INTERVENTO ASSESTAMENTO DI BILANCIO - 29 10 2013

ASSENZA DI VERE SCELTE IN MATERIA DI SPENDING REVIEW
Non c'è molto di strutturale a livello di scelte politiche in questa legge di assestamento, se si eccettua Cassa di Risparmio su cui tornerò.
Proprio ieri abbiamo sottolineato in un comunicato stampa l'assenza di politiche vere in materia di spending review, addirittura il Governo non ha minimamente attuato ciò che lui stesso ha deliberato il 6 Agosto scorso. Forse solo per autoimpegnarsi su una strada in cui non crede, ma quella delibera poneva una serie di scadenze forse troppo ambiziose persino per il Governo stesso, che infatti non ne ha rispettata nemmeno una.
Manca la nomina del Direttore Generale per la Funzione Pubblica, prevista per il 15 Settembre e su cui il Governo si era solennemente impegnato; mancano piani strutturali di risparmio nella scuola e nella sanità, previsti per il 30 Settembre; manca un piano per la riduzione degli affitti passivi e la crescita di quelli attivi, prevista sempre per il 30 settembre; così come per il 30 settembre era previsto:
  • un piano per l’accorpamento di ulteriori Unità Organizzative, qui rinviato ancora una volta ad un Decreto Delegato;
  • la predisposizione di una relazione sui servizi esternalizzabili e sulle modalità per farlo, anche questa persa nelle nebbie nonostante se ne parli dai tempi dell'allegato Z;
  • una proposta di riarticolazione degli orari di lavoro per evitare gli straordinari e, io aggiungo, aumentare il tempo di apertura degli uffici rendendoli più fruibili al pubblico;
  • la ricognizione delle delibere e degli accordi siglati con le OO.SS. nel Settore Pubblico Allargato che abbiano comportato l’erogazione di indennità e compensi, ma nulla si è visto;
  • una proposta di razionalizzazione e riduzione delle sedi e delle spese per il personale ed il funzionamento delle sedi diplomatiche e consolari, cosa che non ci pare di avere visto (poi possiamo sbagliare visto che strumentalizziamo sempre, dice la maggioranza);
  • una proposta per prevedere l’ingresso a pagamento in particolari eventi e manifestazioni e la partecipazione da parte degli organizzatori ai costi, cosa che anche noi abbiamo chiesto molti mesi fa con un ordine del giorno, ma che evidentemente ancora è solo nelle idee e non nell'attuazione;
E ne ho lasciata qualcuna. Senza contare gli impegni previsti per il 30 Ottobre, che riguardano tra le altre cose la destinazione del personale delle forze di polizia, su cui nulla finora abbiamo visto.
Queste sarebbero state le scelte strutturali da compiere, o meglio alcune delle scelte strutturali da compiere, scelte parziali ma giuste, per quanto non siano state minimamente indicate le cifre da raggiungere.
Non c'è nulla di tutto ciò, nessuna scelta definitiva e valida non solo per oggi ma anche per gli anni successivi, che possano avviare il Paese verso una riduzione strutturale della spesa pubblica.
Ci troviamo di fronte solo qualche taglietto casuale ed estemporaneo. Qualche migliaia di euro in meno a qualche Azienda, a qualche Ente, senza precisare dove le Aziende o gli Enti dovranno o potranno tagliare per reggere quel minore stanziamento, visto che non è stata contemporaneamente resa più flessibile la struttura organizzativa.
Si taglia qualche capitolo di spesa qua e là senza troppa logica; si risparmia nei gangli più semplici da aggredire, cioè i precari e le sostituzioni, come dimostra il caso dei bidelli cuochi che sono rimasti fuori dalle stabilizzazioni e ora sono stati dimenticati come se non esistessero; vi sono ipotesi di riduzione dei servizi sanitari, delle prestazioni gratuite e dei farmaci mutuabili: la legge sulla libera professione si avvia su questa direzione, così come l'articolo 11 di questa legge.
I TAGLI VERI SONO UN'ALTRA COSA E RICHIEDONO UN LAVORO IMPORTANTE
Cosa dire quindi di fronte a questi tagli?
