Eccellenze e
colleghi consiglieri,
sono 3 le
comunicazioni che intendo fare in questo comma.
La prima
questione su cui mi voglio focalizzare, e che abbiamo riassunto in un odg che
presentiamo, riguarda l'Accordo di associazione con l’Unione Europea e i suoi
contenuti. Accordo che, lo ribadiamo, rappresenta un passaggio estremamente
importante per la Repubblica e va affrontato con la massima attenzione e
condivisione, anche coi cittadini. Che purtroppo, lo devo rilevare, finora
manca: pochissimi sanno il percorso che stiamo facendo, meno ancora ne
conoscono i contenuti, compreso questo Parlamento, paradossalmente, che viene
informato solo saltuariamente sullo stato dell’arte. Su questo il Governo
dovrebbe fare moltissimo di più, essendo quello della pubblicità un punto
centrale dell’odg approvato, se non erro, nel Gennaio 2015 nell’ultimo
dibattito fatto.
Come è stato
detto recentemente in Commissione Esteri, a breve dovrebbe arrivare dall'UE una
proposta per quanto riguarda la parte istituzionale dell'accordo, vale a dire
le regole di funzionamento dell'accordo, di recepimento delle direttive e
decisioni Ue, di risoluzione delle controversie, di salvaguardia delle
specificità dei piccoli Stati, ecc...una proposta che, riteniamo, dovrà essere
discussa in Consiglio non appena giungerà, in modo che possa essere
compiutamente analizzata non solo in sede governativa ma anche in sede
parlamentare.
Ma fatto
questo, crediamo necessario affrontare quanto prima, a beneficio soprattutto di
chi sta seguendo la trattativa in sede politica e tecnica, la questione di cosa
San Marino vuole chiedere all'UE in termini di deroghe o trattamenti
chiamiamoli "di favore", a tutela del proprio buon funzionamento
interno. Si dice spesso che l'UE sarebbe sensibile e consapevole delle
problematiche dei Piccoli Stati ma siccome difficilmente potremo ottenere tutto
quello che ci servirebbe, è bene ragionare per priorità ed individuarle.
Con questo
odg che presentiamo, quindi, chiediamo che il Consiglio dibatta su queste
priorità in termini di deroghe da ottenere. Noi ne abbiamo identificate alcune
che secondo noi sono centrali. Sicuramente le deroghe sulla libera circolazione
delle persone, in termini di controllo ai permessi di lavoro e residenza: qui
lo strumento delle quote, già utilizzato da altri Paesi, potrebbe essere
interessante, ma bisogna decidere. Poi il tema della libera circolazione delle
merci, il superamento del T2 e la gestione autonoma delle dogane: vogliamo
recuperarla o meno? Possiamo sopportarne i costi o no? Domande a cui
rispondere, così come occorre capire sul tema della libera circolazione dei
servizi fino a dove ci possiamo spingere, in particolare riguardo ai servizi
strategici (es: le Telecomunicazioni) e ai monopoli naturali (utenze pubbliche
per intenderci).
Infine un
grande tema su cui stiamo parlando poco: la sovranità fiscale. Il dibattito su
questo è molto caldo anche in questi giorni, relativamente all'Iva sammarinese
e alle sue aliquote. Qualcuno dice giustamente che la leva fiscale è una delle
poche armi di competitività che ci sono rimaste ma, allo stesso tempo, si fa
notare che l'UE dovrà esprimersi sulle aliquote che saranno fissate e dovrà valutare
se sono "eurocompatibili", diciamo così; il tutto mentre pare che nel
recente incontro ad Andorra fra le delegazioni delle Commissioni Esteri, siano
stati proprio gli andorrani a dire che le aliquote IVA, da loro recentemente
introdotte, non sono state ritenute adeguate dall'UE perchè troppo basse e
quindi distorsive della concorrenza. La stessa questione vale ovviamente anche
per le imposte dirette, e quindi la possibilità di ridurre le imposte per
persone fisiche o imprese.
Cosa vogliamo
dire all'UE su questo? Siamo disponibili ad accettare limiti alla nostra
sovranità fiscale oppure vogliamo che questa sia una delle principali deroghe
da richiedere? Cosa ne pensa il Consiglio su questo? Se noi domani volessimo
portare la tassazione sulle imprese al 10%, vorremmo che qualcuno ci dicesse di
non farlo?
