ASSENZA
DI VERE SCELTE IN MATERIA DI SPENDING REVIEW
Non
c'è molto di strutturale a livello di scelte politiche in questa
legge di assestamento, se si eccettua Cassa di Risparmio su cui
tornerò.
Proprio
ieri abbiamo sottolineato in un comunicato stampa l'assenza di
politiche vere in materia di spending review, addirittura il Governo
non ha minimamente attuato ciò che lui stesso ha deliberato il 6
Agosto scorso. Forse solo per autoimpegnarsi su una strada in cui non
crede, ma quella delibera poneva una serie di scadenze forse troppo
ambiziose persino per il Governo stesso, che infatti non ne ha
rispettata nemmeno una.
Manca
la nomina del Direttore Generale per la Funzione Pubblica, prevista
per il 15 Settembre e su cui il Governo si era solennemente
impegnato; mancano piani strutturali di risparmio nella scuola e
nella sanità, previsti per il 30 Settembre; manca un piano per la
riduzione degli affitti passivi e la crescita di quelli attivi,
prevista sempre per il 30 settembre; così come per il 30 settembre
era previsto:
- un piano per l’accorpamento di ulteriori Unità Organizzative, qui rinviato ancora una volta ad un Decreto Delegato;
- la predisposizione di una relazione sui servizi esternalizzabili e sulle modalità per farlo, anche questa persa nelle nebbie nonostante se ne parli dai tempi dell'allegato Z;
- una proposta di riarticolazione degli orari di lavoro per evitare gli straordinari e, io aggiungo, aumentare il tempo di apertura degli uffici rendendoli più fruibili al pubblico;
- la ricognizione delle delibere e degli accordi siglati con le OO.SS. nel Settore Pubblico Allargato che abbiano comportato l’erogazione di indennità e compensi, ma nulla si è visto;
- una proposta di razionalizzazione e riduzione delle sedi e delle spese per il personale ed il funzionamento delle sedi diplomatiche e consolari, cosa che non ci pare di avere visto (poi possiamo sbagliare visto che strumentalizziamo sempre, dice la maggioranza);
- una proposta per prevedere l’ingresso a pagamento in particolari eventi e manifestazioni e la partecipazione da parte degli organizzatori ai costi, cosa che anche noi abbiamo chiesto molti mesi fa con un ordine del giorno, ma che evidentemente ancora è solo nelle idee e non nell'attuazione;
E
ne ho lasciata qualcuna. Senza contare gli impegni previsti per il 30
Ottobre, che riguardano tra le altre cose la destinazione del
personale delle forze di polizia, su cui nulla finora abbiamo visto.
Queste
sarebbero state le scelte strutturali da compiere, o meglio alcune
delle scelte strutturali da compiere, scelte parziali ma giuste, per
quanto non siano state minimamente indicate le cifre da raggiungere.
Non
c'è nulla di tutto ciò, nessuna scelta definitiva e valida non solo
per oggi ma anche per gli anni successivi, che possano avviare il
Paese verso una riduzione strutturale della spesa pubblica.
Ci
troviamo di fronte solo qualche taglietto casuale ed estemporaneo.
Qualche migliaia di euro in meno a qualche Azienda, a qualche Ente,
senza precisare dove le Aziende o gli Enti dovranno o potranno
tagliare per reggere quel minore stanziamento, visto che non è stata
contemporaneamente resa più flessibile la struttura organizzativa.
Si
taglia qualche capitolo di spesa qua e là senza troppa logica; si
risparmia nei gangli più semplici da aggredire, cioè i precari e le
sostituzioni, come dimostra il caso dei bidelli cuochi che sono
rimasti fuori dalle stabilizzazioni e ora sono stati dimenticati come
se non esistessero; vi sono ipotesi di riduzione dei servizi
sanitari, delle prestazioni gratuite e dei farmaci mutuabili: la
legge sulla libera professione si avvia su questa direzione, così
come l'articolo 11 di questa legge.
I
TAGLI VERI SONO UN'ALTRA COSA E RICHIEDONO UN LAVORO IMPORTANTE
Cosa
dire quindi di fronte a questi tagli?
Molti
colleghi della maggioranza da tempo dicono che misureranno il Governo
anche sulla sua capacità di fare tagli e scelte forti in materia di
spending review. Oggi ci verranno a dire che i risparmi ottenuti in
questo assestamento di bilancio sono importanti, che ci si avvia
nella giusta direzione, che intanto si comincia a tagliare, ecc...
