INTERVENTO DIBATTITO SU ISS - 17_3_16



NESSUNA DELEGITTIMAZIONE MA SPINTA A MIGLIORARE
Il Segretario Mussoni ha ritenuto di anticipare questo dibattito, e l’audizione fatta in Commissione il 7/3, dicendo che non bisogna delegittimare la sanità e la fiducia degli utenti nel servizio.
Tengo a dire in apertura di intervento che sottolineare quello che non va non significa delegittimare la sanità sammarinese. Anzi, è proprio per migliorare le cose che bisogna analizzare in maniera molto aperta le criticità e i problemi, altrimenti tutto continuerà come sempre.
AUDIZIONE COMITATO ESECUTIVO: SCARICO DI RESPONSABILITÀ SUL PASSATO E SU PROCEDURE E SOFTWARE
Nell’audizione del 7/3 che, sottolineo, è stata richiesta dall’opposizione e non dal Segretario, il Comitato Esecutivo ha portato una serie di dati e informazioni certamente interessanti, che tendono ad attribuire tutti i problemi a scelte del passato: dai problemi sulle convenzioni con i professionisti alle questioni legate all’organizzazione del personale, passando per la responsabilità della non certificazione degli ultimi bilanci e per le problematiche nell’erogazione dei servizi specialistici, finanche agli ultimi problemi legati alle file nelle farmacie.
E, quando nella relazione non c’è uno scarico di responsabilità sul passato, si dà la colpa a non meglio precisate sperimentazioni su nuovi software, dimenticando di sottolineare che quando si fanno certe modifiche alle procedure bisognerebbe essere pronti, avere preparato le cose per tempo, evitando questi disservizi.
Ma c’è anche la terza motivazione alle cose che non vanno, che viene usata ad esempio per la riorganizzazione della medicina di base: che ci vuole pazienza, che le riorganizzazioni necessitano di tempo, che bisogna essere fiduciosi che le cose andranno meglio entro breve. Nel frattempo la riorganizzazione ha tolto la possibilità per i pazienti di essere visitati dal proprio medico il Sabato (che era un toccasana per le persone che lavorano), ha trasformato i medici in burocrati e gli infermieri in medici, ha complicato gli accessi e allungato i tempi di attesa anche solo per fare delle ricette. Peggiorando molto le cose.
LA SANITÀ È MIGLIORATA O PEGGIORATA RISPETTO A 2 ANNI FA?
Una relazione e una analisi che non danno risposta ad una domanda fondamentale, centrale: la cittadinanza ritiene che il servizio sanitario sia migliorato o peggiorato rispetto a 2 anni fa? Questa semplice risposta darebbe già un giudizio inappellabile sull’opera di questo Comitato Esecutivo e di questa Segreteria.
Ed è una risposta che non sarebbe difficile da ottenere, in un Paese così piccolo, coinvolgendo i fruitori dei servizi in una indagine seria e anonima. È una cosa che andrebbe fatta ogni anno in maniera seria e organica, ma che ci si guarda bene dal fare.
QUANTI DEVONO AFFIDARSI A SANITÀ PRIVATA PERCHÉ NON TROVANO RISPOSTE IN QUELLA PUBBLICA?
E che andrebbe accompagnata da un’altra domanda: oggi, rispetto a 2 anni fa, sono più o meno gli assistiti che devono rivolgersi a prestazioni libero-professionali private perché non riescono ad ottenere risposte soddisfacenti e veloci dalla nostra sanità? Anche questa è una risposta importante che darebbe un elemento di giudizio chiaro su come sta andando la sanità. Ed anche, eventualmente, sulle modifiche necessarie per ridare la piena assistenza gratuita soprattutto alle categorie più deboli.
SENSAZIONE È CHIARA: LE COSE STANNO PEGGIORANDO
In assenza di dati oggettivi, posso dire che dal mio punto di vista, ma anche da quello di tanti cittadini, le risposte sono chiare ed evidenti. Basta guardarsi attorno: i cittadini sono meno soddisfatti rispetto a 2 anni fa e si devono sempre più rivolgere alla sanità privata perché non trovano risposte adeguate in quella pubblica. Con gravi problematiche per chi la sanità privata non può permettersela.
Ma non basta: i cittadini pagano molto più di prima anche i farmaci, anche qui a prescindere dal reddito e dalle condizioni di vita del paziente, mettendo in forte difficoltà persone non abbienti. Altra scelta di cui i decisori politici e tecnici dovrebbero essere chiamati a rispondere perché soluzioni alternative c’erano e ci sono (alcune proposte anche di recente con Istanze d’Arengo ovviamente bocciate).
Non c’è nessun numero, nessuna parola che possa superare queste semplici constatazioni. Che certificano il fallimento di una gestione, politica e tecnica.
