesa dell’appello. Tra comportamenti di singoli e la demolizione del Tribunale o di processi così delicati c’è una bella differenza.
Il Tribunale ha bisogno di nuovi strumenti, nuove professionalità e nuovi strumenti di indagine (come le intercettazioni): lo evidenzia bene la Commissione, lo stiamo analizzando in maniera compatta anche in Commissione Antimafia, è un altro tema su cui essere molto risoluti.
L’ELEMENTO PIÙ IMPORTANTE: SMETTERE DI RIMPALLARSI ACCUSE E RAGIONARE A TUTELA DEL SISTEMA
Fin qui le conclusioni della Commissione, che cita anche un altro elemento (non nelle conclusioni ma prima), cioè l’importanza dell’incomunicabilità politica per favorire le trame dei poteri esterni.
Sono dispostissimo a fare mea culpa per non avere ascoltato l’opposizione di allora, all’inizio della legislatura scorsa, ed essere quindi arrivati tardi a bloccare certe dinamiche (che non conoscevamo, come poi dirò) se voi dal canto vostro farete mea culpa per avere accusato la maggioranza di allora di volere assecondare quelle trame, che noi non conoscevamo e di cui non avevamo consapevolezza. Noi non abbiamo mai incontrato né visto Confuorti, per lo meno io e il collega Renzi, non so se tutti in quest’aula, anche della maggioranza, possono dire lo stesso. Se non lo farete, sarà una ulteriore conferma dei motivi per cui si crea l’incomunicabilità.
Il mio post su Facebook che è stato citato nelle pagine della Commissione citava 4 accuse di cui l’allora opposizione imputava la maggioranza, non solo Confuorti: di voler vendere Carisp a Grandoni, di voler far scalare il sistema bancario a potentati esterni, di volere svendere gli Npl e di volere fare debito estero per salvare qualche banca privata. Era una continua litania, continua: nessuna delle 4 cose è avvenuta, il Governo non aveva nessuna intenzione di vendere Carisp a Grandoni né di far scalare il sistema bancario, e non è accaduto; non voleva svendere Npl, e non è accaduto (a parte le tesi non suffragate da nulla, mentre tutti compresa l’attuale Bcsm diceva che la vendita era opportuna e congrua); non voleva fare debito estero per salvare nessuno e non lo ha fatto. Quel post lo rifarei anche oggi, perché gli obiettivi della banda sicuramente erano quelli, ma non erano quelli gli obiettivi del Governo e non sono avvenuti (a questo mi riferivo, consigliere Berti).
Siamo stati accusati per mesi di avere fatto scrivere i Decreti a Confuorti, quando l’ordinanza Morsiani, non io, dà conto della pesantissima reazione della Savorelli band rispetto alla stesura finale dei testi dei Decreti quando, scambiandosi frasi fra loro, dicono “il fondo, come concepito e approvato è tutto sbagliato”, “i decreti per bloccare i flussi dove sono”, “ho notato nei vari decreti usciti confusione e incoerenza”, “sono da commissariare”, “prepariamo un bel report sul sistema bancario per il Fondo Monetario e ce ne laviamo le mani”, “senza dubbio dovremo fare cose aggressive, non autorizzare la cessione”, “mi è stato consigliato di consigliare ai membri del Cda di non fare approvare né la cessione né il bilancio” e così via. Magari loro li avranno anche abbozzati quei Decreti (come fa sempre Bcsm sulle materie bancarie e finanziarie, come detto), ma che ci sia stato uno dell’allora opposizione che con onestà intellettuale che abbia fatto notare questo passaggio, cioè il fatto che li abbiamo approvati come loro non volevano e quindi li abbiamo contrastati scatenando una reazione pesante.
Se ci si fosse limitati a dire “guardate che c’è qualcuno da fuori, che non si palesa, che sta lavorando per questi obiettivi contro il sistema, state attenti”, noi saremmo stati assolutamente indifendibili se non vi avessimo ascoltato. Se si accusa qualcuno di voler assecondare quei disegni, invece, dandogli continuamente del disonesto, del corrotto, del venduto, ecc…è evidente che si crea una chiusura a riccio che fa tardare certe decisioni.
Decisioni che, comunque, sono arrivate, ad ulteriore suffragio del fatto che non eravamo complici di nulla: li abbiamo cacciati via noi, come evidenzia la relazione, impedendo la realizzazione del piano di conquista di Carisp tramite il Cis (consigliere Casali, il loro obiettivo non era certo stato realizzato, se l’obiettivo è quello che dice la Commissione; non a caso Savorelli, non so se questo lo sapete, aveva sempre osteggiato la vendita degli Npl, preferiva una gestione interna al sistema e col senno di poi si capisce perché, li avrebbe fatti gestire a Confuorti probabilmente). E non li abbiamo certo mandati via per il dito medio, come dice qualcuno, ma per motivi ben più seri che la relazione ha evidenziato.
Quindi se vogliamo tutelare il sistema dobbiamo smettere di lanciarci accuse a vanvera che creano chiusure a riccio e incomunicabilità, questo è un insegnamento da imparare. Che vale anche ai tempi di Caringi, che pure ho vissuto meno direttamente e su cui quindi posso entrare meno nei dettagli.
GUARDARE AVANTI
Se volessimo continuare il rimpallo delle responsabilità, delle accuse, degli attacchi, potremmo stare qua mezza giornata a citare il fatto che la Democrazia Cristiana fu responsabile, col suo uomo di punta di allora Gabriele Gatti, del patto parasociale che conteneva certi impegni a rimuovere la Vigilanza presente nel 2010; che candidò dentro le sue liste i massimi esponenti dei “grandoniani” a sugello di quel patto parasociale; che un consigliere oggi ancora fra le fila della maggioranza fu coinvolta in affari con Grandoni; che le degenerazioni del sistema finanziario hanno nomi e cognomi e partiti protagonisti che si chiamano Dc e Pss prima e Psd poi; che furono la Dc e il Psd a bloccare l’accordo di cooperazione del 2006, blocco che fu l’inizio della fine; che Cis fu l’unica fra le banche commissariate a potere godere del credito di imposta potendolo scontare dai contributi previdenziali, con una decisione presa dal Governo nel 2013, Segreteria alle Finanze in mano al Psd, con un evidentissimo favoritismo che creò tanti problemi all’Iss; che il Cis per anni ha sponsorizzato la festa dell’Amicizia, mica Rf; che Marco Gatti ha fatto pressioni sul Procuratore del Fisco perché appellasse una sentenza (a che titolo lo ha fatto?); che Grais e Savorelli, e quindi Confuorti, furono messi ai vertici di Banca Centrale dalla Segreteria alle Finanze guidata dal Psd, con la Dc concorde e solo la Ap di allora a manifestare perplessità sia in Congresso (col suo unico rappresentante) sia in Condir (con il rappresentante da lei nominato, unico astenuto sul ruolo a Savorelli, come emerge nella relazione).
Ed altri elementi emersi nella relazione, di cui potremmo parlare a lungo ma su cui sono sicuro rifletteranno gli elettori. Ma non è utile, dobbiamo tutti guardare avanti e fare nostre le conclusioni della commissione dando anticorpi seri al sistema. Spero che il dibattito si concluda in questa direzione.