PRIMA SCELTA POLITICA DELLA MAGGIORANZA: CREARE UNA MONETA CHE FUORI DA QUA NON
HA ALCUN VALORE
Io non penso che questo sia un progetto di
legge tecnico, come ha detto un consigliere prima di me. Penso che sia un
progetto molto politico: il primo vero atto politico della maggioranza, che per
far fronte alle difficoltà finanziarie ha scelto non di mettere in campo misure
concrete e capaci di risolvere i problemi, ma si inventa una moneta, in un
microstato circondato da un altro che usa gli euro e con cui abbiamo costanti
rapporti d’affari e di lavoro. E già questo la dice lunga su molte cose. Ma ci
arriverò.
PROPOSTA PRENDE LE MOSSE DA QUELLA ITALIANA, CHE HA BEN ALTRE BASI:
COME FUNZIONA?
Anche nella relazione al progetto di legge
viene ammesso, con onestà intellettuale devo ammettere, che il progetto dei
Certificati di Compensazione Fiscale Sammarinesi prende le mosse dal progetto
di analogo nome presentato in Italia da alcuni economisti (tra cui l’ex
Presidente della nostra Banca Centrale Bossone).
Progetto presentato da tempo, che non ha
avuto attuazione nonostante si basi su presupposti ben più solidi e strutturati
dei nostri.
La proposta italiana prevede che vengano
assegnati ad un target di persone individuato (in genere quelle a più basso
reddito, che quindi hanno una propensione al consumo più elevata ed una
propensione al risparmio più bassa) titoli che danno diritto ad uno sconto
fiscale dopo qualche anno (fra i 2 e i 4 anni, se non sbaglio 2 anni nella
proposta di Bossone). Questi titoli possono essere scontati nel sistema
bancario: quindi il sistema bancario diventa titolare del diritto al credito
fiscale e il cittadino ottiene euro da spendere subito.
L’ipotesi che sta dietro la proposta è
semplicissima: l’aumento della moneta circolante per effetto della nuova liquidità
immessa tramite il meccanismo dello “sconto bancario” è in grado di fare
aumentare il Pil, e quindi le entrate per il bilancio dello Stato, in maniera
tale da compensare le mancate entrate che ci saranno quando i Ccf andranno a
scadenza. Senza quindi che si generi un buco di bilancio.
Ipotesi semplicissima, dicevo, ma
tutt’altro che scontata nella sua effettiva realizzazione pratica. Perché
bisogna tarare il numero di Ccf, la loro scadenza, il target di persone a cui
destinarle, ecc…per fare in modo che il Pil aumenti a tal punto da compensare
le mancate entrate. E l’Italia ha gli strumenti tecnici per potere fare queste
stime, avendo dei dati econometrici abbastanza precisi, avendo stime di quello
che si chiama “moltiplicatore”, potendo quindi avere dei numeri per
non fare un esercizio di astrologia ma qualcosa di ragionato. E nonostante
questo non hanno ancora reso legge questa proposta (e forse mai lo faranno)
proprio perché il rischio di fare male i conti è elevatissimo e quindi il rischio
che il Pil non cresca quanto atteso e di creare una voragine nei conti pubblici
è concreto.
SINTESI DELLE 3 CARATTERISTICHE DELLA PROPOSTA ITALIANA
Quindi 3 sono le caratteristiche della
proposta italiana:
1. possibilità
di scontare i Ccf del sistema bancario, convertendoli in liquidità immediata;
2. scadenza
dei Ccf, e quindi minori entrate per lo Stato, posticipate nel tempo di almeno
2 anni, per dare il tempo al Pil di crescere;
3. stime
sui dati econometrici che consentono di capire quanti Ccf immettere, a chi
darli, ecc…in maniera tale da massimizzare l’impatto sul Pil e minimizzare
l’impatto sul bilancio.
Ovviamente si sta parlando di un Paese
dove il 99,9% dei consumi avviene dentro il territorio del Paese, quindi 1 euro
in più di liquidità è 1 euro in più di consumi in territorio.
E nonostante questa solidità tecnica,
ripeto, non è stata ancora concretizzata perché vi è un rischio altissimo che
il Pil cresca troppo poco e quindi si crei una voragine nei conti pubblici.
QUALI SONO LE PIÙ EVIDENTI DIFFERENZE FRA SITUAZIONE ITALIANA E
SITUAZIONE SAMMARINESE?
