INTERVENTO RELAZIONE SULLO STATO DELLA GIUSTIZIA 2014 - 20_1_16




QUESTA VOLTA LA RELAZIONE VIENE ANALIZZATA IN TEMPO RAGIONEVOLE
Per una volta sono contento di osservare che la relazione sullo stato della giustizia per l’anno 2014 venga discussa dal Consiglio in un termine ragionevole. Pochi mesi dopo, cioè, essere stata analizzata dai competenti organismi, Commissione Giustizia e Consiglio Giudiziario, senza gli intollerabili ritardi degli anni passati.
È indiscutibile che negli anni la situazione sia migliorata, per effetto anche di alcuni provvedimenti adottati dalla Segreteria di Stato e approvati quasi sempre all'unanimità dalla Commissione Affari di Giustizia e dal Consiglio Grande e Generale, ma ci sono ancora problematiche centrali per l'efficienza della giustizia che restano assolutamente aperte e che la relazione anche quest’anno evidenzia.
PRIMA SITUAZIONE GRAVE: RUOLO IMPROPRIO DI SUPPLENZA
Tra le questioni particolarmente rilevanti che quest’anno vengono evidenziate voglio sottolineare il problema della supplenza, che va risolto con interventi di natura politica. Non va bene che il Tribunale si trovi a svolgere ruoli non propri, che sarebbero propri di altri uffici o istituzioni e che richiedono professionalità che, se mancanti nella Pubblica Amministrazione, andrebbero sviluppate e fatte crescere, senza sperare che il Tribunale faccia tutto al posto degli uffici. Questo toglie tempo ed energie al Tribunale, spesso singoli giudici, e li distoglie dai propri compiti.
SECONDA SITUAZIONE GRAVE: DELEGITTIMAZIONE DEI GIUDICI
Altrettanto importante è quanto evidenziato relativamente all’attività di delegittimazione dei giudici ed in generale del lavoro della Magistratura che avviene a mezzo stampa e tramite attività organizzate (come già emerso nell’ordinanza di arresto di Gatti). Voglio spendere una parola in particolare per la questione dei processi fatti sui giornali anziché nelle apposite aule dei Tribunali, e degli avvocati difensori che rilasciano interviste o dichiarazioni spiegando pro domo loro le situazioni e accusando il Tribunale di non saper lavorare. È questo un altro tema che andrebbe affrontata quanto prima, intanto, e questo è un mio pallino, prevedendo per il Tribunale la possibilità di emettere comunicati stampa per esprimere la propria versione su certi fatti che altrimenti sarebbero spacciati come veri quando in realtà non lo sono, ovviamente senza entrare nel merito dei processi. Ma intervenendo anche a livello istituzionale con precisi interventi atti ad evitare i processi fatti sui media anziché nelle aule.
BENE LA CRESCITA DEI SEQUESTRI E DELLE CONFISCHE
Devo sottolineare con piacere, poi, la crescita importante dei sequestri e delle confische, giunti rispettivamente a 20 milioni di euro e 6 milioni di euro nel 2014. Stanno funzionando in questo senso i provvedimenti adottati, e questo va rilevato con favore anche perché è un modo importante per recuperare risorse indebitamente sottratte o frutto di reati.
FORMAZIONE E SPECIALIZZAZIONE DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Ci sono poi aspetti in questa relazione che ritornano come nel passato.
Il primo è quello della formazione delle forze della polizia giudiziaria. Questa è una grande emergenza del nostro sistema. Senza una polizia preparata dal punto di vista tecnico e di strumentazione, connessa con le forze di polizia del circondario, dotata di mezzi adeguati e, aggiungo, ben protetta dal punto di vista giuridico e normativo rispetto alle attività che compie, ogni lotta al crimine sarà solo utopia.
Da questo punto di vista, nonostante i rilievi più volte effettuati dal Magistrato Dirigente, vedo poca attenzione e soprattutto poche risorse economiche stanziate. Abbiamo mezzi vecchi, strumentazioni non adeguate, pochi uomini rispetto alle necessità, anche di repressione dei nuovi reati informatici, necessità di maggiore formazione soprattutto rispetto ai reati finanziari, al riciclaggio e ai reati tributari (tema che si porrà con forza nei prossimi tempi), che richiedono risorse che non ci sono. Far crescere le forze di polizia da destinare ad attività giudiziaria, specializzarle e prepararle adeguatamente, valorizzando le ottime risorse già esistenti e trovandone di nuove, deve essere una delle nostre priorità.
LOTTA ALLA CORRUZIONE: SERVONO GRANDI RISORSE E NUOVE LEGGI
Il secondo tema è quello degli strumenti pratici per contrastare nella pratica di contrasto a determinati reati di grande impatto per il Paese.
