Per una volta
sono contento di osservare che la relazione sullo stato della giustizia per
l’anno 2014 venga discussa dal Consiglio in un termine ragionevole. Pochi mesi
dopo, cioè, essere stata analizzata dai competenti organismi, Commissione
Giustizia e Consiglio Giudiziario, senza gli intollerabili ritardi degli anni
passati.
È indiscutibile
che negli anni la situazione sia migliorata, per effetto anche di alcuni
provvedimenti adottati dalla Segreteria di Stato e approvati quasi sempre
all'unanimità dalla Commissione Affari di Giustizia e dal Consiglio Grande e
Generale, ma ci sono ancora problematiche centrali per l'efficienza della
giustizia che restano assolutamente aperte e che la relazione anche quest’anno
evidenzia.
PRIMA
SITUAZIONE GRAVE: RUOLO IMPROPRIO DI SUPPLENZA
Tra le questioni
particolarmente rilevanti che quest’anno vengono evidenziate voglio
sottolineare il problema della supplenza, che va risolto con interventi di
natura politica. Non va bene che il Tribunale si trovi a svolgere ruoli non
propri, che sarebbero propri di altri uffici o istituzioni e che richiedono
professionalità che, se mancanti nella Pubblica Amministrazione, andrebbero
sviluppate e fatte crescere, senza sperare che il Tribunale faccia tutto al
posto degli uffici. Questo toglie tempo ed energie al Tribunale, spesso singoli
giudici, e li distoglie dai propri compiti.
SECONDA
SITUAZIONE GRAVE: DELEGITTIMAZIONE DEI GIUDICI
Altrettanto
importante è quanto evidenziato relativamente all’attività di delegittimazione
dei giudici ed in generale del lavoro della Magistratura che avviene a mezzo
stampa e tramite attività organizzate (come già emerso nell’ordinanza di
arresto di Gatti). Voglio spendere una parola in particolare per la questione
dei processi fatti sui giornali anziché nelle apposite aule dei Tribunali, e degli
avvocati difensori che rilasciano interviste o dichiarazioni spiegando pro domo
loro le situazioni e accusando il Tribunale di non saper lavorare. È questo un
altro tema che andrebbe affrontata quanto prima, intanto, e questo è un mio
pallino, prevedendo per il Tribunale la possibilità di emettere comunicati
stampa per esprimere la propria versione su certi fatti che altrimenti
sarebbero spacciati come veri quando in realtà non lo sono, ovviamente senza
entrare nel merito dei processi. Ma intervenendo anche a livello istituzionale
con precisi interventi atti ad evitare i processi fatti sui media anziché nelle
aule.
BENE LA
CRESCITA DEI SEQUESTRI E DELLE CONFISCHE
Devo
sottolineare con piacere, poi, la crescita importante dei sequestri e delle
confische, giunti rispettivamente a 20 milioni di euro e 6 milioni di euro nel
2014. Stanno funzionando in questo senso i provvedimenti adottati, e questo va
rilevato con favore anche perché è un modo importante per recuperare risorse
indebitamente sottratte o frutto di reati.
FORMAZIONE E SPECIALIZZAZIONE DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Ci sono poi
aspetti in questa relazione che ritornano come nel passato.
Il primo è
quello della formazione delle forze della polizia giudiziaria. Questa è una
grande emergenza del nostro sistema. Senza una polizia preparata dal punto di
vista tecnico e di strumentazione, connessa con le forze di polizia del
circondario, dotata di mezzi adeguati e, aggiungo, ben protetta dal punto di
vista giuridico e normativo rispetto alle attività che compie, ogni lotta al
crimine sarà solo utopia.
Da questo punto
di vista, nonostante i rilievi più volte effettuati dal Magistrato Dirigente,
vedo poca attenzione e soprattutto poche risorse economiche stanziate. Abbiamo
mezzi vecchi, strumentazioni non adeguate, pochi uomini rispetto alle
necessità, anche di repressione dei nuovi reati informatici, necessità di
maggiore formazione soprattutto rispetto ai reati finanziari, al riciclaggio e
ai reati tributari (tema che si porrà con forza nei prossimi tempi), che
richiedono risorse che non ci sono. Far crescere le forze di polizia da
destinare ad attività giudiziaria, specializzarle e prepararle adeguatamente,
valorizzando le ottime risorse già esistenti e trovandone di nuove, deve essere
una delle nostre priorità.
LOTTA ALLA CORRUZIONE: SERVONO GRANDI RISORSE E NUOVE
LEGGI
Il secondo tema
è quello degli strumenti pratici per contrastare nella pratica di contrasto a
determinati reati di grande impatto per il Paese.
Parlo ad esempio
del riciclaggio e dei reati finanziari, e dei reati legati alla malavita e alla
corruzione.
