INTERVENTO PRIMA LETTURA SU BILANCIO 2014 - 26_11_13

BILANCIO ANCORA IN DEFICIT NONOSTANTE LE PAROLE...
Il primo dato politico che mi sento di rilevare é che in questo che doveva essere, nelle dichiarazioni pompose di inizio legislatura, l'anno del pareggio di bilancio siamo ancora coi conti in deficit di oltre 25 milioni di euro.
Certo, l'economia continua a peggiorare e quindi mantenere i conti in equilibrio non è semplice. Ma questa non è una scusa, e richiede anzi maggiore impegno per un Governo e una maggioranza che affermava in campagna elettorale di avere la ricetta per farci uscire dalla crisi in 6 mesi, mentre dopo 12 siamo ancora in black list e alle prese con una recessione micidiale. Una recessione che provoca un grosso calo delle entrate di fronte al quale servirebbero provvedimenti decisi e immediati.
DEBITO INIZIA A DARE I SUOI PESANTI EFFETTI: SERVONO TAGLI
Invece stiamo continuando ad accumulare deficit che diventano automaticamente debito pubblico. Da mesi diciamo che questa prospettiva va evitata come la peste, e già questo bilancio dimostra bene cosa significhi avere a che fare coi debiti: abbiamo appena iniziato a farli, per sostenere il settore finanziario, e già abbiamo più di 7 milioni di spese obbligatorie connesse a debiti vari che ci pongono un pesante dazio..
Rinnoviamo l'invito: arrivate già quest'anno al pareggio di bilancio, per garantire un futuro sicuro alle finanze del nostro Paese.
L'unica strada è quella dei tagli alla spesa pubblica.
LA RIFORMA FISCALE DARÀ MOLTO POCO E DEPRIMERÀ ECONOMIA
A livello di entrate infatti la riforma fiscale, per vostra stessa ammissione, non porterà più di 5,5 milioni di euro netti al bilancio dello Stato, una volta considerata l'eliminazione dei provvedimenti straordinari degli anni scorsi: sono ovviamente troppo pochi per garantire una sostenibilità alle finanze pubbliche. Anche perchè gli effetti negativi della scelta che avete fatto di inasprire le tasse solo sui redditi e solo su quelli dei lavoratori e dei pensionati si faranno sentire già a partire dal prossimo anno, riducendo la domanda, i consumi e quindi pregiudicando le entrate future. Un effetto che sarebbe stato molto minore se aveste spostato la tassazione sui patrimoni anzichè sui redditi, ma qui ha prevalso l'ideologia sulla logica.
Di fatto il provvedimento che avete adottato, che non condividiamo e che riteniamo iniquo, incapace di accertare i redditi e depressivo per l'economia, darà meno di 6 milioni di euro e quindi non servirà nemmeno a sostenere il bilancio. Una scelta quindi non condivisibile sotto tutti i punti di vista.
SUI TAGLI DI SPESA, 2 BUONE NORME MA TROPPO POCO
Serve agire sui risparmi di spesa. Ma anche qui rinnovo l'invito: devono essere tagli strutturali, che possano ridurre la spesa non per un anno, ma per sempre. E devono essere tagli veri, non tagli che spostano semplicemente il carico sulle spalle altrui.
Anche in questo bilancio queste scelte mancano. Spezzo una lancia a favore del taglio alle indennità e sulla non erogazione delle stesse nei momenti in cui la funzione non venga svolta, interventi purtroppo confinati al 2014. E spezzo una lancia anche a favore dell'aumento del contributo di solidarietà sulle pensioni, anche se si poteva fare molto molto di più (una pensione fra i 4 e i 5 mila euro mensili, una enormità, viene fra il 3% e il 5%, davvero non molto).
SUL FRONTE DELLA RIDUZIONE DELLA SPESA, SI TAGLIA SUI SERVIZI...
Ma tolte queste 2 lance, sul resto non ci siamo.
Tagliare fondi agli Enti, e penso in particolare al taglio di 2,5 milioni di euro all'Iss senza dare alcun mandato o senza dettare norme per evitare la riduzione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini significa tagliare le spese sulle spalle delle fasce più deboli, aprire la strada all'introduzione di ticket sanitari, come sembra si farà senza esenzioni, senza distinzioni e senza tutele per le fasce deboli, ed alla privatizzazione della sanità. Anche perchè laddove, come in questo caso, si è alle prese con un bilancio per il 50% costituito da spesa per il personale, quindi rigida e non modificabile, tagliare gli stanziamenti significa giocoforza ridurre i servizi.
...E SI SPOSTA IL CARICO SUL FONDO PENSIONI, SUI GIOVANI
Inoltre, sempre su questa falsariga, inserire norme come la riduzione del trasferimento ai fondi pensione dal 10% al 5% oppure come la riduzione della spesa per il personale della PA attraverso pensionamenti anticipati senza nessun disincentivo significa fare un operazione di maquillage finanziario che riduce le spese sul bilancio e le aumenta sul fondo pensioni, senza risparmiare nulla ma anzi anticipando la necessità di una ulteriore riforma che, come sempre avviene, peserà sulle nuove generazioni. Il tutto senza considerare la totale iniquità della proposta, che prevede un trattamento di un tipo per i dipendenti della Pa ed un trattamento molto più penalizzante per i dipendenti privati: per questi ultimi, qualora vadano in pensione con più di 40 anni di contributi ma meno di 60 di età, si applicano pesantissimi disincentivi permanenti, mentre in queste norme per i dipendenti Pa non è previsto nulla di tutto ciò. Qui il principio di uguaglianza va a farsi benedire.
Chiedo un preciso riferimento al Segretario alla Sanità sull'impatto di queste norme sui Fondi Pensioni e sul suo equilibrio, noi non ci stiamo a spostare il carico sulle pensioni e quindi sulle nuove generazioni per consentire al Governo di ridurre artificiosamente il deficit.
SULLO SVILUPPO? NIENTE
Ribadisco che nonostante questi artifici, si presenta un bilancio intollerabilmente in deficit di 25 milioni, e senza concrete politiche di sviluppo. La parte legata allo sviluppo in questo bilancio è disarmante per il suo minimalismo: a parte il consueto Parco Tecnologico e l'ennesimo “faremo” sull'Iva, non c'è nulla. Anzi, c'è un taglio del 14% circa delle spese in conto capitale e la riduzione degli stanziamenti per il credito agevolato. E questa, se possibile, è la principale carenza di questa legge, nel momento in cui lo studio fatto dalla Banca Mondiale “Doing Business” effettuato su di noi ha mostrato la nostra grande arretratezza su tantissime aree che caratterizzano l'attrattività di un Paese. Bisogna agire, e in fretta, trovando le adeguate risorse laddove servano e modificando le leggi laddove non siano al passo coi tempi. Ma, e lo ribadisco, a parte gli interventi sul tema delle residenze e degli incentivi fiscali, il Governo non sta facendo niente.
SIAMO DI FRONTE ALL'ENNESIMO FALLIMENTO
Se nulla cambierà fra prima e seconda lettura, siamo di fronte all'ennesimo fallimento: bilancio in pesante deficit, pochi tagli strutturali di spesa e zero sviluppo. Anche per il 2014 si prospettano tempi duri.