Fabbisogno,
Profili di ruolo e assegnazione sono 3 parole chiave attorno alle
quali si snodano i cambiamenti del rapporto di lavoro nella riforma
della Pubblica amministrazione sulla base delle disposizioni vigenti.
Oggi
discutiamo dei profili di ruolo. L'obiettivo è chiaro: se prima i
mansionari specificavano le azioni che ciascun dipendente era tenuto
a compiere a seconda del ruolo che ricopriva in un determinato
ufficio, ora il lavoratore sarà invece inquadrato in un profilo di
ruolo che delineerà la sua professionalità, le sue caratteristiche
e il suo grado di autonomia. Se prima vigeva il concetto di
titolarità ed inamovibilità del posto, coi profili di ruolo vi è
soltanto l'assegnazione ad un unità organizzativa, che può essere
anche temporanea ed è modificabile in relazione alle esigenze
dell’amministrazione.
La legge di riforma prevede l’introduzione di un nuovo regime normativo e retributivo che dovrà prevedere un progressivo allineamento con il settore privato. Prevista anche l’introduzione della valutazione dei risultati raggiunti dal dipendente e la revisione della struttura retributiva, una parte della quale potrà essere legata alla produttività.
Quindi
in teoria con la nuova struttura dovrebbe essere più flessibile,
meno burocratica e più snella. Anche se, a giudicare da questo
provvedimento, qualche dubbio viene, perchè abbiamo una infinità di
profili di ruolo con un grado di dettaglio estremamente
particolareggiato sui compiti da svolgere. L'avvicinamento con le
modalità di inquadramento e svolgimento dei compiti vigente nel
settore privato è ancora lontano.
Per
quanto il provvedimento abbia un elevato carattere tecnico e non sia
semplicissimo entrare nel merito dei singoli profili, l'impressione
chiara, oltre a quanto appena detto, è che ci si stia ancora
concentrando ancora molto sul concetto della definizione esatta e
specifica, quindi su una struttura burocratica, piuttosto che
concentrarsi sul servizio all'utenza e sulla sua soddisfazione. Non
si vede ancora l'attenzione al servizio e al suo svolgimento con
efficienza e celerità.
In
teoria si dovrebbe passare da una gestione prevalentemente
focalizzata sugli aspetti normativi ed amministrativi del personale
ad un modello centrato sui ruoli e sullo sviluppo delle competenze
individuali, una maggiore attenzione all’individuo e al suo ruolo
nell’organizzazione, con conseguente miglioramento della
motivazione e delle competenze e maggiore efficienza nello
svolgimento del servizio. Ma il cittadino si è accorto che qualcosa
è cambiato quando va ad uno sportello? Le aziende, le imprese
economiche hanno la prova di avere di fronte un un alleato nel
favorire l’impresa o un rallentatore dell’investimento? Gli
stessi impiegati sono stati resi protagonisti di questo cambiamento e
valorizzati a livello professionale e organizzativo? C'è stata
formazione, attività di crescita professionale e delle competenze?
Forse negli articolati del pacchetto di leggi di riforma questi
concetti ci sono, ma il problema è l'attuazione.
Come
dicevo, in teoria i profili di ruolo possono servire ad avvicinarsi a
questi obiettivi. Ma consentitemi una battuta: in passato si diceva
che il mansionario era un elenco della spesa; oggi molti profili di
ruolo sono un trattato da Treccani (guadate ad esempio all’
operatore amministrativo contabile: per dire chi è e cosa fa c’è
una pagina intera, una quindicine di definizioni e
sottodefinizioni). C’è
un uso molto creativo di aggettivi per esprimere la graduazione delle
competenze,delle responsabilità e dell’autonomia. Buono,
sufficiente, discreto, ottimo. La ricchezza descrittiva dei singoli
ruoli, nell’intenzione vorrebbe rappresentare una differenza fra un
ruolo e l’altro, di fatto li rende molto simili. E ciò, secondo il
mio punto di vista, potrebbe complicare i problemi della
sostituibilità, della misurazione del merito, della mobilità ecc...
In
questo quadro tutto dipenderà dalla forza della volontà di un
cambiamento politico, di autonomia lasciata alla PA, di
responsabilizzazione del management, ecc….. Questa volontà di
cambiamento nel Governo ho dei dubbi che ci sia. Ed è un peccato
perchè oggi una PA veramente nuova nella sua operatività potrebbe
garantire maggior legalità, controlli contro la corruzione,
efficienza dello Stato ed economicità ed essere di grande supporto
allo sviluppo e alla ripresa economica del Paese.