Eccellenze
e colleghi consiglieri,
DELUSIONE:
SI VOLEVA UN RIFERIMENTO SUL RECUPERO DELLE SOMME...
la
relazione dà sicuramente una rappresentazione chiara sia dei dati,
quindi della storia della vicenda, che di quello che occorrerebbe
fare in futuro per evitare che il fenomeno si ripeta.
Ammetto
però di essere un po' deluso dal riferimento letto in aula dal
Segretario Felici per un aspetto.
L'ordine
del giorno approvato dal Consiglio il 7 Maggio dello scorso anno, su
proposta di Civico10 e Sinistra Unita, richiedeva tra le altre cose,
di relazionare su "quali
azioni sono state condotte fino ad ora e quali saranno condotte da
oggi rispetto al recupero di questi crediti". Questo era ed è
un aspetto per noi estremamente significativo di questa vicenda.
Perchè non basta fare l'analisi del passato e del futuro, ma anche
del presente.
E
INVECE C'È SOLO L'ANALISI DI UN SISTEMA TRUFFALDINO FORAGGIATO DALLA
POLITICA
Sappiamo,
o comunque abbiamo capito, come si è prodotto questo grandissimo
ammontare di crediti di difficile esigibilità, parliamo di 157
milioni di euro: in gran parte è stata una pesante eredità di un
passato fatto di una economia prevalentemente fittizia, dove San
Marino fungeva da intermediario per operazioni spesso truffaldine,
col pieno beneplacito dei governi di allora che non solo non hanno
minimamente controllato il proliferare di questi fenomeni ma anzi ne
sono stati spesso parte attiva.
Operazioni
sostanzialmente inesistenti, di importazione ed esportazione di beni,
dove San Marino fungeva molte volte da intermediario per le evasioni
tributarie transnazionali. Società che servivano a questo scopo le
cui licenze erano nei cassetti dei professionisti che le vendevano a
peso d'oro, con tanto di tariffario, licenze che venivano concesse
dal Congresso di Stato, in modo tale da permettere a qualche
Segretario di Stato di guadagnare qualche, chiamiamolo così,
"extra", come tutti sappiamo.
Un
sistema perfetto durato anni, terminato forse solo dopo la fine del
Governo straordinario, quando è cresciuta dall'esterno la pressione
affinchè smettessimo di comportarci così.
Un
sistema dove molti guadagnavano: politici, professionisti,
imprenditori (che faccio anche fatica a definire imprenditori visto
che non facevano nessuna attività di impresa ma solo
triangolazioni), l'unico che ci perdeva, e di brutto, era il Paese e
la sua immagine, che ne è uscita molto compromessa.
Questa
è la storia che sta dietro i numeri impietosi di questa relazione
che dovrebbe provocare solo tantissima vergogna in più di una
persona qui dentro.
POCO
SARÀ RECUPERABILE PERCHÈ IL SISTEMA ERA BEN CONGEGNATO...
Dicevo
quindi che sappiamo bene come si sono prodotti questi 157 milioni di
crediti di difficile esigibilità. Sappiamo anche bene che molti di
quei crediti, forse la stragrande maggioranza, non saranno
recuperabili perchè le società erano talmente fittizie che non
avevano nemmeno un bene su cui lo Stato potesse rivalersi a tutela
dei suoi crediti e perchè il capitale sociale si era bello e che
volotalizzato. O perchè il sistema funzionava talmente bene che se
nascevano dei problemi bastava chiudere la società e riaprirne una
nuova intestata a sè stessi o ad un proprio parente: il Congresso te
la concedeva senza problemi, chiedendo qualche extra naturalmente.
...PERÒ
SI GRIDA ALLO SCANDALO SE QUALCUNO PROPONE MISURE PER FERMARLO!
Però
qui siamo bravissimi a gridare allo scandalo se qualcuno come noi
propone nella legge sulle licenze di prevedere che per aprire una
società si debba costituire una qualche forma di garanzia
patrimoniale a tutela dello Stato e dei suoi crediti oppure se si
propone che se una persona ha chiuso una società che faceva una
attività X, non possa riaprirne una identica intestandola al figlio
o alla moglie. Gridiamo allo scandalo, alla proposta liberticida,
alla cultura del sospetto.
Gridiamo
allo scandalo ma continuiamo a permettere questo genere di abusi
normativi che lasciano sempre lo Stato senza alcuna arma di fronte ai
furbetti. Bisogna prendere dei provvedimenti, non solo parlare.