L’odg è
assolutamente aperto, sia sui temi individuati sia sulla forma. È un contributo
che intendiamo dare su un tema fondamentale per noi, a cui dobbiamo
approcciarci con piena cognizione di causa e sapendo bene cosa ci serve
ottenere nella trattativa. Su questo chiediamo che il Consiglio dibatta e
prenda delle decisioni, in modo che chi segue la trattativa a livello politico
e tecnico sappia come comportarsi. Penso che tanti consiglieri possano condividere
questa necessità
La
seconda comunicazione che mi sento di fare riguarda la vicenda Cassa di Risparmio.
Bene
ha fatto il coordinatore Renzi a riportare in auge il tema, qualche giorno fa
eravamo stati noi con un comunicato stampa a fare la stessa cosa, ricordando
gli impegni presi dalla maggioranza con l’ordine del giorno approvato qualche
mese fa e ancora completamente inattuato.
Ma
anche qui tutto tace, a parte le prese di posizione. La ridefinizione
dell’assetto proprietario, che doveva consentire allo Stato di ottenere una
quota del capitale sociale adeguata allo sforzo fatto in questi anni e che
doveva essere posta in essere entro Marzo, si è persa nelle nebbie. La
ristrutturazione della governance, che dovrebbe avvenire in sede di
approvazione del bilancio, temiamo farà la stessa fine.
Intanto,
sembra che sia stata nominata Amministratore Delegato una persona molto vicina
all’attuale Direttore Generale, che peraltro ha mantenuto il suo ruolo
nonostante un rinvio a giudizio per riciclaggio sulla testa. Si sono perse le
tracce dell’aumento di capitale, ora è stata fatta una emissione
obbligazionaria di 40 milioni che dovrebbe servire a questo scopo ma non
sappiamo come è andata, chi l’ha sottoscritta, nulla.
Denunciamo
in questa sede, ancora una volta, come alle parole non seguano i fatti. Su
quell’ordine del giorno c’era stata una apertura di credito anche da parte
nostra perché, obiettivamente, i contenuti e le volontà erano buone. Il
problema è che non è stato minimamente posto in essere perché il feudo
democristiano deve rimanere saldo e quindi, superata la burrasca politica del
momento, tutto è finito nel dimenticatoio.
Una
situazione veramente inaccettabile, e ci auguriamo che entro breve chi vuole
giustamente una discontinuità forte nella gestione tragga le dovute
conseguenze.
L’ultima
comunicazione riguarda la vicenda dei medici, una vicenda certamente antipatica,
fermo restando il diritto della stampa a pubblicare notizie di interesse
generale di cui venga in possesso, perché non è mai positivo vedere pubblicate
pari pari conversazioni di natura privata, fatte coi toni accesi e a volte di
sfogo di una conversazione privata fra persone evidentemente deluse per la
mancanza di risposte a problemi evidenziati da molto tempo.
Paradossalmente,
in questo modo, sono i medici a passare da colpevoli di chissà quali volontà di
blocco dei servizi o di insurrezione generale mentre a passare da vittima è chi
invece i problemi avrebbe il compito di risolverli ma che, a parte qualche intervista
rassicurante e qualche conferenza stampa, non sta facendo nulla. Vale a dire il
Segretario Mussoni e, per riflesso, il Comitato Esecutivo.
L'ordine
del giorno del Luglio 2015, che conteneva una serie di interessanti indicazioni
per risolvere le problematiche del corpo medico e dare funzionalità, efficacia
e competenza alla nostra sanità, giace completamente inattuato, nonostante sia
stato riconfermato anche nella scorsa seduta, dopo un dibattito che ha visto
ancora una volta la maggioranza a protezione dell'establishment politico e
tecnico dell'Iss. Si parlava di selezione per concorsi, di formazione
obbligatoria, di valutazione delle prestazioni e ridefinizione della
retribuzione legata a questa valutazione, e tante altre questioni: ma tutto
tace, come si diceva.
Purtroppo,
mentre la maggioranza se la canta e se la suona e preferisce anteporre i suoi
equilibri politici alla funzionalità del servizio, le cose peggiorano, i
problemi restano aperti, i professionisti se ne vanno o, se restano, sono
sempre più frustrati per condizioni di lavoro non soddisfacenti. Non so come
pensate che la sanità possa migliorare in queste condizioni.
Del
resto questa maggioranza e questa legislatura ci hanno abituato
all'immobilismo, al rinvio dei problemi e al posticipare continuamente le
soluzioni. La questione sanitaria non fa eccezione ed il sentimento dei medici,
che emerge nelle conversazioni private che sono state carpite, sta lì a
dimostrarlo.