La maggioranza sammarinese prende le mosse
da questa proposta e la ripropone acriticamente a San Marino. Un Paese dove:
1)
Buona parte dei consumi avviene fuori
territorio (e tornerò poi su questo concetto);
2)
Le banche non sono in grado di scontare i
Ccf in euro, per carenza di liquidità da un lato e perché già non pagano tasse
per effetto dei crediti d’imposta quindi non sanno cosa farsene di un titolo
che dà diritto a sconti fiscali;
3)
Non abbiamo una mezza stima econometrica
di quanto 1 euro in più di liquidità impatta sul moltiplicatore e
quindi sul Pil, rendendo tutto un esercizio di astrologia.
E già queste
semplici considerazioni fanno capire quanto poco senso abbia questa proposta
nel nostro Paese e quanti rischi porti con sé.
STRUMENTO
VOLONTARIO, APRE AD UN PROBLEMA QUANDO CI SARÀ LA CONVERSIONE IN EURO
Forse consapevole,
quantomeno, dei primi due problemi, la maggioranza ha pensato di introdurre i
titoli fiscali caricandoli direttamente sulla Smac, in modo che il consumo
avvenga per forza in territorio e non ci sia bisogno di passare dal sistema
bancario per poterli trasformare in euro. Verrebbe da dire: bene, saggia
decisione!
C’è però un
problema, che è legato al fatto che il l’uso dei Ccf (o Titani) come meccanismo
di pagamento non può che essere volontario (la convenzione Monetaria in vigore
ci impedisce infatti di creare una nuova moneta obbligatoria), sia per il
consumatore che per il venditore, e quindi deve per forza interfacciarsi con il
tema della convertibilità in euro. E qui casca l’asino.
Come avviene
infatti nella proposta del Governo la conversione in euro dei Ccf se non si
riescono ad usare altrimenti nel mercato interno? A chi, in altre parole, rimane
il cerino in mano?
A CHI RIMANE IL
CERINO IN MANO? ALLO STATO, CHE AVRÀ MENO ENTRATE E PERDERÀ IL CONTROLLO DELLA
LIQUIDITÀ…
2 sono i soggetti
a cui rimane il cerino in mano:
1)
Lo Stato. Si perché a differenza della
proposta italiana, la conversione dei Ccf in minori tasse pagate può avvenire
“in qualunque momento”. Di fatto, non c’è neanche la minima possibilità che
possa concretizzarsi l’obiettivo fondamentale della proposta fatta in Italia
(dare il tempo al Pil di crescere a tal punto da compensare le minori entrate
dovute ai titoli fiscali), proprio perché questo tempo non c’è. Quindi è certo
che ci sarà una voragine nei conti pubblici perché le persone potranno in
qualunque momento convertire i Ccf in meno tasse. Viene, tra l’altro, meno
qualunque possibilità per lo Stato di pianificare le proprie entrate, di sapere
quanto incasserà in un determinato periodo dell’anno e quindi di tenere sotto
controllo la liquidità: altra genialata in questo momento, data la situazione
al limite della nostra liquidità. Vi suggerirei, almeno su questo, di prevedere
che la conversione dei Ccf in meno tasse pagate possa avvenire dopo qualche
anno dalla loro emissione;
…E ALLE BANCHE,
CHE POTRANNO AVERE GRAVI PROBLEMI DI LIQUIDITÀ ESSENDO OBBLIGATE A CONVERTIRE
IN EURO I TITANI
2)
Il secondo soggetto a cui rimarrà il
cerino in mano sono le banche. E questo è ancora più preoccupante. Il sistema
bancario e finanziario infatti è obbligato a convertire i Ccf in euro, con una
certa periodicità oppure in qualunque momento in presenza di certe situazioni.
Il sistema bancario e finanziario, come dicevo all’inizio, non sa cosa farsene
di questi strumenti visto che già non paga imposte o ne paga pochissime (a
causa del credito d’imposta concesso negli anni), ed ha poca liquidità a disposizione,
ma la legge prevede che sia obbligato a convertire i Ccf in euro. Che senso ha
creare un meccanismo che può generare problemi di liquidità alle banche in un
momento come questo e tenendo conto che eventuali problemi di liquidità delle
banche alla fine ricadono su di noi?
