INTERVISTA A LIBERTAS.SM - 6 settembre 2013




1) Tassa patrimoniale sugli immobili: sarà veramente 'una tantum'? Cosa  pensa della procedura di autoliquidazione online?
Le parole le porta via il vento. Oggi tutti a dire "è stata una necessità, non si ripeterà più", per tranquillizzare gli elettori. La realtà è che tutte le tasse "straordinarie" messe in passato si sono ripetute negli anni, alcune già da 3 anni, e non si vede perchè questa dovrebbe fare differenza.
Tra l'altro, considerando che questa tassa sarà usata per "coprire il buco" e non per generare sviluppo, è facile pensare che il prossimo anno, con una economia ancora più in crisi e una spesa pubblica che non si riduce (se non, anche questa, a parole) ci sarà bisogno di una patrimoniale ancora più pesante per coprire il maggior "buco" che avremo.
Perchè possa davvero essere "una tantum" serve usare i soldi delle tasse per fare investimenti, per far nascere nuove imprese, per creare occupazione: ma la maggioranza e il Governo pensano di qui a domattina, ed è quindi difficile immaginare che la patrimoniale non ritorni in futuro.
A meno che non pensino di “sostituirla” con la riforma fiscale, che sarà talmente pesante, soprattutto per i redditi più bassi, da poter comprendere in sé anche la patrimoniale. A quel punto cambierebbe solo la denominazione, ma il salasso per i cittadini sarebbe comunque molto più alto di quello di oggi. E sarebbe l’ennesima presa in giro.
Riguardo alla procedura, la maggioranza in Consiglio ha respinto tutti gli emendamenti di buon senso che son stati proposti per rendere la procedura semplice, comprensibile, alla portata di tutti, specie delle persone più anziane. La maggioranza ha voluto questa procedura, e ora piange miseria e pentimento: troppo comodo. Si tratta di una truffa ben organizzata a carico di alcuni cittadini, che in buona fede hanno pagato prima del tempo: e la responsabilità è tutta della maggioranza!

2) Referendum sull'Europa del 20 ottobre: si è formato il comitato per il 'No'. Qual è la sua opinione in riguardo? Le spese per il referendum si aggirano sui 233 mila euro: una cifra importante in un periodo di spending review.
Sull'Europa serve, soprattutto, informazione. Nessuno sa bene i contenuti e la tempistica del percorso che San Marino ha intrapreso in questi ultimi anni con l'Europa, e quindi nessuno sa bene se un eventuale si al referendum (che chiede, ricordiamo, di avviare il processo di "adesione piena") potrebbe mettere in discussione questo percorso (che invece è di "integrazione progressiva").
Il percorso di "integrazione" in corso e il percorso di adesione futuro sono in contrasto oppure no? L'avvio dell'uno blocca l'altro oppure no? Possono andare avanti assieme, uno nel breve e uno nel lungo termine, oppure no? Questo è il punto fondamentale da capire: sulla base di questo cambia l'orientamento di voto che secondo noi sarebbe da prediligere fra le diverse opzioni in campo. Fra queste, escludiamo comunque il NO perchè manderebbe un brutto messaggio all'esterno, il messaggio di una San Marino che vuole continuare a vivere al di fuori del contesto internazionale.
Noi crediamo che occorra trovare la via di integrazione più breve possibile per far si che San Marino possa beneficiare delle 4 libertà fondamentali: tutto sta nel capire se l'eventuale avvio del percorso di adesione bloccherebbe il sicuramente più rapido percorso di "integrazione intermedia" oppure no.
L'importante in ogni caso è che i cittadini non votino "con la pancia" o in base agli umori, ma con piena consapevolezza della situazione. Nelle prossime settimane organizzeremo diversi incontri informativi sul tema, a partire dal 10 Settembre alle 21 alla Sala del Castello di Domagnano, alla presenza dell'Amb.Antonella Benedettini, vice capo missione dell'ambasciata di San Marino presso l'Unione Europea.
Quanto alle spese, io sono fra quelli che pensano che la democrazia non abbia prezzo. Anche se, certamente, si potrebbe anche qui risparmiare molto usando le nuove tecnologie. Ma su questo siamo molto indietro purtroppo...

3) Fondi previdenziali complementari: si torna indietro? Con il decreto n° 118 si va verso una gestione privata?
Qui siamo di fronte ad una vera porcheria, che contrasteremo in ogni modo fino ad arrivare ad un referendum abrogativo del Decreto.
La prima legge sul 2° pilastro, nel 2005, prevedeva un'adesione obbligatoria e una gestione privata. Ci fu una prepotente raccolta firme, nel 2006, per un referendum abrogativo di quella legge, che alla fine non si celebrò perchè il Governo la abrogò da solo.
La nuova legge, quella del 2011, dopo lunga e ponderata discussione, aveva fatto scelte diverse: adesione obbligatoria ma gestione fortemente pubblica, non solo per aumentare la sicurezza e ridurre i rischi, ma anche e soprattutto per limitare i costi di gestione e aumentare i rendimenti. Da qui il ruolo di Banca Centrale e dell'Iss nella gestione.
Ora, con questo Decreto Legge, Mussoni e il Governo hanno deciso, da soli, di tornare all'impostazione del 2005, privatizzando la gestione per permettere a qualche amico di lucrare sulle pensioni del futuro e fare buoni affari; ora abbiamo di nuovo un'adesione obbligatoria e una gestione, di fatto, privata.
Penso che occorrerà quindi rispolverare lo spirito referendario di 7 anni fa, perchè purtroppo le spinte affaristiche sono troppo forti e solo i cittadini potranno far capire a questa congregazione di interessi economici che le nostre pensioni devono rimanere gestite in maniera trasparente, sicura ed economica.