Ma,
colleghi, lo dico senza alcuna polemica, ridurre gli stanziamenti è
facile, ed il più delle volte si tramuta in una riduzione dei
servizi erogati, in minori investimenti, in minore spesa di qualità.
Raramente si tramuta in una riduzione della spesa improduttiva o
degli sprechi se non si cambiano nel profondo gli aspetti
organizzativi, le modalità di lavoro, gli incentivi all'efficienza e
alla produttività, se non si imparano a valutare le prestazioni
fornite, ma seriamente e non per fare qualche spot sui giornali, se
non si cambiano le norme che regolamentano la gestione degli uffici,
compreso il personale, e le modalità di erogazione dei servizi.
Sono
queste le scelte da compiere per raggiungere una vera spending
review. La delibera che ho citato in apertura di intervento si poneva
alcuni di questi obiettivi, seppur timidamente, ma giace
completamente inattuata mentre qui ci accontentiamo di tagli
estemporanei. Non ci siamo colleghi, non ci siamo proprio.
INTERVENTO
SU CASSA FATTO CON MODALITÀ CRITICABILI
Così
come non ci siamo sulla vicenda Cassa di Risparmio, non tanto per la
finalità dell'intervento che nessuno discute, quanto per le modalità
con cui viene posto in essere.
In
primo luogo per la scarsissima trasparenza sulla situazione contabile
e patrimoniale che porta alla necessità di questo intervento,
quest'aula oggi deve deliberare su un intervento da 105 milioni di
euro per lo Stato e non conosce nemmeno il Piano Pluriennale di
Recepimento che definirà le modalità con cui la Cassa tornerà ad
essere in linea coi parametri di vigilanza; non ha un riferimento
preciso in merito da parte dell'Autorità di Vigilanza nè del
management di Cassa. Sulla base di cosa deliberiamo? Sulla fiducia?
Ma
criticabile è anche la modalità scelta per intervenire, modalità
che non prevede un ingresso dello Stato nel capitale sociale di Cassa
e quindi non prevede per lo Stato l'acquisto di azioni che potranno
essere rivendute in futuro, generando un guadagno. No, mettiamo 84
milioni di euro in un non meglio precisato Fondo, non si capisce in
che maniera remunerato (lo abbiamo chiesto a Felici ma non ha
risposto), non si capisce in che modo trasformabile in capitale
sociale. Il tutto mentre paghiamo gli interessi sul prestito che
Carisp ci farà per creare questo fondo. La domanda è: perchè?
Perchè scegliete di interevenire in questa maniera che non genera
alcuna remunerazione per lo Stato? Dov'è l'interesse pubblico qui?
RISCHIO
ENORME: ACCESSO A LIQUIDITÀ PER FINANZIARE DEBITO
Per
questa e altre ragioni c'è un pensiero che ci pervade, e che trova
conferme ogni giorno di più, specialmente da quando sappiamo che il
Governo di fatto avrà la maggioranza del nuovo Cda della Cassa di
Risparmio, nonostante una quota azionaria minima.
Il
pensiero, e lo dico con estrema chiarezza, è che non ci sia la
necessità di remunerare questo investimento perchè il vero
obiettivo del Governo, mascherato dietro mille nobili motivazioni, è
entrare a piedi pari nella Cassa di Risparmio per avere accesso alla
enorme liquidità che rientrerà nella Cassa di Risparmio stessa di
qui ai prossimi mesi e anni. Si parla di oltre 1 miliardo di euro,
cifra mai smentita da nessuno. Liquidità che, con il Governo a
controllare il Cda della Carisp stessa, potrà essere usata per
finanziare il debito pubblico del nostro Paese e per rimediare quei
soldi che servono a finanziare quella spesa che non si vuole
tagliare.
Sarebbe
la chiusura del cerchio. Carisp investirebbe in titoli di debito
pubblico sammarinese, che hanno un coefficiente di ponderazione molto
basso e quindi richiedono poco patrimonio a copertura, e magari
potrebbe ottenere un rendimento discreto; il Governo otterrebbe i
soldi che gli servono per continuare ad andare avanti, e che non è
riuscito a rimediare in altro modo, tramite l'Ifp, i Rotschild,
ecc...e così il disegno di finanziare la spesa corrente tramite
debito pubblico sarebbe completo, con piena soddisfazione di tutti.