ERRORE GRAVE
PREVEDERE CHE LA RISERVA OBBLIGATORIA POSSA ESSERE VERSATA IN TITANI
Fatemi aggiungere
una cosa su questo tema: la previsione che il 20% della riserva obbligatoria
che le banche sono tenute a versare a Bcsm possa essere versata in Ccf è un
altro errore tecnico gravissimo, perché a Bcsm serve liquidità vera, risorse
vere, per poter sostenere le banche in caso di problematiche finanziarie (a
questo serve la Riserva Obbligatoria), dei Ccf non sa cosa farsene. Capisco che
dobbiate dare un uso a questa proposta, ma come fa Bcsm a sostenere le banche
in caso di necessità se non ha euro a disposizione?
Quindi allo Stato
da un lato (con minori entrate anche immediate e con l’impossibilità di
pianificare la propria liquidità) e alle banche dall’altro (con la necessità di
conversione immediata dei Ccf in euro, anche se non li hanno) resteranno i
grandi problemi di questo strumento.
“MA TANTI
ADERIRANNO AL SISTEMA, ANDRÀ TUTTO BENE…”, DICE LA MAGGIORANZA
Ma a questo la
maggioranza risponderà: “ma che problemi ci saranno mai? Le persone useranno i
Ccf per pagare i beni, i servizi e i fornitori, aderiranno al circuito grazie
agli incentivi che son stati previsti, quindi genereremo nuovi consumi, nuovo
Pil e crescita economica”.
Al di là
dell’ottimismo o del pessimismo rispetto all’uso dello strumento e quindi al di
là del pensiero su quanto, alla fine, peserà sullo Stato e sulle banche, vanno
sottolineate due cose rispetto a questa facile risposta.
IN QUESTO
MOMENTO I RISCHI NON VANNO CORSI,
PERCHÉ CI MUOVIAMO SUL FILO
La prima, en
passant, è che in questo momento anche un rischio non va corso, perché stiamo muovendoci
sul filo del rasoio a livello di bilancio. Se lo strumento sarà poco utilizzato
sul mercato, banche e Stato rischiano tantissimo.
Guardo soprattutto
agli operatori economici, soprattutto quelli che dovranno sostanzialmente
accettare per forza i Ccf (ad esempio chi parteciperà ad appalti pubblici, come
poi dirò), che devono pagare i loro fornitori esterni in euro e quindi avranno
necessità di convertirli con alta probabilità.
MA SE ANCHE
TANTI ADERISSERO, CI SAREBBERO REALMENTE EFFETTI SULLA CRESCITA ECONOMICA E I
CONSUMI?
La seconda è più
sostanziale: se anche venisse utilizzato, quale sarà l’effetto sulla nostra
economia? Come detto non abbiamo alcun dato per fare una stima numerica, allora
provo a fare qualche ragionamento di tipo empirico.
Nella proposta
della maggioranza, a differenza di quella italiana, non si crea nuova moneta,
nuova capacità di consumo, tranne in pochi casi (come alcuni sussidi sociali o
gli scarsi incentivi presenti): la gran parte dei Titani deriverebbe da
conversione di una parte del proprio stipendio, oggi pagati in euro, che
verrebbe pagato in Titani. In Italia invece è nuova moneta, creata ex novo
(ovviamente al prezzo di un aumento del debito futuro tramite le minori
entrate).
LE SCELTE DI
CONSUMO DEI SAMMARINESI DIPENDONO DA MOTIVI PROFONDI: NON SONO I TITANI A
POTERLI CAMBIARE
Le scelte di
consumo che ogni cittadino sammarinese fa, ed in particolare la scelta di
consumare all’interno o all’esterno della Repubblica, dipende in larga misura
da questioni strutturali, quali:
1) la
differenza di prezzo tra l’interno e l’esterno, che in molti settori e in molti
ambiti esiste (e non è mia intenzione in questo momento andarne a indagare i
motivi, certamente complessi e profondi) e che è ovviamente l’elemento più
importante sulle scelte di consumo;
2) la
presenza maggiore fuori territorio della grande distribuzione (che consente di
usufruire di offerte che qua non ci sono),
3) la
presenza fuori dai nostri confini di marchi e catene di largo consumo non
presenti a San Marino;
4) la
maggiore offerta e diversificazione di servizi esistenti all’esterno;
5) infine
tutti gli acquisti che vengono fatti sui più importanti siti di commercio on
line (Amazon ma anche tanti altri) che sono ovviamente tutti acquisti non fatti
a San Marino.
