INTERVENTO PRIMA LETTURA ASSESTAMENTO DI BILANCIO N°2 - 17_09_2020

Eccellenze,

UN BILANCIO DI TRANSIZIONE, IN ATTESA DI SCELTE CHE NON CI SONO

siamo di fronte ad un altro bilancio evidentemente di transizione, di attesa. Di attesa di scelte più significative che non solo non arrivano ma nemmeno si intravedono ad oggi, al netto delle parole generiche sul rispetto del programma di Governo o su riforme per ora solo enunciate.

Un bilancio che, evidentemente, si arricchirà di contenuti politici fra prima e seconda lettura, se non altro perché, come ha detto il Segretario nella sua relazione, si avranno notizie più precise sulle entrate dello Stato alla luce dell’andamento delle attività economiche.

SITUAZIONE DI CRISI ECONOMICA PESANTE, ANCORA

Mi consenta però, Segretario, di dirle che parlare nella relazione di “ritorno alla normalità economica e commerciale” fa capire quanto le vostre valutazioni siano lontane dalla vera realtà del Paese.  Se a Luglio 2020 rispetto a Luglio 2019 abbiamo 327 occupati in meno nel settore privato (di cui solo 115 sono frontalieri e 212 sono residenti), se abbiamo 66 imprese in meno, il 41,1% di visitatori in meno, il 49,7% in meno di turismo di sosta, un tasso di disoccupazione che cresce al 5,84% con un crollo del tasso di partecipazione interna dei lavoratori al lavoro, se il tasso di occupazione interna scende dal 69,11% al 67,83% e quindi sempre meno sammarinesi o residenti riescono a occuparsi, direi che non stiamo ritornando per nulla alla “normalità”, a meno che voi non pensiate che la normalità debba essere quella di una recessione non affrontata.

E NOI CONTINUIAMO A NON METTERE IN CAMPO MISURE PER AFFRONTARLA

Non voglio tornare a ribadire le solite questioni, ma lo devo fare: siete uno dei pochissimi, forse l’unico governo europeo che, nonostante svariati Decreti e ben 2 assestamenti di bilancio, non ha ancora messo a disposizione 1 euro di risorse per il sostegno ed il rilancio delle attività economiche a seguito del Covid. Vi siete limitati a qualche proroga fiscale (proroga comunque molto limitata nel tempo, che fa si che la stragrande maggioranza delle scadenze cadrà comunque nel 2020 altrimenti ci sarebbero evidenti problemi di liquidità) e ad un sostegno al credito bancario limitato al 70% dell’importo dei prestiti che quindi lo ha reso difficilmente concretizzabile. E mentre tutti hanno messo a disposizione ingenti risorse, indebitandosi certamente ma contribuendo a sostenere le economie, voi non siete ancora stati capaci di trovare le risorse, ed aspettate in maniera quasi mistica l’apparizione dei prestatori che Jp Morgan vi porterà (in cambio di qualche milione di euro di commissione), sapendo bene che quei prestiti dovrete pagarli salati. Mentre negli altri Paesi discutono di come spendere i soldi, di dove e come destinare le risorse, da noi ancora non le abbiamo e l’economia (come mostrano i dati), boccheggia.

DI QUANTO CALERÀ IL PIL DA NOI?

Noi ovviamente non abbiamo dati previsionali sul futuro, non abbiamo qualcuno in grado di fare stime economiche, ma se per l’Italia si prevede un calo del Pil dell’11% circa, considerate le risorse che hanno messo e metteranno in campo, da noi quanto calo ci potrà essere?

Non sono tematiche per nulla secondarie quando ci si approccia ad un indebitamento. Gli investitori, come noto, guardano il rapporto debito/Pil dei Paesi ed è sempre in rapporto al Pil che si calcolano le correzioni di bilancio necessarie.

BILANCIO POCO PRUDENZIALE, CON CAPITOLI DI ENTRATA INVARIATI

Dicevo all’inizio che siamo di fronte ad un bilancio di attesa, in primo luogo perchè a mio parere sovrastima notevolmente lo stato dell’arte: i capitoli di entrata, infatti, sono pressochè immodificati e questo è evidentemente un approccio molto ambizioso e per nulla prudenziale, dal momento che il buon senso avrebbe voluto che ci fossero svalutazioni appunto prudenziali di una serie di poste di entrata. Non ci sono, salvo appunto pochissimi casi. O vi aspettate un miracolo nei prossimi mesi, oppure mi auguro lo stiate facendo per rappresentare agli investitori che devono sottoscrivere il nostro debito una realtà più edulcorata di quella che è realmente: per fare alcuni esempi, gettito Igr, monofase, entrate derivanti dai carburanti, imposta sui servizi (incredibile che questa posta venga mantenuta allo stesso livello previsto, nonostante il crollo dell’economia sottostante, quella appunto dei servizi, che c’è stato) avrebbero dovuto avere una variazione in diminuzione, che invece appunto manca. Questo mantiene fittiziamente contenuto il nostro deficit, il che ripeto può essere utile nel rapporto con gli investitori ma sapete che rappresenta una realtà non corretta.

