1) Tassa
patrimoniale sugli immobili: sarà veramente 'una tantum'? Cosa pensa
della procedura di autoliquidazione online?
Le parole le porta via il vento. Oggi tutti a dire "è stata una
necessità, non si ripeterà più", per tranquillizzare gli elettori. La
realtà è che tutte le tasse "straordinarie" messe in passato si sono
ripetute negli anni, alcune già da 3 anni, e non si vede perchè questa dovrebbe
fare differenza.
Tra l'altro, considerando che questa tassa sarà usata per "coprire il
buco" e non per generare sviluppo, è facile pensare che il prossimo anno,
con una economia ancora più in crisi e una spesa pubblica che non si riduce (se
non, anche questa, a parole) ci sarà bisogno di una patrimoniale ancora più
pesante per coprire il maggior "buco" che avremo.
Perchè possa davvero essere "una tantum" serve usare i soldi
delle tasse per fare investimenti, per far nascere nuove imprese, per creare
occupazione: ma la maggioranza e il Governo pensano di qui a domattina, ed è
quindi difficile immaginare che la patrimoniale non ritorni in futuro.
A meno che non pensino di “sostituirla” con la riforma fiscale, che sarà
talmente pesante, soprattutto per i redditi più bassi, da poter comprendere in
sé anche la patrimoniale. A quel punto cambierebbe solo la denominazione, ma il
salasso per i cittadini sarebbe comunque molto più alto di quello di oggi. E
sarebbe l’ennesima presa in giro.
Riguardo alla procedura, la maggioranza in Consiglio ha respinto tutti gli
emendamenti di buon senso che son stati proposti per rendere la procedura
semplice, comprensibile, alla portata di tutti, specie delle persone più
anziane. La maggioranza ha voluto questa procedura, e ora piange miseria e
pentimento: troppo comodo. Si tratta di una truffa ben organizzata a carico di
alcuni cittadini, che in buona fede hanno pagato prima del tempo: e la
responsabilità è tutta della maggioranza!
2) Referendum
sull'Europa del 20 ottobre: si è formato il comitato per il 'No'. Qual è la sua
opinione in riguardo? Le spese per il referendum si aggirano sui 233 mila euro:
una cifra importante in un periodo di spending review.
Sull'Europa serve, soprattutto, informazione. Nessuno sa bene i contenuti e
la tempistica del percorso che San Marino ha intrapreso in questi ultimi anni
con l'Europa, e quindi nessuno sa bene se un eventuale si al referendum (che
chiede, ricordiamo, di avviare il processo di "adesione piena")
potrebbe mettere in discussione questo percorso (che invece è di
"integrazione progressiva").
Il percorso di
"integrazione" in corso e il percorso di adesione futuro sono in
contrasto oppure no? L'avvio dell'uno blocca l'altro oppure no? Possono andare
avanti assieme, uno nel breve e uno nel lungo termine, oppure no? Questo è il punto fondamentale da capire:
sulla base di questo cambia l'orientamento di voto che secondo noi sarebbe da
prediligere fra le diverse opzioni in campo. Fra queste, escludiamo comunque il
NO perchè manderebbe un brutto messaggio all'esterno, il messaggio di una San
Marino che vuole continuare a vivere al di fuori del contesto internazionale.
Noi crediamo che occorra trovare la via di integrazione più breve possibile
per far si che San Marino possa beneficiare delle 4 libertà fondamentali: tutto
sta nel capire se l'eventuale avvio del percorso di adesione bloccherebbe il
sicuramente più rapido percorso di "integrazione intermedia" oppure
no.
L'importante in ogni caso è che i cittadini non votino "con la
pancia" o in base agli umori, ma con piena consapevolezza della
situazione. Nelle prossime settimane organizzeremo diversi incontri informativi
sul tema, a partire dal 10 Settembre alle 21 alla Sala del Castello di
Domagnano, alla presenza dell'Amb.Antonella Benedettini, vice capo missione
dell'ambasciata di San Marino presso l'Unione Europea.
Quanto alle spese, io sono fra quelli che pensano che la democrazia non
abbia prezzo. Anche se, certamente, si potrebbe anche qui risparmiare molto
usando le nuove tecnologie. Ma su questo siamo molto indietro purtroppo...
3)
Fondi previdenziali complementari: si torna indietro? Con il decreto n° 118 si
va verso una gestione privata?
Qui siamo di fronte ad una vera porcheria, che contrasteremo in ogni modo
fino ad arrivare ad un referendum abrogativo del Decreto.
La prima legge sul 2° pilastro, nel 2005, prevedeva un'adesione
obbligatoria e una gestione privata. Ci fu una prepotente raccolta firme, nel
2006, per un referendum abrogativo di quella legge, che alla fine non si
celebrò perchè il Governo la abrogò da solo.
La nuova legge, quella del 2011, dopo lunga e ponderata discussione, aveva
fatto scelte diverse: adesione obbligatoria ma gestione fortemente pubblica,
non solo per aumentare la sicurezza e ridurre i rischi, ma anche e soprattutto
per limitare i costi di gestione e aumentare i rendimenti. Da qui il ruolo di
Banca Centrale e dell'Iss nella gestione.
Ora, con questo Decreto Legge, Mussoni e il Governo hanno deciso, da soli,
di tornare all'impostazione del 2005, privatizzando la gestione per permettere
a qualche amico di lucrare sulle pensioni del futuro e fare buoni affari; ora
abbiamo di nuovo un'adesione obbligatoria e una gestione, di fatto, privata.