4) Investimento aeroporto Fellini. E' necessario investire in uno scalo in grave crisi?
Dobbiamo concentrarci su 2 fattori: 1) cosa intende fare San Marino con l'aeroporto, come intende usarlo e sfruttarlo per fare politiche di sviluppo  2) quanto potere avrà San Marino nella gestione dell'aeroporto, quanta voce in capitolo avrà per poter quindi realizzare i suoi obiettivi.
L'impressione è che abbiamo pochissimo potere nella gestione e che non abbiamo assolutamente fatto le scelte di cui al punto 1. A parte le solite belle parole di qualche Segretario di Stato in televisione.
Noi crediamo che l'aeroporto sia una grande opportunità, se ben sfruttata. E che ci si possa e ci si debba credere, nonostante le difficoltà in cui oggi versa.
Ma per sfruttarla bisogna avere le idee chiare su cosa farci e avere voce in capitolo nella gestione. Oggi mancano entrambe. E se mancano queste 2, anche investirci mille euro è troppo!
Attendiamo ardentemente di conoscere le risposte alle domande di cui sopra, sperando di non ritrovarci le solite chiacchiere di cui onestamente il Paese comincia a stancarsi.

5) Come reputa la qualità e l'offerta degli eventi turistici e culturali proposti quest'estate? Voi di Civico10 avete proposto un bando a cadenza annuale per eventi e manifestazioni a carattere turistico e culturale.
L'offerta degli eventi turistici e' sicuramente migliorata soprattutto nell'anno 2013.
Noi abbiamo semplicemente chiesto che però ci sia massima trasparenza anche nei contributi che lo Stato eroga nei confronti di associazioni, enti che organizzano iniziative culturali, musicali, artistiche: l'idea è quella di mettere tutti sullo stesso piano, perchè ci sono tante organizzazioni che hanno capacità di definire eventi e che con un sostegno, anche piccolo, da parte dello Stato possono far emergere le proprie potenzialità ed abilità. Il bando può servire a questo: business plan, valutazione progetto, eventuale contributo e valutazione dei risultati; poi tutte queste procedure dovranno essere pubblicizzate su un apposito sito web affinché la cittadinanza possa valutare in maniera approfondita come sono stati spesi i suoi soldi.
Questa è un'idea, ma naturalmente nel nostro movimento si sta pensando anche ad un maggior contributo, in questo campo, da parte dei due uffici che per loro natura dovrebbero occuparsi di questo, ovvero Uasc e Ufficio del Turismo che dovrebbero lavorare coordinati con associazioni e soggetti per organizzare loro stessi manifestazioni turistiche/culturali. Esempio concreto: perché dare a società o associazioni private grossi contributi per organizzare eventi e concerti, quando abbiamo uffici che hanno il compito e anche le competenze, crediamo, per poter mettere in campo questo tipo di iniziative? Non può essere direttamente l'ufficio ad occuparsi di organizzare questi eventi? Vogliamo lavorare su questi temi fianco a fianco alle associazioni, un ramo importantissimo della nostra collettività, e a chi da anni lavora in tale ambito, per risolvere queste anomalie di un sistema, quello degli eventi legati al turismo, che è nevralgico e cruciale per il rilancio del paese.
Fondamentale poi sarebbe prevedere che vi sia da parte degli operatori del turismo e del commercio che beneficiano del ritorno economico degli eventi una partecipazione, economica e organizzativa, nella predisposizione degli stessi. Servirebbe a creare una sinergia fra Stato e privati e a rendere "l'indotto" più protagonista della buona riuscita di ciò che si organizza in territorio.

6) Feste di partito sostenute in parte anche dal finanziamento pubblico ai partiti..meglio boicottarle, come sostiene Alessandro Rossi, e dare i soldi in beneficenza?
Come sempre, in questi casi serve buon senso e trasparenza.
Buon senso nell'organizzare le feste in economia, senza sfarzi e senza eccessi, riuscendo anzi a terminare il bilancio in attivo attraverso la vendita dei servizi collaterali alle feste (pasti, bevande, lotterie, ecc...).
Trasparenza nel rendicontare tutto ai cittadini nei minimi dettagli, perchè i cittadini hanno il diritto di sapere nei dettagli come vengono spesi i loro soldi.
In questo modo penso che anche certe polemiche potrebbero essere ridotte.

7) Cittadinanza attiva o dormiente?
La cittadinanza si sta risvegliando, lo vediamo tutti i giorni. Certamente anche a causa della crisi e delle politiche restrittive e senza prospettiva che il Governo ci sta propinando, sta crescendo il malcontento e con esso la voglia di tornare ad occuparsi del proprio Paese, dopo 25 anni di "sonno".
I cittadini devono poter tornare a sperare e sognare, hanno diritto ad una proposta politica concreta e fattibile per il futuro che disegni un Paese vitale, dinamico, solidale e attento ai più deboli.
Il nostro compito, come movimento, dovrà essere quello di riuscire a dare forza e sbocco a queste speranze, col contributo di tutte le persone, già in politica oppure che non l'hanno mai fatta, che si sono stancate dei giochi di Palazzo e che vogliono tornare a parlare di idee concrete e di soluzioni ai problemi.
Solo così il Paese cambierà davvero, e in fretta. Noi ci siamo e ci saremo.