Il pagamento dei debiti, a partire dai 105 milioni di euro che
dovremo restituire fra 10 anni a Carisp, avverrebbe tramite altri
debiti, nè più nè meno di come fa l'Italia o altri Stati
indebitati, in assenza di politiche di riduzione della spesa.
È
questa la politica che volete fare? È questa la politica giusta per
il Paese e per le nuove generazioni, che si troveranno sul groppone
in futuro quantità di debiti potenzialmente enormi?
Noi
siamo come sapete fermamente contrari al debito pubblico fatto per
finanziare la spesa corrente. Abbiamo preparato uno specifico
emendamento in tal senso, per far si che la liquidità di Carisp
possa finanziare solo specifici progetti di investimento pluriennale,
e non i debiti. Sono proprio curioso di vedere con che motivazioni lo
respingerete, vediamo se questo disegno che abbiamo evidenziato è
così campato per aria.
GOVERNO
INSUFFICIENTE SU TAGLI E SVILUPPO, PREFERISCE TASSE
Noi
crediamo che la maggioranza e il Governo siano finora largamente
insufficienti nella gestione delle politiche di riduzione della
spesa, e stiano preferendo agire sul fronte dell'aumento delle tasse
per riuscire a riequilibrare il bilancio dello Stato. Anche questa è
una politica facile, richiede meno impegno ma crea moltissimi danni
all'economia.
Così
come è ancora più facile la politica del debito pubblico, che il
Governo cerca di attuare in tutti i modi, cercando sempre qualche
nuova possibilità che oggi individua in Carisp, ma che sarà
deleteria per il Paese e ci avvierà sulla strada per il disastro. Il
tutto nonostante le parole pronunciate in aula dal ministro degli
Esteri del Liechtenstein, che evidentemente non vi ha insegnato
nulla.
Il
tutto mentre sul fronte dello sviluppo siamo ancora agli enunciati,
perchè la maggioranza non riesce neanche a mettersi d'accordo su
come attuare quelle poche scelte compiute nella legge sullo sviluppo.
Senza
parlare del Parco Scientifico e Tecnologico, per il quale oggi
riduciamo di 60 mila euro lo stanziamento da destinare a consulenze e
comunicazione, ma che ancora non abbiamo capito dove sorgerà, cosa
farà, come verrà finanziato, che fiscalità avrà, come saranno
trattati i ricercatori e i lavoratori che vi saranno occupati, quale
sarà il contributo dell'Italia, se ci sarà accesso ai finanziamenti
europei, quale sarà il ruolo dell'Università, e tantissime altre
cose. Ed io non so se un argomento così importante possa essere
trattato con questa superficialità.
Ha
ragione Macina quando dice che non è tutta colpa della black list e
che molto dipende anche da noi e dalle nostre scelte. Scelte che
vanno fatte con una visione chiara degli obiettivi e delle modalità
per raggiungerli, ma che ad oggi mancano.
In
questo quadro la maggioranza e il Governo vanno avanti a testa bassa
su tutto, portando avanti le loro priorità, come ridurre i servizi
sanitari pubblici attraverso la legge sulla libera professione o come
la demolizione del carattere pubblico della previdenza complementare,
anzichè mostrare un atteggiamento collaborativo e dialogante sulle
vere priorità del Paese.
CAMBIO
DI ATTEGGIAMENTO NECESSARIO PER IL PAESE
State
portando il Paese al collasso, colleghi, stiamo perdendo tempo a
cincischiare e a prendere tempo mentre servirebbero scelte su tutti i
fronti, ed in particolare sulle politiche economiche, occupazionali e
di bilancio. Finchè non capirete che serve un cambio di strategia e
serve dialogare sulle scelte, senza andare avanti a testa bassa, non
potrà che proseguire il nostro atteggiamento di forte opposizione e
non potrà che crescere il malcontento della gente per una politica
governativa che non sa fare le scelte ma sa solo parlare.
Se
diamo retta alle parole dovremmo avere tassi di crescita a 2 cifre,
nei fatti abbiamo una recessione a 2 cifre, e spero che ve ne
rendiate conto prima possibile.