Questi motivi strutturali
che ci portano a consumare a San Marino sono profondi, e non cambiano certo
avendo qualche soldo in più sulla Smac.
CON TUTTA
PROBABILITÀ, QUELLO CHE PRIMA SI PAGAVA IN EURO SI PAGHERÀ IN TITANI, MA IL
CONSUMO NON CRESCERÀ
Quindi cosa
potrebbe ragionevolmente succedere? Che se una quota dello stipendio, dei
sussidi sociali, ecc…venisse anche messa sulla Smac, perché la persona
volontariamente accetta di farlo, con tutta probabilità spenderebbe in
territorio più o meno la stessa cifra che spendeva prima: semplicemente
pagherebbe con i Titani (e quindi con la Smac) anziché con gli euro!
In altre parole,
se io prima consumavo in territorio 1000€ al mese (perché, dati i motivi
strutturali che prima indicavo, le mie scelte di consumo mi portavano a questa
allocazione di risorse), adesso consumo 1000 Titani al mese, pagando con la
Smac, e compro fuori come compravo prima col resto del mio stipendio, pagando
in euro.
EFFETTO
SULL’ECONOMIA? ZERO, AUMENTANO SOLO COSTI GESTIONALI
Effetto
sull’economia? Evidentemente zero! Aumentano solamente i costi, perché comunque
per gestire sta roba bisogna mettere in piedi una infrastruttura tecnica e
tecnologica che costa all’inizio e costa ogni anno in termini di gestione, di
personale, ecc…e non solo a livello dello Stato ma anche a livello di banche e
di operatori economici che devono gestire questo nuovo strumento.
Questa è la
situazione.
EFFETTI DELLA
PROPOSTA SAMMARINESE: SINTESI!
In sintesi:
1. probabilissimi
scarsi effetti sui consumi e sullo sviluppo economico, sia perché le scelte di
consumo fra territorio e fuori territorio dipendono da fattori molto
strutturali e profondi, sia perché non si crea nuova moneta sia perché (per
ovvie ragioni legate alla Convenzione Monetaria) lo strumento non può che
essere volontario;
2. rischi
notevoli per lo Stato che, per effetto della possibile conversione dei Titani
in minori entrate che può avvenire in qualunque momento, dovrà rinunciare ad
importanti entrate e perderà il controllo sulla liquidità;
3. potenziali
problemi di liquidità per le banche, che dovranno convertire in euro
obbligatoriamente i Titani, anche se non li hanno. Mettendo anche a rischio il
sistema, sia perché Bcsm avrà meno liquidità da mettere a disposizione delle
banche in caso di difficoltà (visto che una quota della Riserva Obbligatoria
sarà versata in Titani e non in euro), sia perché alla fine della fiera è lo
Stato che paga se le banche vanno in crisi.
A COSA SERVONO
REALMENTE I TITANI? A RISOLVERE UN PROBLEMA DI LIQUIDITÀ DELLO STATO, A PAGARE
TUTTA UNA SERIE DI COSE CON UN “PAGHERÒ” ANZICHÉ CON EURO
Allora a cosa
serve, realmente, tutta sta cosa?
Ad una sola cosa:
a risolvere un problema di liquidità dello Stato, almeno a breve termine
(perché, come dicevo prima, una volta emessi sono proprio i Ccf che potranno
aumentare questi problemi di liquidità). Non abbiamo liquidità nel breve
termine, a causa dell’incapacità del Governo di trovare euro, soldi veri, per
far fronte all’esigenza dell’economia. E allora la maggioranza e il Governo
hanno pensato bene di creare un nuovo strumento, un pagherò, per far fronte ad
una serie di obbligazioni che dovrebbe pagare in euro.
Questa è l’unica
reale finalità e l’unica reale funzione di questo strumento. Di fatto un debito
posticipato.