Molti colleghi della maggioranza da tempo dicono che misureranno il Governo anche sulla sua capacità di fare tagli e scelte forti in materia di spending review. Oggi ci verranno a dire che i risparmi ottenuti in questo assestamento di bilancio sono importanti, che ci si avvia nella giusta direzione, che intanto si comincia a tagliare, ecc...
Ma, colleghi, lo dico senza alcuna polemica, ridurre gli stanziamenti è facile, ed il più delle volte si tramuta in una riduzione dei servizi erogati, in minori investimenti, in minore spesa di qualità. Raramente si tramuta in una riduzione della spesa improduttiva o degli sprechi se non si cambiano nel profondo gli aspetti organizzativi, le modalità di lavoro, gli incentivi all'efficienza e alla produttività, se non si imparano a valutare le prestazioni fornite, ma seriamente e non per fare qualche spot sui giornali, se non si cambiano le norme che regolamentano la gestione degli uffici, compreso il personale, e le modalità di erogazione dei servizi.
Sono queste le scelte da compiere per raggiungere una vera spending review. La delibera che ho citato in apertura di intervento si poneva alcuni di questi obiettivi, seppur timidamente, ma giace completamente inattuata mentre qui ci accontentiamo di tagli estemporanei. Non ci siamo colleghi, non ci siamo proprio.
INTERVENTO SU CASSA FATTO CON MODALITÀ CRITICABILI
Così come non ci siamo sulla vicenda Cassa di Risparmio, non tanto per la finalità dell'intervento che nessuno discute, quanto per le modalità con cui viene posto in essere.
In primo luogo per la scarsissima trasparenza sulla situazione contabile e patrimoniale che porta alla necessità di questo intervento, quest'aula oggi deve deliberare su un intervento da 105 milioni di euro per lo Stato e non conosce nemmeno il Piano Pluriennale di Recepimento che definirà le modalità con cui la Cassa tornerà ad essere in linea coi parametri di vigilanza; non ha un riferimento preciso in merito da parte dell'Autorità di Vigilanza nè del management di Cassa. Sulla base di cosa deliberiamo? Sulla fiducia?
Ma criticabile è anche la modalità scelta per intervenire, modalità che non prevede un ingresso dello Stato nel capitale sociale di Cassa e quindi non prevede per lo Stato l'acquisto di azioni che potranno essere rivendute in futuro, generando un guadagno. No, mettiamo 84 milioni di euro in un non meglio precisato Fondo, non si capisce in che maniera remunerato (lo abbiamo chiesto a Felici ma non ha risposto), non si capisce in che modo trasformabile in capitale sociale. Il tutto mentre paghiamo gli interessi sul prestito che Carisp ci farà per creare questo fondo. La domanda è: perchè? Perchè scegliete di interevenire in questa maniera che non genera alcuna remunerazione per lo Stato? Dov'è l'interesse pubblico qui?
RISCHIO ENORME: ACCESSO A LIQUIDITÀ PER FINANZIARE DEBITO
Per questa e altre ragioni c'è un pensiero che ci pervade, e che trova conferme ogni giorno di più, specialmente da quando sappiamo che il Governo di fatto avrà la maggioranza del nuovo Cda della Cassa di Risparmio, nonostante una quota azionaria minima.
Il pensiero, e lo dico con estrema chiarezza, è che non ci sia la necessità di remunerare questo investimento perchè il vero obiettivo del Governo, mascherato dietro mille nobili motivazioni, è entrare a piedi pari nella Cassa di Risparmio per avere accesso alla enorme liquidità che rientrerà nella Cassa di Risparmio stessa di qui ai prossimi mesi e anni. Si parla di oltre 1 miliardo di euro, cifra mai smentita da nessuno. Liquidità che, con il Governo a controllare il Cda della Carisp stessa, potrà essere usata per finanziare il debito pubblico del nostro Paese e per rimediare quei soldi che servono a finanziare quella spesa che non si vuole tagliare.
