INTERVENTO SU RIFORMA FISCALE - SPENDING REVIEW - PROGRAMMA ECONOMICO //// 24 luglio 2013

  1. 1. Purtroppo per me, comincio ad avere una certa età ed ho superato da tempo il periodo in cui amavo leggere le favole e fantasticare sulle storie che erano in esse contenute. Devo confessarvi che nell'ultima settimana ho voluto riprovarci, riprovare a leggere la parte del programma economico dedicata ai progetti delle singole Segreterie, sperando stavolta di trovarvi non solo storie fiabesche ed idilliache ma anche qualcosa di più concreto e fattibile. Ma niente da fare: era ancora solo un libro dei sogni, uguale a quello dell'anno scorso, di 2 anni fa, di 5 anni fa, e riproposto sempre uguale, senza un minimo di attenzione alle condizioni della sua realizzabilità. Ho deciso quindi velocemente di chiudere il libro, smettere di fantasticare e dedicarmi a cose più serie.
IL TAVOLO PER LO SVILUPPO E IL SUO FALLIMENTO
  1. Ci muoviamo in un quadro macroeconomico sempre peggiore: sintomatici i dati sul calo del Pil, delle imprese e sulla prepotente crescita della disoccupazione, ed in particolare quella giovanile, il cui dato è superiore alla media europea.
  2. Per rispondervi, il Governo si era inventato il tavolo per lo sviluppo, sperando di prendere un po' delle idee altrui e tirar fuori qualcosa di buono.
  3. Dopo una relazione generale piena di slogan ed una legge sullo sviluppo che è stata come dar da mangiare un vermicello ad un leone, il Governo, alla prima occasione vera di confronto su tematiche indubbiamente fondamentali, ha demolito nei fatti il tavolo ed è andato avanti a testa bassa senza parlare con nessuno.
  4. Come detto in passato, la cosa non ci dispiace perchè è giusto che il Governo faccia le scelte e se ne prenda la responsabilità.
LE SCELTE: MOLTE PAGINE SENZA POSSIBILITA' DI ANALIZZARLE
  1. E allora vediamo queste scelte: se le valutassimo in base alle pagine prodotte, sarebbe un grande risultato: 504 pagine di roba.
  2. Ah, beninteso: una buona metà di queste 534 pagine le abbiamo dovute analizzare in pochi giorni. La riforma fiscale addirittura in 2 giorni. Quindi la quantità di carta prodotta è stata inversamente proporzionale al tempo dato ai consiglieri per analizzarla.
  3. Il Governo blatera a parole sulla volontà di condivisione e confronto, poi se ne frega altamente del contributo delle forze politiche di opposizione. Anche perchè per qualche categoria il testo era a disposizione da settimane, ma per le forze politiche che poi devono analizzare il testo in aula guai al cielo, non si poteva. Tutto era top secret.
  4. L'atteggiamento è scandaloso, ai limiti dell'antidemocratico, e dimostra una assoluta insicurezza e paura del confronto vero, un'incapacità totale di dialogo ed una deriva autoritaria che maschera una debolezza politica preoccupante. In poche parole: sfuggite al confronto perchè altrimenti dovreste dire apertamente di non averne un'idea.
A PAROLE SI CERCA CONDIVISIONE, NEI FATTI SI VA AVANTI A TESTA BASSA
  1. Solo una postilla su questo. Credo che oggi invece servirebbe un salto di qualità a quest'aula. Servirebbe che tutti provassimo a pensare di essere non tanto maggioranza o opposizione ma consiglieri di questa Repubblica, e che quindi iniziassimo a vedere le proposte che arrivano in aula per quello che sono: cioè appunto delle proposte, da valutare in sé, non in base all'area politica da cui arrivano. Se un emendamento è condivisibile si dovrebbe votare, anche se il Governo dice no: ma non per fare un piacere all'opposizione, ma perchè migliora una legge; e nessuno dovrebbe poi speculare sulle difficoltà della maggioranza, ma solo essere contento per aver fatto il proprio lavoro di consiglieri, che devono scrivere buone leggi.
  2. Ma qui andiamo sempre peggio, non solo si respinge quasi tutto quello che arriva dall'opposizione ma non ci si dà nemmeno il tempo di prepararci, quindi queste questioni metodologiche resteranno solo parole.
  3. Non capisco francamente come anche i colleghi di maggioranza possano accettare questa devastazione del ruolo del Consiglio Grande e Generale nel suo ruolo di indirizzo politico. Comunque finora li vedo tranquilli e soddisfatti, quindi il Governo se la ride tranquillamente sapendo di poter andare avanti così perchè nessuno gli dice nulla.
I CONTENUTI: POCHI TAGLI DI SPESA, MOLTE TASSE, DEBITI SE SERVE
  1. E allora proviamo ad andare sui contenuti, per quel poco che ci è possibile.
  2. La politica di bilancio del Governo è molto chiara e si muove su 3 direttrici. Chiaramente finalizzate a non scontentare i bacini elettorali dei 2 maggiori partiti che sostengono il Governo.