Penso che occorrerà quindi rispolverare lo spirito referendario di 7 anni
fa, perchè purtroppo le spinte affaristiche sono troppo forti e solo i
cittadini potranno far capire a questa congregazione di interessi economici che
le nostre pensioni devono rimanere gestite in maniera trasparente, sicura ed
economica.
4) Investimento
aeroporto Fellini. E' necessario investire in uno scalo in grave crisi?
Dobbiamo concentrarci su 2 fattori: 1) cosa intende fare San Marino con
l'aeroporto, come intende usarlo e sfruttarlo per fare politiche di
sviluppo 2) quanto potere avrà San
Marino nella gestione dell'aeroporto, quanta voce in capitolo avrà per poter
quindi realizzare i suoi obiettivi.
L'impressione è che abbiamo pochissimo potere nella gestione e che non
abbiamo assolutamente fatto le scelte di cui al punto 1. A parte le solite belle
parole di qualche Segretario di Stato in televisione.
Noi crediamo che l'aeroporto sia una grande opportunità, se ben sfruttata.
E che ci si possa e ci si debba credere, nonostante le difficoltà in cui oggi
versa.
Ma per sfruttarla bisogna avere le idee chiare su cosa farci e avere voce
in capitolo nella gestione. Oggi mancano entrambe. E se mancano queste 2, anche
investirci mille euro è troppo!
Attendiamo ardentemente di conoscere le risposte alle domande di cui sopra,
sperando di non ritrovarci le solite chiacchiere di cui onestamente il Paese
comincia a stancarsi.
5) Come
reputa la qualità e l'offerta degli eventi turistici e culturali proposti
quest'estate? Voi di Civico10 avete proposto un bando a cadenza annuale per
eventi e manifestazioni a carattere turistico e culturale.
L'offerta degli eventi
turistici e' sicuramente migliorata soprattutto nell'anno 2013.
Noi abbiamo
semplicemente chiesto che però ci sia massima trasparenza anche nei contributi
che lo Stato eroga nei confronti di associazioni, enti che organizzano
iniziative culturali, musicali, artistiche: l'idea è quella di mettere tutti
sullo stesso piano, perchè ci sono tante organizzazioni che hanno capacità di
definire eventi e che con un sostegno, anche piccolo, da parte dello Stato
possono far emergere le proprie potenzialità ed abilità. Il bando può servire a
questo: business plan, valutazione progetto, eventuale contributo e valutazione
dei risultati; poi tutte queste procedure dovranno essere pubblicizzate su un
apposito sito web affinché la cittadinanza possa valutare in maniera
approfondita come sono stati spesi i suoi soldi.
Questa è un'idea, ma naturalmente
nel nostro movimento si sta pensando anche ad un maggior contributo, in questo
campo, da parte dei due uffici che per loro natura dovrebbero occuparsi di
questo, ovvero Uasc e Ufficio del Turismo che dovrebbero lavorare coordinati
con associazioni e soggetti per organizzare loro stessi manifestazioni turistiche/culturali.
Esempio concreto: perché dare a società o associazioni private grossi
contributi per organizzare eventi e concerti, quando abbiamo uffici che hanno
il compito e anche le competenze, crediamo, per poter mettere in campo questo
tipo di iniziative? Non può essere direttamente l'ufficio ad occuparsi di
organizzare questi eventi? Vogliamo lavorare su questi temi fianco a fianco
alle associazioni, un ramo importantissimo della nostra collettività, e a chi
da anni lavora in tale ambito, per risolvere queste anomalie di un sistema,
quello degli eventi legati al turismo, che è nevralgico e cruciale per il
rilancio del paese.
Fondamentale poi
sarebbe prevedere che vi sia da parte degli operatori del turismo e del
commercio che beneficiano del ritorno economico degli eventi una partecipazione,
economica e organizzativa, nella predisposizione degli stessi. Servirebbe a
creare una sinergia fra Stato e privati e a rendere "l'indotto" più
protagonista della buona riuscita di ciò che si organizza in territorio.
6)
Feste di partito sostenute in parte anche dal finanziamento pubblico ai
partiti..meglio boicottarle, come sostiene Alessandro Rossi, e dare i soldi in
beneficenza?
Come sempre, in questi casi serve buon senso e
trasparenza.
Buon senso nell'organizzare le feste in economia,
senza sfarzi e senza eccessi, riuscendo anzi a terminare il bilancio in attivo
attraverso la vendita dei servizi collaterali alle feste (pasti, bevande,
lotterie, ecc...).
Trasparenza nel rendicontare tutto ai cittadini
nei minimi dettagli, perchè i cittadini hanno il diritto di sapere nei dettagli
come vengono spesi i loro soldi.
In questo modo penso che anche certe polemiche
potrebbero essere ridotte.
7) Cittadinanza
attiva o dormiente?
La cittadinanza si sta risvegliando, lo vediamo
tutti i giorni. Certamente anche a causa della crisi e delle politiche
restrittive e senza prospettiva che il Governo ci sta propinando, sta crescendo
il malcontento e con esso la voglia di tornare ad occuparsi del proprio Paese,
dopo 25 anni di "sonno".
I cittadini devono poter tornare a sperare e
sognare, hanno diritto ad una proposta politica concreta e fattibile per il
futuro che disegni un Paese vitale, dinamico, solidale e attento ai più deboli.
Il nostro compito, come movimento, dovrà essere
quello di riuscire a dare forza e sbocco a queste speranze, col contributo di
tutte le persone, già in politica oppure che non l'hanno mai fatta, che si sono
stancate dei giochi di Palazzo e che vogliono tornare a parlare di idee
concrete e di soluzioni ai problemi.
Solo così il Paese cambierà davvero, e in fretta.
Noi ci siamo e ci saremo.