Nonostante le rassicurazioni e i
comunicati stampa, purtroppo, la gente si sta accorgendo sulla propria pelle
che le cose stanno peggiorando a vista d'occhio nella nostra sanità.
INIZIO LEGISLATURA: FARMACI A PAGAMENTO E MAGGIORI TEMPI DI ATTESA
La legislatura è cominciata, qualche tempo
fa, col dibattito sui ticket sanitari, proposti ma non troppo, ipotizzati ma
smentiti, che poi alla fine non si sono introdotti ma sono stati sostituiti con
qualcosa di peggiore: la riduzione, per tutti, della gamma di farmaci mutuati
ed il peggioramento, sempre per tutti, dei tempi di risposta della nostra
sanità alle esigenze, anche di prevenzione, della gente.
Ho sottolineato "per tutti" per
indicare che queste scelte hanno riguardato tutti i cittadini indipendentemente
dal loro reddito e condizione economica. Tutti, anche le persone a basso
reddito, si trovano a dover pagare sempre più farmaci; tutti, anche le persone
a basso reddito, si trovano a doversi chiedere se aspettare mesi per una visita
o rivolgersi a pagamento (se possono permetterselo).
LIBERA PROFESSIONE: CI SI AUGURA UN CONFRONTO VERO
Non una buona linea di gestione. Poi c’è
stata la vicenda sulla legge sulla libera professione, su cui non torno, ma su
cui mi auguro che ci sia un confronto vero, senza trucchetti come quello
utilizzato dal Comitato Esecutivo (fare un Regolamento uguale alla legge
abrogata). Le soluzioni possono essere diverse.
ATTACCO ALL’INDENNITÀ DI MALATTIA
C'è stato poi l'incredibile attacco
all'indennità di malattia, che è stata dimezzata per i primi giorni di malattia
dando per scontato che i malati "brevi" fossero tutti furbetti e non
magari persone davvero malate che cercano di tornare al lavoro prima possibile.
Abbiamo fatto presente, inascoltati, che questo avrebbe solo allungato i
periodi di malattia, allo scopo di bypassare la norma: e così è puntualmente
successo, obbligando ad una frettolosa marcia indietro su un provvedimento che
prima era stato cavalcato in pompa magna.
CERVELLOTICHE DECISIONI, A PARTIRE DALLA MEDICINA DI BASE
Ma accanto a queste scelte e tendenze,
negli ultimi mesi il tutto è stato accompagnato da altre cervellotiche
decisioni che hanno complicato la vita agli assistiti.
Su tutte la riorganizzazione della
medicina di base, che ha tolto la possibilità per i pazienti di essere visitati
dal proprio medico il Sabato (che era un toccasana per le persone che
lavorano), ha trasformato i medici in burocrati e gli infermieri in medici, ha
complicato gli accessi e allungato i tempi di attesa anche solo per fare delle
ricette. In questo senso la denuncia pubblica del dott.Bugli è stata molto
chiara, e se lui dà per certo che bisognerà tornare indietro, io mi limito ad
augurarmelo perchè ammettere gli errori è una virtù e non una cosa di cui
vergognarsi.
AUMENTA BUROCRAZIA E DIMINIUSCE L’ATTENZIONE AI PAZIENTI E ALLE
LORO ESIGENZE
In generale sembra aumentata a tutti i
livelli la burocrazia e la cavillosità, come dimostrano anche alcune denunce
pubbliche recenti di pazienti (ad esempio per la questione del ritiro dei
prodotti per i celiaci) e sembra molto ridotta l'attenzione nei confronti delle
persone che lavorano e necessitano di poter accedere ai servizi sanitari in
orari compatibili con l'attività lavorativa stessa (mi risulta completamente
insensato, in questo senso, che la prenotazione di certi esami possa avvenire
solo chiamando "dalle-alle", come se la gente fosse a disposizione
della struttura e non viceversa).
Inoltre, pare di comprendere in maniera
evidente che la direzione intrapresa sembra quella di ridurre sempre di più il
rapporto medico-paziente, che in una realtà piccola come la nostra
inevitabilmente si basa sulla fiducia e sulla conoscenza anche personale, a
favore di supposte riorganizzazioni nel segno dell'efficienza, che poi si
rivela solo ipotetica.
Ma ci sono anche altri problemi peculiari,
come la gestione anche logistica di alcuni Centri Sanitari (vedi l’assoluta
mancanza di privacy nel centro di Murata) o le file che si creano per ragioni
ancora non ben comprensibili in talune farmacie (vedi i casi di questi giorni
nella farmacia di Dogana).
Situazioni quindi di varia natura, più o
meno complesse, ma che vanno a complicare fortemente la vita ai pazienti, fanno
perdere tempo e creano frustrazione. Tutte questioni che andrebbero risolte e
non minimizzate.