UN DEBITO CHE PARE SARÀ USATO PER RIMBORSARE PRESTITI PREGRESSI: UN DISASTRO, UN UTILIZZO IMPRODUTTIVO DEL DEBITO

Ma il vero punto è sempre lo stesso. Ci stiamo preparando a fare un debito che il Segretario ha reso noto sarà di 300 milioni circa sui 500 milioni massimi possibili: 300 milioni che dovranno essere usati per 150 milioni per rimborsare precedenti prestiti interni (concessi da Bcsm e da banche sammarinesi), mentre la destinazione degli altri 150 milioni non è stata precisata, si dice però che un altro centinaio di milioni dovrà essere usato per rimborsare gli obbligazionisti ex Asset ora in carico a Carisp.

Chiedo conferma di questo aspetto perché è decisivo per ogni successiva considerazione. Se così fosse, infatti, avremmo che il debito che andremo a fare sarà un debito quasi totalmente impegnato per scopi assolutamente non produttivi, che non generano ritorni economici per lo Stato: il rimborso di prestiti già esistenti (ad un tasso evidentemente più alto, quindi rimettendoci) ed il rimborso di obbligazioni della banca dello Stato (col rischio che quei soldi rimborsati prendano altre vie e non rimangano nel sistema). Quindi ci faremmo carico di 300 milioni di indebitamente ad un tasso, dice il Segretario, fra il 3% e il 4%, ed useremo questo debito per scopi assolutamente non produttivi di alcuna nuova economia, ma solo per rimborsare prestiti esistenti. Cioè l’esatto contrario di quello che la maggioranza aveva detto di volere fare, ma tanto una capriola in più o in meno non cambia di certo la sostanza.

Tra l’altro continuo a considerare estremamente ottimistiche queste previsioni, ma speriamo nel miracolo di Jp Morgan.

SE L’UTILIZZO SARÀ INVECE DIVERSO, COME PENSATE DI USARE IL DENARO?

Se così invece non fosse, e se la parte più cospicua dei 150 milioni rimanenti non verranno usati come invece sembra per il rimborso delle obbligazioni Asset, chiedo ancora una volta al Segretario di dettagliare qua in aula come il Governo intenda spenderli, per quali interventi di sviluppo e crescita: se a fine mese o giù di lì avrete il prestito collocato, e quindi arriveranno i soldi, credo che dobbiate avere le idee chiare su come spenderli ed abbiate il dovere di dirlo al Paese.

Non sono infatti queste tematiche su cui si può continuare a mantenere il segreto, serve trasparenza perché il Paese deve sapere che direzione si vuole prendere, dove si vuole andare, deve potersi muovere in base alle scelte di politica economica. Ma più passano i giorni e più mi convinco che voi non abbiate realmente idea di come spendere bene, sottolineo bene, queste risorse, e siate solo contenti del loro arrivo per potere vivacchiare ancora un pochino in attesa degli eventi.

MANCA TRASPARENZA, ANCHE SULLE DELIBERE DI SPESA INCREDIBILMENTE SEGRETATE

Ed a proposito di trasparenza, en passant, vorrei chiedere al Segretario in quale capitolo di bilancio si può trovare la spesa per la consulenza Rotschild e la previsione di spesa per la consulenza Jp Morgan che, anche se basata su una success fee, dovrebbe ragionevolmente concretizzarsi in questo 2020 dal momento che pensate di collocare il debito entro poche settimane. Avendo voi scelto, in maniera totalmente inaccettabile se non illegittima, in barba ad ogni regola di trasparenza verso la cittadinanza, di segretare queste delibere di spesa, non abbiamo la possibilità di sapere in quale capitolo le avete imputate e quindi chiedo questo chiarimento visto che si parla di spese possibili per circa 7 milioni di euro, che non sono esattamente quisquiglie. Resta a mio parere intollerabile che un Governo non sia trasparente verso i cittadini su spese che possono toccare cifre di questo genere, ma come sempre i proclami di trasparenza e condivisione delle cose si sono velocemente persi fra delibere secretate e materiale rigorosamente “posto agli atti” delle delibere e mai “allegato” alle stesse (cosa che lo rende poco facilmente conoscibile al pubblico).

