Eccellenze e colleghi,
cercherò di dividere l’intervento
analizzando prima quanto successo nel caso specifico e poi cercando di guardare
all’incontro politico che ci sarà e a quello che da esso dobbiamo ottenere.
NESSUNA SODDISFAZIONE PER AZIONE DEL GOVERNO DI FRONTE A UN FATTO
GRAVE
Riguardo a quanto successo, dico subito
che contrariamente agli interventi del Segretario Capicchioni e di altri
colleghi di maggioranza, io non sono per nulla soddisfatto di come si è
comportato il Governo in questa circostanza.
Siamo di fronte ad un fatto grave per la
reputazione, la credibilità e l’immagine della Repubblica di San Marino, che
ancora una volta ci fa passare per un paese sotto pressione e nel quale chi ci
vive o ci lavora, se cittadino italiano, non può stare tranquillo rispetto alle
iniziative di istituzioni del nostro vicino. Non sto qui ad analizzare le
motivazioni di queste azioni, ma credo che tutti capiamo che la percezione per
chi si è trovato a ricevere un questionario con la richiesta di motivare una
serie di operazioni bancarie svolte con l’Italia anche 7 anni fa, non sia stata
davvero positiva. E di fronte a questa percezione non basterà certo dire “si ma
adesso tutto è cambiato”, perché il problema è oggi ed è grosso per tantissimi
cittadini.
IMPORTANTE QUANTO OTTENUTO IN QUESTI ANNI MA NON BASTA
Certo, è molto importante ciò che abbiamo
ottenuto in questi anni grazie ad una azione legislativa, alla creazione di
organismi di controllo e scambio di informazioni ed alla maturazione di una
consapevolezza forte della necessità di cambiare strada; una azione a cui tanti
hanno contribuito, dalla maggioranza e dall’opposizione, nonostante molte
resistenze, che ci ha permesso di uscire dalla black list, di firmare una serie
di importanti accordi con l’Italia, di recuperare reputazione e rapporti. Questo
lo sottolineo anche io con piacere ma, purtroppo, come dicevo, raccontarci
questa storia non servirà a rassicurare chi si è trovato a ricevere questi
questionari, i tantissimi cittadini italiani che già vivono o lavorano a San
Marino o che addirittura sono cittadini sammarinesi, le tantissime imprese che
guardano San Marino e cercano certezze delle regole e dei rapporti con l’Italia.
IL GOVERNO NON HA SAPUTO AIUTARE I CITTADINI E I RESIDENTI DI
FRONTE A QUESTA AZIONE ITALIANA
Dicevo che di fronte a questo fatto grave
la risposta del Governo è stata assolutamente insufficiente.
La prima cosa che è mancata, e lo
sottolineo a caratteri cubitali, è stata un’opera di aiuto ai cittadini che si
sono ritrovati a ricevere questa lettera e questa richiesta di dati e
informazioni molto spesso difficili da reperire. I cittadini sono stati
lasciati soli, lo Stato sammarinese non è stato capace di creare uno sportello
informativo o un unico punto di contatto per la richiesta di informazioni su
come comportarsi, o comunque se lo ha creato non è stato minimamente capace di
comunicarlo agli interessati: questo ha fatto si che le persone abbiano come
sempre dovuto arrangiarsi da sole, pagando di tasca loro professionisti,
mettendosi in contatto con chi poteva dare informazioni su come comportarsi e
su quale documentazione produrre, perdendo tempo e denaro e vedendo quindi uno
Stato poco attento a queste situazioni di grande impatto.
Bastava uno sportello, un punto di
contatto, un numero verde e un indirizzo di posta elettronica, come diceva il
collega Podeschi, per dare una risposta importante. Ma non c’è stato nemmeno
questo.
Quindi questo è stato il primo elemento di
insufficienza grave dell’azione del governo. Che non ha minimamente rispettato
l’odg approvato all’unanimità dalla Commissione Esteri il 7 aprile scorso, che
dava mandato di attivare un punto di contatto a disposizione dei soggetti
interessati per fornire supporto tecnico. Ancora una volta il Governo si
dimostra inadeguato.
NESSUN RICORSO ALL’OCSE NONOSTANTE CI FOSSERO GLI ESTREMI
A livello politico, invece, la reazione c’è
stata a livello di comunicati stampa e dichiarazioni, ma dal punto di vista dei
risultati, nonostante le parole rassicuranti che oggi dite, ancora non si vede
nulla di concreto.
Il Governo ha nell’immediato paventato la
volontà di portare il caso all’OCSE, per segnalare l’utilizzo di procedure, da
parte dell’Italia, non compatibili con gli standard Ocse e gli accordi firmati.
Una procedura che è assimilabile alla fishing expedition, concordo su quanto
detto da altri colleghi, e che andava denunciata nelle sedi competenti. Ma
nulla si è più saputo su questo fronte, sarebbe stato un atto forte di politica
estera che non è arrivato.