Basti pensare, per
capire quanto è solida questa funzione di ridurre le uscite immediate per il
bilancio, basti pensare a 4 cose:
SILENZIO-ASSENSO
PER ADESIONE AL SISTEMA DEI TITANI: SE UNO NON È ATTENTO, ADERISCE A SUA
INSAPUTA
1. la
volontarietà dell’adesione è tradotta con meccanismi di silenzio-assenso, che è
di fatto una truffa ai cittadini. Se qualcuno, infatti, un po’ distratto
rispetto alle vicende del nostro Paese, non dovesse accorgersi entro 30 giorni
dall’entrata in vigore di questa legge, si troverà il 30% del suo stipendio
sopra i 1000€ convertito in Ccf: quindi lo Stato potrà pagare parte degli
stipendi e delle pensioni con sta roba qua, risparmiare risorse e togliere ai
cittadini la possibilità di decidere cosa fare coi propri soldi;
SUSSIDI SOCIALI PAGATI IN TITANI: SERVIREBBERO EURO VERI
2. una
serie di sussidi sociali a persone in difficoltà sono pagati in Ccf. Il Governo
sa bene che queste persone hanno bisogni immediati, non ha i soldi per aiutarli
e non sa trovarli, e quindi li paga con un “pagherò” (col rischio che non
trovino operatori economici disposti ad accettarli);
EURO SULLA SMAC CONVERTITI D’UFFICIO IN TITANI: STARE ATTENTI
3. tutto
il valore attualmente caricato sulle Smac verrà convertito in Ccf. Anche qua
una truffa ai cittadini, solo per consentire allo Stato di risparmiare euro,
perché anche qua le persone distratte che non sanno dell’entrata in vigore di
questa norma non potranno avere il tempo di spendere i loro euro come meglio
credono;
OBBLIGHI (DI FATTO) PER CHI PARTECIPA AD APPALTI DI ACCETTARE I CCF
(E POI SI ANDRÀ IN BANCA A CAMBIARLI IN EURO)
4. le
aziende, per poter vincere appalti pubblici, di fatto dovranno accettare che
una quota del loro appalto venga pagato in Ccf. Questo fa risparmiare euro allo
Stato, ma è facile pensare che poi queste aziende, se non riusciranno a
sbolognarli ad altri soggetti, andranno velocemente a cambiarli in euro in
banca, andando a pesare sulla liquidità delle stesse banche come dicevo sopra;
DECRETO SULLA NUOVA MISSION DI BANCA NAZIONALE SAMMARINESE: PASSIVITÀ
CONVERTITE D’UFFICIO IN TITANI, È UN DEFAULT!
Infine,
paradossale ma lo avete fatto davvero, all’articolo 7, comma 6, lettera b)
punto 2, la conversione (obbligatoria, in questo caso) in Titani di una quota
delle passività della ex Banca Cis che la legge sulle risoluzioni bancarie
prevedeva che venissero protette e quindi rimborsate in euro. Vi rendete conto
che se un risparmiatore, legge alla mano, fa un ricorso contro questo articolo,
chiunque sancisce che lo Stato ha fatto un default finanziario perché non è in
grado di rimborsare in euro le obbligazioni che lo Stato ha creato?
CHIARIRE LA FUNZIONE REALE DELLA NORMA E NON GONFIARLA DI
SIGNIFICATI
Al
netto di questa pazzia che ho appena evidenziato, perché di pazzia si tratta
visto che tecnicamente è un default dello Stato e voi lo certificate nella
norma, si capisce bene da questi punti che ho evidenziato quale sia l’unica
vera funzione di questo strumento.
Non
pagare oggi, fare finta di non incrementare il debito pubblico oggi,
spostandolo su domani al prezzo di creare potenziali problemi alle banche e
allo Stato, in termini di difficoltà di pianificare la liquidità.
Le
parti sociali, quasi tutte, hanno manifestato svariate critiche ad una norma
introdotta senza confronto e senza ragionamento, riportando una proposta
elaborata in Italia, che come dicevo in partenza ha tutt’altre dinamiche e
tutt’altre basi economiche, senza ragionare sulle conseguenze.
CONCLUSIONI: SI CERCA LA STRADA FACILE, I CITTADINI SIANO INFORMATI
Non
mi aspetto grandi ragionamenti da parte vostra, troppo ghiotta è la possibilità
di poter evitare di pagare in euro cose che andrebbero pagate in euro, visto
che non siete capaci di trovare liquidità vera. Meglio quindi inventarsi cose
strane, anziché fare il proprio lavoro di Governo, anche nelle difficoltà.
Nostro
compito sarà informare in tutti i modi possibili i cittadini perché cerchino di
sfruttare i pochi giorni che avranno a disposizione per rifiutare sta roba, anche
per evitare che ne vengano emessi troppi e che, davvero, questa vostra follia
crei problemi allo Stato e alle banche per i motivi che dicevo.