NON CI SONO IDEE PRECISE, MA LE RISORSE DA TROVARE PER RIPAGARE IL DEBITO SONO TANTE

Dicevo in apertura che siamo davanti ad un bilancio di attesa di scelte più significative che non solo non arrivano ma nemmeno si intravedono ad oggi. Si perché se vediamo una marea di foto, di convegni, di viaggi, di annunci e di video da parte dei vari Segretari, non vediamo ancora né una politica di corretto utilizzo dei soldi che arriveranno a debito né, soprattutto, un programma di riforme che ci consenta di ripagarlo.

Anche qua mi trovo costretto a ribadire alcune semplici cifre.

Abbiamo un deficit importante: era stimato in 40 milioni a fine 2019 (ed era frutto di un bilancio tecnico, condiviso fra le forze politiche, quindi immagino fossero dati veri e non distorti), è molto facile che cresca in maniera significativa dato il crollo delle entrate dovuto alla crisi post Covid. Io credo che, considerato il calo della monofase e dell’Igr che avremo, e che irresponsabilmente come dicevo prima non avete considerato in questo bilancio, ci aggireremo attorno ai 60 milioni di deficit.

Avremo degli interessi da pagare. Se saranno vere le cifre che dice il Segretario, circa 10 milioni all’anno su un prestito di 300 milioni. Io credo sia una cifra molto ottimistica, come detto, ma diamola per buona.

Anche senza volere ripagare nulla della quota capitale, siamo attorno ai 70 milioni di correzione ogni anno, perché azzerare il deficit e pagare gli interessi è il minimo sindacale per rendere sostenibile il debito. Se, responsabilmente, vorrete anche pagare una parte della quota capitale, la cifra si alza.

Concordo che dovremmo evitare le politiche recessive, che deprimono il Pil e rendono ancora più difficile pagare il debito. Tuttavia, la matematica non è una opinione e le cifre sono lì: la domanda quindi è chiara, come pensate di reperire almeno 70 milioni di euro ogni anno per azzerare il deficit e pagare gli interessi?

Capisco che le ricette economiche di Rete, della Dc, di Motus Liberi e del mondo socialista possano essere evidentemente diverse (del resto il programma di governo su questi temi è di una genericità da fare spavento) ma una idea chiara dovete averla perché se non troverete questi soldi state condannando il paese ad incamminarsi su una china che lo porterà presto al default finanziario per impossibilità di ripagare i suoi debiti.

UN BILANCIO SENZA LINEE, SENZA IDEE SUI GRANDI TEMI

In questa legge di assestamento non c’è ovviamente alcuna linea di indirizzo sul tema delle riforme, della riduzione della spesa, della ricerca di nuove entrate, in generale per rendere sostenibile il debito che andremo a fare. Abbiamo interventi di varia natura, a copertura delle perdite degli enti partecipati, per rinnovare o creare qualche delega ed alcune scelte, devo dire interessanti, sulla segregazione delle risorse da parte di investitori, chiamiamoli, rilevanti nel nostro sistema bancario: ma manca completamente una linea di indirizzo per quello che deve essere IL tema della nostra politica economica e di bilancio.

Non credo avremo risposte neppure oggi, come non le abbiamo mai avute in passato su queste richieste. Avreste la fortuna di potere agire quasi indisturbati, visto il silenzio in cui sono piombati i sindacati e le associazioni economiche, che in passato blandivano ogni ipotesi di intervento di politica economica con motivazioni ovviamente esattamente opposte (se si faceva ad esempio un intervento per tagliare la spesa, anche piccolo, le associazioni dicevano che non era sufficiente, i sindacati organizzavano scioperi), mentre oggi si limitano a chiedere, quasi timidamente, incontri che neppure gli concedete e non succede nulla: nonostante questa situazione favorevole dal punto di vista sociale, non riuscite a determinare una minima linea per rendere sostenibile il bilancio alla luce delle scelte che state per fare.

Queste sono le considerazioni che mi sentivo di fare, perché sul testo della norma c’è poco da commentare essendo evidentemente un documento che cambierà radicalmente tra prima e seconda lettura: anche qui, esattamente quei comportamenti che in passato criticavate ferocemente e oggi applicate.

Grazie