Sarebbe la chiusura del cerchio. Carisp investirebbe in titoli di debito pubblico sammarinese, che hanno un coefficiente di ponderazione molto basso e quindi richiedono poco patrimonio a copertura, e magari potrebbe ottenere un rendimento discreto; il Governo otterrebbe i soldi che gli servono per continuare ad andare avanti, e che non è riuscito a rimediare in altro modo, tramite l'Ifp, i Rotschild, ecc...e così il disegno di finanziare la spesa corrente tramite debito pubblico sarebbe completo, con piena soddisfazione di tutti. Il pagamento dei debiti, a partire dai 105 milioni di euro che dovremo restituire fra 10 anni a Carisp, avverrebbe tramite altri debiti, nè più nè meno di come fa l'Italia o altri Stati indebitati, in assenza di politiche di riduzione della spesa.
È questa la politica che volete fare? È questa la politica giusta per il Paese e per le nuove generazioni, che si troveranno sul groppone in futuro quantità di debiti potenzialmente enormi?
Noi siamo come sapete fermamente contrari al debito pubblico fatto per finanziare la spesa corrente. Abbiamo preparato uno specifico emendamento in tal senso, per far si che la liquidità di Carisp possa finanziare solo specifici progetti di investimento pluriennale, e non i debiti. Sono proprio curioso di vedere con che motivazioni lo respingerete, vediamo se questo disegno che abbiamo evidenziato è così campato per aria.
GOVERNO INSUFFICIENTE SU TAGLI E SVILUPPO, PREFERISCE TASSE
Noi crediamo che la maggioranza e il Governo siano finora largamente insufficienti nella gestione delle politiche di riduzione della spesa, e stiano preferendo agire sul fronte dell'aumento delle tasse per riuscire a riequilibrare il bilancio dello Stato. Anche questa è una politica facile, richiede meno impegno ma crea moltissimi danni all'economia.
Così come è ancora più facile la politica del debito pubblico, che il Governo cerca di attuare in tutti i modi, cercando sempre qualche nuova possibilità che oggi individua in Carisp, ma che sarà deleteria per il Paese e ci avvierà sulla strada per il disastro. Il tutto nonostante le parole pronunciate in aula dal ministro degli Esteri del Liechtenstein, che evidentemente non vi ha insegnato nulla.
Il tutto mentre sul fronte dello sviluppo siamo ancora agli enunciati, perchè la maggioranza non riesce neanche a mettersi d'accordo su come attuare quelle poche scelte compiute nella legge sullo sviluppo.
Senza parlare del Parco Scientifico e Tecnologico, per il quale oggi riduciamo di 60 mila euro lo stanziamento da destinare a consulenze e comunicazione, ma che ancora non abbiamo capito dove sorgerà, cosa farà, come verrà finanziato, che fiscalità avrà, come saranno trattati i ricercatori e i lavoratori che vi saranno occupati, quale sarà il contributo dell'Italia, se ci sarà accesso ai finanziamenti europei, quale sarà il ruolo dell'Università, e tantissime altre cose. Ed io non so se un argomento così importante possa essere trattato con questa superficialità.
Ha ragione Macina quando dice che non è tutta colpa della black list e che molto dipende anche da noi e dalle nostre scelte. Scelte che vanno fatte con una visione chiara degli obiettivi e delle modalità per raggiungerli, ma che ad oggi mancano.
In questo quadro la maggioranza e il Governo vanno avanti a testa bassa su tutto, portando avanti le loro priorità, come ridurre i servizi sanitari pubblici attraverso la legge sulla libera professione o come la demolizione del carattere pubblico della previdenza complementare, anzichè mostrare un atteggiamento collaborativo e dialogante sulle vere priorità del Paese.
CAMBIO DI ATTEGGIAMENTO NECESSARIO PER IL PAESE
State portando il Paese al collasso, colleghi, stiamo perdendo tempo a cincischiare e a prendere tempo mentre servirebbero scelte su tutti i fronti, ed in particolare sulle politiche economiche, occupazionali e di bilancio. Finchè non capirete che serve un cambio di strategia e serve dialogare sulle scelte, senza andare avanti a testa bassa, non potrà che proseguire il nostro atteggiamento di forte opposizione e non potrà che crescere il malcontento della gente per una politica governativa che non sa fare le scelte ma sa solo parlare.
Se diamo retta alle parole dovremmo avere tassi di crescita a 2 cifre, nei fatti abbiamo una recessione a 2 cifre, e spero che ve ne rendiate conto prima possibile.