RICHIESTA DI ALLONTANAMENTO DEL DG È IL MINIMO
Di fronte a questo ritengo che il Congresso di Stato debba prendere una posizione ufficiale sulla figura del Direttore Generale, ed in generale del Comitato Esecutivo, e sul loro operato. Prendendo atto che le cose non sono andate bene, che la sanità in questi anni è peggiorata, e procedere su una nuova strada.
MA CI SONO MOLTI PROBLEMI POLITICI: ODG NON È ATTUATO
Questo è il minimo sindacale, perché ci sono anche problemi di natura politica.
Nell’odg approvato dall’aula il 23 Luglio scorso, il Consiglio impegnava il Governo al fine di:
1.      definire celermente il fabbisogno del personale dell’ISS e procedere alla copertura delle posizioni previste, attraverso soluzioni che privilegino la stabilità lavorativa, quali ad esempio il concorso;
2.      rivedere le retribuzioni del personale medico che tengano conto delle diverse specificità, dei diversi livelli di responsabilità e, personalmente lo sottolineo a caratteri cubitali, di un sistema di valutazione delle prestazioni;
3.      introdurre regole sulla formazione obbligatoria dei medici e la verifica periodica delle competenze; questione fondamentale, quando si va giustamente verso logiche di stabilizzazione, per avere medici sempre aggiornati e preparati
4.      individuare, attraverso il confronto con tutte le forze politiche, soluzioni e proposte sulla libera professione;
5.      presentare – entro Settembre 2015 – un programma di interventi attuativo dei sopracitati impegni.
Trascorsi quasi 9 mesi da questi impegni, la situazione è sconfortante.
Il fabbisogno? Un miraggio. Sempre pronto, sempre in arrivo, ma mai posto in essere.
La stabilizzazione? Di fatto, una sanatoria che non guarda assolutamente nè al merito, né alle professionalità, né alle capacità dei professionisti. Una cosa, riteniamo, anche svilente per i professionisti stessi.
I concorsi? Nemmeno l’ombra.
La revisione delle retribuzioni? Una chimera, nonostante risulti perlomeno assurdo che un medico abbia lo stesso contratto di un dipendente PA, quando svolge una attività molto diversa in termini di rischio, studio e orari. Ma, soprattutto, nonostante ancora oggi i contratti vengano fatti non sulla base delle professionalità e di un sistema di valutazione delle prestazioni ben definito – come si chiede al punto 2 – ma spesso solo sulla base di valutazioni discrezionali del Comitato Esecutivo. Un aspetto questo che svilisce chi lavora seriamente e non attira professionisti seri in territorio.
Formazione obbligatoria e verifica delle competenze? Altre due chimere, al momento.
C’è poi la libera professione, su cui il confronto richiesto non c’è stato. Il Comitato Esecutivo ha emanato un regolamento che di fatto ricalca la legge abrogata, il Governo ha lasciato fare. Restiamo disponibili al confronto, ci possono essere molte soluzioni applicabili, ma bisogna volerci ragionare senza escamotage.
Il piano attuativo di quell’odg, come logica conseguenza, non esiste.
EMERGENZA DEI MEDICI CHE SE NE VANNO
Anche a causa di tutto questo si crea l'emergenza dei medici che se ne vanno dalla nostra struttura.
In alcuni reparti è un turnover continuo di medici che restano pochi mesi e poi non proseguono il loro rapporto con l’ISS. È chiaro che questo toglie punti di riferimento ai pazienti, impedisce di creare un rapporto di fiducia e conoscenza e dà un senso continuo di precarietà e provvisorietà che non fa bene alla nostra sanità.
Il DG in Commissione ha evidenziato quali sono, secondo lei, alcune motivazioni di queste “fughe”, tra cui anche l’impossibilità normativa di assumere subito a tempo indeterminato (cosa che, come dicevo, secondo me andrebbe comunque legato a meccanismi di formazione e valutazione). Cosa si intende fare per risolvere il problema?
MANCANO PERCORSI DI FORMAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE INTERNE
Una politica corretta per l’arrivo e la crescita delle professionalità interne sarebbe quella di fare al più presto il fabbisogno dell’ISS, emettere i bandi di concorso per la ricopertura dei posti vacanti che certamente consentano di premiare anche l’anzianità di servizio, ed occuparsi correttamente della formazione continua dei medici in organico. Assieme a norme chiare su retribuzioni e avanzamenti, evitando discrezionalità nei trattamenti per professionalità simili e favoritismi agli amici degli amici. Che sono altre 2 situazioni che portano all’allontanamento dei medici dalla nostra struttura.
FALLIMENTO ANCHE POLITICO
Non è quindi solo la gestione tecnica, ma anche quella politica ad aver fallito. Perché queste decisioni e scelte sono di natura eminentemente politica, e sono mancate. Come sono mancate in tutti gli ambiti in questi anni. Di questo spero che il Paese prenda atto.