Parlo ad esempio del riciclaggio e dei reati finanziari, e dei reati legati alla malavita e alla corruzione.
Su questo, e rilancio una proposta già fatta in passato, non sarebbe male ragionare sull’istituzione della figura del collaboratore di giustizia, predisponendo precisi programmi di protezione dei testimoni, questione che diventa centrale anche per reprimere i reati legati alla corruzione, così di attualità in questo periodo. E allo stesso modo creando un corpo di norme e di strumenti a protezione dell'attività delle forze di polizia nella messa in campo di attività di indagine, anche non effettuate a distanza ma direttamente nei luoghi dove si siano compiuti o si possano compiere crimini.
Perchè non basta recepire le raccomandazioni del Greco o firmare le convenzioni internazionali o fare codici etici se, ad esempio, non esistono meccanismi di protezione e valorizzazione dei testimoni che decidano di confessare le attività corruttive, se non utilizziamo agenti specializzati con capacità di infiltrarsi in determinate situazioni, ecc...
Credo che anche questa sia una priorità.
BISOGNA CREARE UNA STRUTTURA PER L'ANALISI DELL'EFFICIENZA DEI PROCESSI E DEI GIUDICI
Parlando di velocità del processo, oltre a dare gli strumenti normativi adeguati e forze di polizia formate a supporto, è anche fondamentale l'analisi del lavoro e dell'efficienza dei singoli giudici. Questo è il terzo importante tema che voglio sottolineare. È fondamentale dare continuità all’analisi svolta nel Giugno 2014 dal Tribunale stesso sui carichi di lavoro e lo svolgimento dell’attività giudiziaria ma è altrettanto fondamentale prevedere, all'interno delle norme, l'istituzione all’interno del Tribunale di una struttura permanente di valutazione dell'operato dei singoli giudici, che non scenda ovviamente nel merito delle sentenze ma nel merito della quantità di lavoro svolto, delle modalità di svolgimento, del rispetto dei propri compiti e dei propri ruoli, della presa in carico delle proprie responsabilità senza delegarle a soggetti terzi, ecc...Troppo spesso, si evidenzia in varie relazioni, questa compresa, si sono delegati alla polizia giudiziaria compiti che erano tipici dei giudici oppure si è utilizzato lo strumento della rogatoria in maniera del tutto impropria per prendere tempo e fuggire dalle proprie responsabilità, oppure ancora non si sono compiuti atti che erano dovuti. Questo non è accettabile perchè è troppo importante che i giudici siano consapevoli dei loro doveri e sappiano svolgerli al meglio a tutela di tutti noi. Ed anche perché, con le nuove norme sul coordinamento, all’inerzia dell’uno corrisponde un aggravio di lavoro per altri.
Penso quindi, e lo ripeto, che la creazione di una struttura di valutazione, senza ovviamente ingerenze esterne, collegiale e tecnicamente capace di entrare nel merito dello svolgimento dei procedimenti, e semplificare la procedura di rimozione dei giudici che vengano giudicati inadeguati. Prevedendo ovviamente le più opportune possibilità di difesa.
Non può essere che l'unica azione di difesa possibile contro l’inefficienza sia promuovere un’azione di sindacato da parte della politica, la Commissione Giustizia; il Tribunale deve sapersi autoregolamentare, occorre prevedere uno strumento diverso su cui dobbiamo ragionare.
È un passo da compiere, dopo la nomina del giudice per la responsabilità civile dei Magistrati, che ha dato un segnale positivo in tal senso.
LO STATO DELLA GIUSTIZIA E' LO SPECCHIO DI UN SISTEMA MALATO CHE CERTA POLITICA NON VUOLE ABBANDONARE
Ho cercato di fare un intervento propositivo, perchè se alcuni passaggi importanti sono stati compiuti (su tutti la messa in opera delle intercettazioni, la possibilità di indagini in pool e l’emissione dei bandi necessari a potenziare il personale a disposizione del Tribunale), tanto resta ancora da fare: dalla formazione e specializzazione delle forze di polizia, a migliori dotazioni tecnologiche e strumentali per le loro attività, a normative di protezione degli operatori di polizia più adeguate, a strumenti per la protezione dei testimoni e dei collaboratori di giustizia, a nuove normative per velocizzare i processi e rendere più efficaci le indagini, alla messa in campo del processo per direttissima e alla semplificazione delle procedure per i reati più semplici, ecc...E penso che allo stesso tempo occorra migliorare e rendere sistematica l'analisi dell'efficienza della Magistratura nel suo complesso e del lavoro dei singoli giudici, responsabilizzando in tal senso la Magistratura stessa, in modo che si raggiunga la massima efficacia nella repressione dei reati.