INCONTRO TECNICO SI È CONCLUSO CON LE SOLITE PAROLE
Il Governo ha ottenuto invece, finora, un
incontro tecnico, che ha portato ad un comunicato congiunto pieno di parole
rassicuranti ma che nella sostanza non risolve nulla, riconfermando quindi cose
già dette sulla bontà e la positività dei rapporti per il futuro ma senza dare
alcuna risposta sul caso concreto e nemmeno su eventuali casi futuri che
dovessero avere a che fare con iniziative autonome di amministrazioni italiane,
basate magari su dati legati all’utilizzo della rete bancaria italiana o di
strumenti di pagamento italiani da parte di San Marino, come ha ben detto la
Commissione Esteri nell’odg approvato all’unanimità.
Io non so se vi siete detti altre cose che
non sono scritte nel comunicato congiunto, ma io da lì non leggo cose positive
o comunque non leggo nulla di nuovo rispetto a quanto già detto a più riprese.
INCONTRO POLITICO TARDIVO MA QUANDO CI SARÀ VA RIEMPITO DI
CONTENUTI
Vi è poi l’incontro politico, che il
Governo ha giustamente richiesto, ma non ancora ottenuto, alla controparte
politica italiana. Un incontro che, a sentire il Segretario, dovrebbe avvenire
a breve ma che, in un rapporto normale fra Stati, dovrebbe avvenire come prima
cosa, prima ancora degli incontri tecnici.
Un incontro quantomai necessario e che non
potrà limitarsi a qualche foto e a qualche comunicato pieno di sorrisi e
trionfalismi, ma che va veramente riempito di contenuti concreti, anche per il
futuro.
E se, come forze politiche, ci dividiamo
sul giudizio sul Governo e sul suo operato a tutela dei suoi cittadini, credo
che occorra essere uniti e coesi per affrontare al meglio appunto il passaggio
politico nell’interesse della Repubblica di San Marino. Se il Governo ha la
volontà di confrontarsi con le forze politiche su questo passaggio anche di
opposizione, noi non ci sottraiamo al ruolo.
NECESSARIO SOTTOSCRIVERE UN PROTOCOLLO OPERATIVO DI CONSULTAZIONE
PREVENTIVA SU INIZIATIVE DI AMMINISTRAZIONI CHE IMPATTANO SU ALTRO STATO
Dal nostro punto di vista due sono i punti
centrali che dovremo portare al tavolo con la controparte.
Il primo è quello di stendere un
protocollo operativo congiunto che consenta di introdurre una procedura di
consultazione preventiva fra gli Stati di fronte ad iniziative o richieste di informazioni
di amministrazioni italiane o sammarinesi che coinvolgono cittadini o residenti
dell’altro Stato, per trovare assieme le modalità migliori per porle in essere
in modo da non danneggiare nessuno, nemmeno a livello di immagine.
Questa per noi è una assoluta necessità,
altrimenti saremo sempre esposti ad iniziative certamente legittime provenienti
dall’Italia ma potenzialmente devastanti come queste. Se davvero, come dite,
adesso c’è un dialogo forte fra gli Stati, è il momento di dimostrarlo
prevedendo questa procedura operativa che ci consenta di avere una dignità e di
non subire sempre questi enormi danni di immagine ad ogni iniziativa delle
amministrazioni italiane.
NECESSARIO CHIARIRE ASPETTI SOSPESI DELL’ACCORDO SULLE DOPPIE
IMPOSIZIONI
L’altro punto centrale, e qui condivido
quanto detto da alcuni colleghi di maggioranza, è quello di completare l’accordo
contro le doppie imposizioni chiarendo con precisione alcuni punti rimasti
dubbi, in particolare sull’esterovestizione, sul concetto di stabile
organizzazione, sulla residenza fiscale, sulla tassazione di alcuni specifici
redditi, e altre tematiche per noi fondamentali se vogliamo dare un quadro
giuridico certo a chi investe in territorio.
Anche su questo non ci si può accontentare
delle parole ma servono accordi scritti e procedure codificate. Perchè,
riprendo le parole del collega Cenci, non basta più “sentirsi dire” ma servono
scritti.
SERVE DIALOGO MA IL GOVERNO NE È CAPACE?
Ripeto, nell’affrontare questi temi
centrali per la nostra sovranità, per la nostra immagine e per la capacità di
attrarre investitori, serve dialogo con tutto l’arco parlamentare, specie
quando occorre decidere cosa portare al tavolo della trattativa politica con l’Italia.
La stessa cosa l’abbiamo proposta proprio in questa seduta relativamente alla
trattativa con l’Europa, è un concetto fondamentale.
Vedo però che finora il Governo ha come
sempre agito da solo, senza spiegare nulla a nessuno, producendo risultati che
ripeto sono insufficienti. Mi auguro cambi registro.