Su questo, e
rilancio una proposta già fatta in passato, non sarebbe male ragionare sull’istituzione
della figura del collaboratore di giustizia, predisponendo precisi programmi di
protezione dei testimoni, questione che diventa centrale anche per reprimere i
reati legati alla corruzione, così di attualità in questo periodo. E allo
stesso modo creando un corpo di norme e di strumenti a protezione dell'attività
delle forze di polizia nella messa in campo di attività di indagine, anche non
effettuate a distanza ma direttamente nei luoghi dove si siano compiuti o si
possano compiere crimini.
Perchè non basta
recepire le raccomandazioni del Greco o firmare le convenzioni internazionali o
fare codici etici se, ad esempio, non esistono meccanismi di protezione e
valorizzazione dei testimoni che decidano di confessare le attività corruttive,
se non utilizziamo agenti specializzati con capacità di infiltrarsi in
determinate situazioni, ecc...
Credo che anche
questa sia una priorità.
BISOGNA CREARE UNA STRUTTURA PER L'ANALISI
DELL'EFFICIENZA DEI PROCESSI E DEI GIUDICI
Parlando di
velocità del processo, oltre a dare gli strumenti normativi adeguati e forze di
polizia formate a supporto, è anche fondamentale l'analisi del lavoro e
dell'efficienza dei singoli giudici. Questo è il terzo importante tema che
voglio sottolineare. È fondamentale dare continuità all’analisi svolta nel
Giugno 2014 dal Tribunale stesso sui carichi di lavoro e lo svolgimento
dell’attività giudiziaria ma è altrettanto fondamentale prevedere, all'interno
delle norme, l'istituzione all’interno del Tribunale di una struttura
permanente di valutazione dell'operato dei singoli giudici, che non scenda
ovviamente nel merito delle sentenze ma nel merito della quantità di lavoro
svolto, delle modalità di svolgimento, del rispetto dei propri compiti e dei
propri ruoli, della presa in carico delle proprie responsabilità senza
delegarle a soggetti terzi, ecc...Troppo spesso, si evidenzia in varie
relazioni, questa compresa, si sono delegati alla polizia giudiziaria compiti
che erano tipici dei giudici oppure si è utilizzato lo strumento della
rogatoria in maniera del tutto impropria per prendere tempo e fuggire dalle
proprie responsabilità, oppure ancora non si sono compiuti atti che erano
dovuti. Questo non è accettabile perchè è troppo importante che i giudici siano
consapevoli dei loro doveri e sappiano svolgerli al meglio a tutela di tutti
noi. Ed anche perché, con le nuove norme sul coordinamento, all’inerzia
dell’uno corrisponde un aggravio di lavoro per altri.
Penso quindi, e
lo ripeto, che la creazione di una struttura di valutazione, senza ovviamente
ingerenze esterne, collegiale e tecnicamente capace di entrare nel merito dello
svolgimento dei procedimenti, e semplificare la procedura di rimozione dei
giudici che vengano giudicati inadeguati. Prevedendo ovviamente le più
opportune possibilità di difesa.
Non può essere
che l'unica azione di difesa possibile contro l’inefficienza sia promuovere un’azione
di sindacato da parte della politica, la Commissione Giustizia; il Tribunale
deve sapersi autoregolamentare, occorre prevedere uno strumento diverso su cui
dobbiamo ragionare.
È un passo da
compiere, dopo la nomina del giudice per la responsabilità civile dei
Magistrati, che ha dato un segnale positivo in tal senso.
LO STATO DELLA GIUSTIZIA E' LO SPECCHIO DI UN SISTEMA
MALATO CHE CERTA POLITICA NON VUOLE ABBANDONARE
Ho cercato di
fare un intervento propositivo, perchè se alcuni passaggi importanti sono stati
compiuti (su tutti la messa in opera delle intercettazioni, la possibilità di
indagini in pool e l’emissione dei bandi necessari a potenziare il personale a
disposizione del Tribunale), tanto resta ancora da fare: dalla formazione e
specializzazione delle forze di polizia, a migliori dotazioni tecnologiche e
strumentali per le loro attività, a normative di protezione degli operatori di
polizia più adeguate, a strumenti per la protezione dei testimoni e dei
collaboratori di giustizia, a nuove normative per velocizzare i processi e
rendere più efficaci le indagini, alla messa in campo del processo per
direttissima e alla semplificazione delle procedure per i reati più semplici,
ecc...E penso che allo stesso tempo occorra migliorare e rendere sistematica
l'analisi dell'efficienza della Magistratura nel suo complesso e del lavoro dei
singoli giudici, responsabilizzando in tal senso la Magistratura stessa, in modo
che si raggiunga la massima efficacia nella repressione dei reati.