L’ISS MINIMIZZA E SCARICA LE RESPONSABILITÀ
L'ISS, come si nota, ha scelto invece di
scaricare sempre le responsabilità di queste situazioni su qualcosa di esterno:
una volta è il nuovo software che non funziona, una volta i computer che si
bloccano, una volta è una sperimentazione, una volta è una cosa una volta è
un'altra. Eppure basterebbe ammettere gli errori, scusarsi e tornare indietro
quando occorre.
Ma questo Comitato Esecutivo e questa
gestione politica dell’ISS non pare in grado di approcciarsi in questa maniera
ai problemi, come dimostra anche la conferenza stampa di ieri del Segretario
Mussoni che è entrato in ambiti non suoi, che non gli competono, parlando di
aspetti tecnici pur di manifestare risultati che non ci sono. Così di fatto si
rende ancor più responsabile di questi disservizi e del malfunzionamento della
struttura.
EMERGENZA DEI MEDICI CHE SE NE VANNO
Ma a tutti questi aspetti di gestione dei
servizi sanitari si aggiunge l'emergenza dei medici che se ne vanno dalla
nostra struttura. La guerra dei numeri non mi appassiona, in questo Paese
riusciamo a non avere un dato oggettivo nemmeno su queste cose che dovrebbero
essere palesi e facilmente verificabili.
Al di là di questo, ancora una volta, sono
i pazienti per primi ad accorgersi della situazione: in alcuni reparti è un
turnover continuo di medici che restano pochi mesi e poi non proseguono il loro
rapporto con l’ISS. E, checcè ne dica il Segretario che rassicura tutti dicendo
"ma ogni medico che va via viene sostituito", e ci mancherebbe altro
aggiungerei, è chiaro che questo toglie punti di riferimento ai pazienti,
impedisce di creare un rapporto di fiducia e conoscenza e dà un senso continuo
di precarietà e provvisorietà che non fa bene alla nostra sanità.
MANCANO PERCORSI DI FORMAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE
INTERNE
Difficile capire da fuori perchè questo
avvenga. Di sicuro non ci sono adeguati percorsi di formazione e valorizzazione
delle risorse interne: la stabilizzazione ha chiaramente finalità elettorali e
non è legata alla volontà di far crescere professionalmente le risorse
impiegate. Da tempo suggeriamo queste necessità, anche attraverso accordi
specifici di scambio e formazione con realtà sanitarie delle aree a noi
circostanti, ma nulla di concreto si muove. Una politica corretta per l’arrivo
e la crescita delle professionalità interne sarebbe quella di fare al più
presto il fabbisogno dell’ISS, emettere i bandi di concorso per la ricopertura
dei posti vacanti che certamente consentano di premiare anche l’anzianità di
servizio, ed occuparsi correttamente della formazione continua dei medici in
organico: temi questi, fra l’altro, contenuti anche nell’ordine del giorno
predisposto dalla maggioranza stessa ed approvato dal Consiglio Grande e
Generale il 23 Luglio 2015, sul quale si doveva riferire entro 6 mesi ma che
giace ancora inattuato.
SERVONO NORME SU RETRIBUZIONI, AVANZAMENTI E TRATTAMENTO DEI
PROFESSIONISTI
Mi auguro davvero che a Marzo ci sia
possibilità di discutere di questi aspetti politici della gestione della sanità
e della crescita professionale delle risorse, ed anche della necessità di norme
chiare su retribuzioni e avanzamenti, evitando discrezionalità nei trattamenti
per professionalità simili e favoritismi agli amici degli amici. Che sono altre
2 situazioni che portano all’allontanamento dei medici dalla nostra struttura.
GRAVISSIMA LA CENSURA ALLA LIBERTÀ DI PAROLA
Ultimo ma non meno importante rispetto a
quanto accaduto in una recente serata pubblica organizzata da Repubblica Futura:
è gravissimo che ai dipendenti dell’ISS venga impedito di poter parlare della
sanità. Sono cittadini, prima ancora che medici, ed hanno tutto il diritto di
esprimersi sul futuro della sanità del nostro Paese. Ci sta di imporre di non
divulgare notizie e informazioni legate allo svolgimento della loro professione,
questo è ovvio; non ci sta impedire di parlare. Una cosa gravissima, questa,
che già da sola, in un Paese normale, avrebbe portato alle dimissioni del
responsabile di quella lettera.
Mi fermo qui, ho evidenziato alcune
questioni aperte sull’ISS che rappresentano situazioni gravi e che certificano
un fallimento nella gestione tecnica e politica dell’istituto. Mi auguro che
entro breve vengano presi dalla maggioranza i provvedimenti conseguenti.