INTERVENTO SU DIMISSIONI GENTILI 24_03_15


Eccellenze e colleghi,
VALENTINI CONFERMA GENTILI NON COINVOLGENDO IL CONSIGLIO
voglio riportare un attimo l'attenzione ai momenti immediatamente precedenti a queste dimissioni. Il Segretario Valentini, richiamandosi alle prassi, aveva deciso che la decisione sulla conferma in ruolo del Comandante Gentili spettava al solo Governo; tutto contro il parere di una parte della stessa maggioranza che invece chiedeva che fosse appunto il Consiglio a decidere così come era stato il Consiglio a conferire l'incarico. È stata questa solo l'ultima delle scelte del Segretario Valentini assolutamente a favore del Comandante, nonostante una serie di criticità e problematiche emerse.
L'AZIONE DI GENTILI E' STATA NULLA...
Il Comandante Gentili era arrivato in pompa magna, col compito di riformare radicalmente le forze dell'ordine, riorganizzarle e coordinarle, migliorare l'opera di contrasto al crimine, restituire autorevolezza alla Gendarmeria e migliorarne la funzionalità.
La prima cosa che ha fatto è stato richiedere il titolo di Generale, una assoluta anomalia nel nostro sistema. Ha abbozzato solo un piano di riorganizzazione delle forze di polizia, che accentrava tutto nelle mani dello stesso Generale che sarebbe diventato capo supremo di tutto finanche sopra al capo delle Milizie, relegate a poco più di qualche cosa di rappresentanza. Poi qualche disposizione interna contro tatuaggi e capelli lunghi e poi se ne sono perse le tracce.
...MA IL GOVERNO HA RINUNCIATO AL SUO RUOLO
Ma non può essere solo colpa di Gentili se il compito per cui era stato chiamato è fallito. Come detto grandi responsabilità le ha proprio Valentini, talmente arroccato in difesa del Comandante da dimenticare la necessità di dare precisi input politici, in una ovvia ottica di divisione dei ruoli, e di sottolineare le cose che non andavano e che non soddisfavano e su cui occorreva intervenire prioritariamente.
LE PAROLE DI GENTILI SONO GRAVISSIME...
Quanto emerso nell'ordinanza pubblicata su alcuni quotidiani, da cui sono scaturite le dimissioni, è la degna conseguenza di questo percorso. Un Comandante che si permette di dire certe cose sul Tribunale, definendo i giudici “banditi e gangster” e dipingendone l'azione come rispondente a chissà quali trame, merta solo una profonda censura. Chi si trova al vertice delle istituzioni, e Gentili era certamente in questa posizione, deve tutelare in primis le altre istituzioni, cercando di aumentarne l'autorevolezza e la credibilità: non può certo, in nessuna occasione, nemmeno privata, permettersi un'opera di delegittimazione.
...MA ANCHE STAVOLTA VALENTINI HA GIOCATO SULLA DIFENSIVA
Dimissioni doverose dunque, ma ci si aspettava una posizione di forte censura anche da parte del responsabile politico della Gendarmeria, Valentini appunto, prima ancora delle dimissioni, appena emerse le gravi affermazioni fatte. Valentini invece si è limitato al minimo indispensabile; lo stesso ha fatto il Congresso di Stato che in un suo comunicato si era riservato approfondimenti; seguito dalla Dc che si è appellato alla necessità di “fare sistema” e ha ammonito contro il rischio di fomentare lo scontro fra istituzioni.
NESSUNO SCONTRO FRA ISTITUZIONI: UNA PERSONA SBAGLIATA E UN GOVERNO E UNA MAGGIORANZA CHE NON HA DATO INDIRIZZI
Qui non c'è nessuno scontro fra istituzioni, per fortuna. C'è semplicemente una persona secondo me inadeguata al suo ruolo, che non si è calato nella nostra realtà e non è stato capace di capirne le esigenze. E c'è, soprattutto, una politica che non è stata in grado di dare i necessari indirizzi per quanto riguarda le problematiche della Gendarmeria e più in generale della sicurezza, delegando tutto al Generale Gentili: sentire oggi Valentini parlare di problematiche che rimangono tutte sul tavolo anche dopo le dimissioni, come se non fosse lui al Governo e non avesse lui per primo il compito di risolvere, o Gatti parlare del processo per direttissima, che da 2 anni fa la muffa nonostante un odg da noi presentato e approvato, dà la dimostrazione di questo.
IL GOVERNO NON E' STATO NEMMENO CAPACE DI RISOLVERE I PROBLEMI DI RAPPORTI CON ALTRE ISTITUZIONI
Ma la politica non è stata nemmeno in grado di risolvere per tempo i problemi emersi riguardo ai rapporti fra questa persona e le altre istituzioni del Paese, in primis il Tribunale, dopo quanto emerso in Commissione Affari di Giustizia. E di questo è responsabile quasi totalmente il Segretario Valentini che si è sempre posto in una posizione di difesa acritica senza esercitare il suo ruolo; ed ha proceduto alla conferma nel ruolo nonostante tutto quanto emerso.
NECESSITA' DI SCUSE E ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA'
Capita di sbagliare le nomine, di trovare persone inadatte, e bisogna saperlo capire e rimediare. Se non lo si fa, le responsabilità politiche sono gravi. E le responsabilità di Valentini per noi sono gravi in questa vicenda, per le ragioni dette sopra. Ci aspetteremmo come minimo una piena assunzione di responsabilità e le scuse per gli errori fatti.
PER IL FUTURO: COINVOLGERE I PIU' ALTI IN GRADO NELL'ELABORAZIONE DI UN DOCUMENTO E COINVOLGERE TUTTA L'AULA
Per il futuro crediamo importante valorizzare le risorse interne alla Gendarmeria, che ci sono e sono importanti. Responsabilizzare i più alti in grado nell'elaborazione di un documento che contenga le criticità principali da risolvere per migliorare l'opera di contrasto alla criminalità nei vari ambiti, vista l'assenza del Governo in questo compito; portare il confronto su quel documento a livello di Commissione Affari Esteri e Commissione Giustizia, per ricercare condivisione e armonia su queste linee di cambiamento che devono vedere unito tutto il Paese; giungere a delle linee operative condivise e passare velocemente all'attuazione. Di questo c'è bisogno oggi, di coinvolgimento del corpo stesso e di condivisione delle scelte. Ci auguriamo venga fatto.
Certo, vedere che proprio oggi a Palazzo Pubblico si incontrano la maggioranza e una coalizione di opposizione, come ha detto la collega Bronzetti, per decidere, solo fra loro, come smorzare i toni e gestire il comma non fa ben sperare.
NECESSITA' DI UN DIBATTITO AD HOC

Alla politica il compito di dare gli input necessari a questo lavoro, attraverso un dibattito da calendarizzare fin dalla prossima sessione consigliare che identifichi le priorità, gli indirizzi e la destinazione delle risorse. Abbiamo pronta una mozione in tal senso, se non ci sarà un preciso indirizzo consigliare sul tema ci faremo carico del problema.