LA
RELAZIONE NON DICE NULLA SU COME SI INTENDA RECUPERARE QUALCOSA,
PENSA SOLO AL FUTURO
Poco
di quel credito sarà recuperabile, perchè il sistema funzionava
talmente bene da garantire l'impunità e l'abuso a danno dello Stato.
Lo dice la relazione stessa, che delinea impietosamente
l'impossibilità e l'impotenza nel cercare di recuperare qualcosa.
Talmente
impietosamente che non ci prova neppure: se l'ordine del giorno
approvato dal Consiglio chiedeva di relazionare su "quali azioni
sono state condotte fino ad ora e quali saranno condotte da oggi
rispetto al recupero di questi crediti", in ciò che ha letto il
Segretario Felici non c'è traccia di questo.
Ci
sono tante idee per il futuro, per evitare che questo riaccada, idee
che vanno dalle disposizioni per garantire la solidità e l'integrità
del capitale sociale (giusto, ma un po' in ritardo) alla previsione
di forme di garanzia fideiussoria (non capisco però perchè
“opzionale”, deve essere obbligatoria), dalla "pulizia"
del bilancio dai crediti ritenuti oramai inesigibili (giusto, qui per
anni si è andati contro la disciplina di legge) ad una maggiore
formazione e specializzazione dell'Ufficio tributario (un po' fuori
tempo massimo magari ma sempre utile). E altre idee ancora. Tutte
cose giuste che vanno fatte nei tempi più brevi possibile.
INVECE
QUALCOSA BISOGNA FARE: LE AZIONI DI RESPONSABILITÀ CIVILE
Ma
non c'è come detto nulla di nulla sulle azioni per il recupero di
questi crediti. E come detto in apertura di intervento, questo è
invece per Civico10 IL punto centrale di questa vicenda. Questo
sistema foraggiato e alimentato in passato dalla politica e dal suo
sottobosco, che tanti danni ha creato al Paese, ora deve pagare il
conto, soprattutto nel momento in cui ai cittadini si chiedono
sacrifici importanti. È un dovere fare il massimo per recuperare
quanto più possibile dei 157 milioni che sono dovuti allo Stato,
fossero anche 2 milioni, 5, 10, 20, quelli che sono sono. È un
dovere e una forma di rispetto verso la gente.
Civico10
ha delineato da tempo la sua proposta: prevedere le più opportune
modifiche normative per far si che lo Stato possa avviare le azioni
di responsabilità civile verso gli amministratori delle società
coinvolte nei fallimenti.
Se
oggi non è possibile, bisogna renderlo possibile, aggiungerei anche
prevedendo di poter colpire gli amministratori di fatto, quando
chiaramente identificabili, visto che come dice la relazione spesso
gli amministratori formali erano solo dei prestanome nullatenenti.
In
questo modo, anche nei casi di società fallite (il più delle volte
volutamente) senza alcun bene su cui rivalersi, sarà possibile agire
sui patrimoni, spesso rilevanti, degli amministratori di queste
società.
OGNI
VOLTA SI FA UN'OBIEZIONE A QUESTA PROPOSTA MA ALTERNATIVE NON SI SONO
SENTITE
Stiamo
portando avanti questa proposta da oltre 1 anno, ed in quest'aula
sono sempre state fatte delle questioni: una volta è un problema
normativo, un'altra volta è un problema di gestione, un'altra volta
è un problema di non legittimazione dello Stato ad agire. Io credo
che tutte queste obiezioni servano solo a giustificare la volontà da
parte di non agire a tutela dello Stato e dei cittadini.
Non
sappiamo se questa sia l'unica soluzione, è oltre 1 anno che
aspettiamo di sentirne un'altra e anche per questo nell'ordine del
giorno chiedevamo un preciso riferimento su questo. Invece, nella
relazione su questo c'è il silenzio assoluto.
Questo
ci fa pensare ancor di più di essere sulla strada giusta e ci fa
riproporre con ancora più forza questa nostra proposta oggi:
permettiamo allo Stato di avviare le azioni di responsabilità civile
contro gli amministratori, anche quelli di fatto, delle società
coinvolte nella vicenda monofase, che hanno chiuso lasciando solo
macerie e debiti.
Oppure
dateci una alternativa, ma datecela: l'alternativa non può essere nè
il silenzio nè la rassegnazione del "ah ma tanto non
recuperiamo niente".
Noi
non accettiamo minimamente questa impostazione e diciamo ai cittadini
che vogliamo recuperare tutto il recuperabile, facendo ciò che è in
nostro potere.