BILANCIO
ANCORA IN DEFICIT NONOSTANTE LE PAROLE...
Il
primo dato politico che mi sento di rilevare é che in questo che
doveva essere, nelle dichiarazioni pompose di inizio legislatura,
l'anno del pareggio di bilancio siamo ancora coi conti in deficit di
oltre 25 milioni di euro.
Certo,
l'economia continua a peggiorare e quindi mantenere i conti in
equilibrio non è semplice. Ma questa non è una scusa, e richiede
anzi maggiore impegno per un Governo e una maggioranza che affermava
in campagna elettorale di avere la ricetta per farci uscire dalla
crisi in 6 mesi, mentre dopo 12 siamo ancora in black list e alle
prese con una recessione micidiale. Una recessione che provoca un
grosso calo delle entrate di fronte al quale servirebbero
provvedimenti decisi e immediati.
DEBITO
INIZIA A DARE I SUOI PESANTI EFFETTI: SERVONO TAGLI
Invece
stiamo continuando ad accumulare deficit che diventano
automaticamente debito pubblico. Da mesi diciamo che questa
prospettiva va evitata come la peste, e già questo bilancio dimostra
bene cosa significhi avere a che fare coi debiti: abbiamo appena
iniziato a farli, per sostenere il settore finanziario, e già
abbiamo più di 7 milioni di spese obbligatorie connesse a debiti
vari che ci pongono un pesante dazio..
Rinnoviamo
l'invito: arrivate già quest'anno al pareggio di bilancio, per
garantire un futuro sicuro alle finanze del nostro Paese.
L'unica
strada è quella dei tagli alla spesa pubblica.
LA
RIFORMA FISCALE DARÀ MOLTO POCO E DEPRIMERÀ ECONOMIA
A
livello di entrate infatti la riforma fiscale, per vostra stessa
ammissione, non porterà più di 5,5 milioni di euro netti al
bilancio dello Stato, una volta considerata l'eliminazione dei
provvedimenti straordinari degli anni scorsi: sono ovviamente troppo
pochi per garantire una sostenibilità alle finanze pubbliche. Anche
perchè gli effetti negativi della scelta che avete fatto di
inasprire le tasse solo sui redditi e solo su quelli dei lavoratori e
dei pensionati si faranno sentire già a partire dal prossimo anno,
riducendo la domanda, i consumi e quindi pregiudicando le entrate
future. Un effetto che sarebbe stato molto minore se aveste spostato
la tassazione sui patrimoni anzichè sui redditi, ma qui ha prevalso
l'ideologia sulla logica.
Di
fatto il provvedimento che avete adottato, che non condividiamo e che
riteniamo iniquo, incapace di accertare i redditi e depressivo per
l'economia, darà meno di 6 milioni di euro e quindi non servirà
nemmeno a sostenere il bilancio. Una scelta quindi non condivisibile
sotto tutti i punti di vista.
SUI
TAGLI DI SPESA, 2 BUONE NORME MA TROPPO POCO
Serve
agire sui risparmi di spesa. Ma anche qui rinnovo l'invito: devono
essere tagli strutturali, che possano ridurre la spesa non per un
anno, ma per sempre. E devono essere tagli veri, non tagli che
spostano semplicemente il carico sulle spalle altrui.
Anche
in questo bilancio queste scelte mancano. Spezzo una lancia a favore
del taglio alle indennità e sulla non erogazione delle stesse nei
momenti in cui la funzione non venga svolta, interventi purtroppo
confinati al 2014. E spezzo una lancia anche a favore dell'aumento
del contributo di solidarietà sulle pensioni, anche se si poteva
fare molto molto di più (una pensione fra i 4 e i 5 mila euro
mensili, una enormità, viene fra il 3% e il 5%, davvero non molto).
SUL
FRONTE DELLA RIDUZIONE DELLA SPESA, SI TAGLIA SUI SERVIZI...
Ma
tolte queste 2 lance, sul resto non ci siamo.
Tagliare
fondi agli Enti, e penso in particolare al taglio di 2,5 milioni di
euro all'Iss senza dare alcun mandato o senza dettare norme per
evitare la riduzione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini
significa tagliare le spese sulle spalle delle fasce più deboli,
aprire la strada all'introduzione di ticket sanitari, come sembra si
farà senza esenzioni, senza distinzioni e senza tutele per le fasce
deboli, ed alla privatizzazione della sanità. Anche perchè laddove,
come in questo caso, si è alle prese con un bilancio per il 50%
costituito da spesa per il personale, quindi rigida e non
modificabile, tagliare gli stanziamenti significa giocoforza ridurre
i servizi.
...E
SI SPOSTA IL CARICO SUL FONDO PENSIONI, SUI GIOVANI
Inoltre,
sempre su questa falsariga, inserire norme come la riduzione del
trasferimento ai fondi pensione dal 10% al 5% oppure come la
riduzione della spesa per il personale della PA attraverso
pensionamenti anticipati senza nessun disincentivo significa fare un
operazione di maquillage finanziario che riduce le spese sul bilancio
e le aumenta sul fondo pensioni, senza risparmiare nulla ma anzi
anticipando la necessità di una ulteriore riforma che, come sempre
avviene, peserà sulle nuove generazioni. Il tutto senza considerare
la totale iniquità della proposta, che prevede un trattamento di un
tipo per i dipendenti della Pa ed un trattamento molto più
penalizzante per i dipendenti privati: per questi ultimi, qualora
vadano in pensione con più di 40 anni di contributi ma meno di 60 di
età, si applicano pesantissimi disincentivi permanenti, mentre in
queste norme per i dipendenti Pa non è previsto nulla di tutto ciò.
Qui il principio di uguaglianza va a farsi benedire.
Chiedo
un preciso riferimento al Segretario alla Sanità sull'impatto di
queste norme sui Fondi Pensioni e sul suo equilibrio, noi non ci
stiamo a spostare il carico sulle pensioni e quindi sulle nuove
generazioni per consentire al Governo di ridurre artificiosamente il
deficit.
SULLO
SVILUPPO? NIENTE
Ribadisco
che nonostante questi artifici, si presenta un bilancio
intollerabilmente in deficit di 25 milioni, e senza concrete
politiche di sviluppo. La parte legata allo sviluppo in questo
bilancio è disarmante per il suo minimalismo: a parte il consueto
Parco Tecnologico e l'ennesimo “faremo” sull'Iva, non c'è nulla.
Anzi, c'è un taglio del 14% circa delle spese in conto capitale e la
riduzione degli stanziamenti per il credito agevolato. E questa, se
possibile, è la principale carenza di questa legge, nel momento in
cui lo studio fatto dalla Banca Mondiale “Doing Business”
effettuato su di noi ha mostrato la nostra grande arretratezza su
tantissime aree che caratterizzano l'attrattività di un Paese.
Bisogna agire, e in fretta, trovando le adeguate risorse laddove
servano e modificando le leggi laddove non siano al passo coi tempi.
Ma, e lo ribadisco, a parte gli interventi sul tema delle residenze e
degli incentivi fiscali, il Governo non sta facendo niente.
SIAMO
DI FRONTE ALL'ENNESIMO FALLIMENTO
Se
nulla cambierà fra prima e seconda lettura, siamo di fronte
all'ennesimo fallimento: bilancio in pesante deficit, pochi tagli
strutturali di spesa e zero sviluppo. Anche per il 2014 si
prospettano tempi duri.