  3. Punto primo: non farsi male laddove si prendono più voti, fra i dipendenti della PA e fra i lavoratori autonomi. Punto secondo: reperire quantità significative di risorse con il più clamoroso inasprimento secco di imposta sui lavoratori dipendenti che si sia mai visto, ed utilizzarla per finanziare la spesa corrente. Punto terzo: fare debiti per rimediare ulteriori soldi per tappare i buchi, nel caso probabile che questo incremento così grosso delle imposte faccia contrarre molto l'economia e ridurre ancora le entrate.
SPENDING REVIEW: NON TOCCARE LA SPESA RIGIDA, TAGLIARE I SERVIZI
  1. Rispetto al primo punto del progetto del Governo, devo sottolineare che sulla spending review manca ancora il programma esecutivo, che doveva essere prodotto entro 30 giorni dalla relazione del Gruppo Tecnico, in base ad un odg approvato all'unanimità dall'aula.
  2. I 30 giorni son passati ma il Governo si è guardato bene dall'arrivare a questo dibattito con questo piano esecutivo, perchè poi qualcuno avrebbe potuto sindacare quelle scelte, o sull'assenza di scelte.
  3. Ad oggi sappiamo solo che si punta a risparmiare tra i 10 e i 20 milioni di euro, una miseria rispetto alle necessità di riequilibrio dei conti pubblici, di fronte al crollo delle entrate che si è avuto in questi anni.
  4. Sugli strumenti per farlo, ogni Segretario e qualche consigliere ci ha detto la sua, persino chi poteva direttamente incidere in passato sulla riduzione della spesa ma non l'ha fatto. Ho sentito molti rimpalli di responsabilità, ho sentito ognuno guardare al settore di cui non fa parte o di cui non ha la responsabilità. Abbiamo sentito parlare di riduzione delle sedi, di maggiore attenzione all'edilizia sovvenzionata, di utilizzo prudente del part-time, di accorpamento di qualche ufficio, di miglioramento dell'uso della mobilità interna e di tanti altri interventini qua e là.
  5. Io spero che non facciate sul serio, io spero che diciate queste cose perchè dovete occupare i 30 minuti, spero che non ci crediate davvero. Spero che non pensiate che la spending review si possa limitare a questi interventi, perchè se questo è il livello significa il team per la spending review ci sarà costato più dei soldi che risparmieremo!!
  6. Spero soprattutto che la soluzione non sia quella più semplice, e cioè tagliare i trasferimenti agli Enti e lasciare a loro la responsabilità di far quadrare il cerchio. Perchè ridurre il trasferimento agli Enti senza andare a toccare le spese più rigide, più elettoralmente difficili da toccare, o le regole che governano la macchina pubblica significa obbligarli a ridurre i servizi ai cittadini.
  7. Se sarà confermata questa linea, e lo ribadisco, il Governo imporrà una riduzione dei servizi senza dichiararlo apertamente, ma tagliando i budget degli Enti senza consentirgli, ovviamente, di tagliare parallelamente le spese rigide che affrontano. Questo i cittadini lo devono sapere.
  8. Per quel poco che abbiamo percepito il Governo compierà direttamente delle scelte minimali, e per il resto si predisporrà ad una riduzione dei servizi pur di non toccare quelle spese che hanno, per il Governo, un diretto riscontro elettorale.
SPENDING REVIEW: ASPETTIAMO DI DIBATTERE IL PIANO ESECUTIVO VERO
  1. Noi chiediamo che si possa ritornare a discutere in quest'aula, in Settembre, in un comma apposito, sul piano esecutivo di intervento richiesto dal già citato ordine del giorno, perchè vogliamo misurare il Governo sugli atti concreti, non sulle chiacchiere o sulle dichiarazioni di volontà, che le porta via il vento e valgono circa zero. E crediamo che sia una farsa e una ammissione di incapacità il fatto che il Governo non lo abbia ancora prodotto.
LAVORATORI AUTONOMI: NESSUNO STRUMENTO DI CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE, NONOSTANTE IDEE GIÀ SUGGERITE DA ALTRI....
  1. C'è poi l'altra scelta chiaramente elettorale del Governo: la protezione dei lavoratori autonomi.
  2. Il Segretario Felici ci ha riempito di bellissime parole e mirabolanti intenzioni nel suo discorso iniziale, ma l'articolato presentato in prima lettura, come sempre, parla chiaro: di tutte le possibili misure di contrasto all'evasione che potevano essere messe in campo, il Governo non ne ha scelta nemmeno una.
  3. Si poteva per esempio prevedere la deducibilità di una percentuale di tutte, ma proprio tutte, le spese effettuate in territorio, purchè documentate, senza limiti alla deducibilità massima. Spese per acquisto di beni o servizi, da commercianti o professionisti o artigiani che siano. Se io spendo 100 euro da un professionista o da un artigiano, e ne posso dedurre, diciamo, 50€ dalla mia dichiarazione dei redditi, ho tutto l'interesse a farmi fare la fattura oppure, meglio ancora, ad utilizzare la Smac per tracciare la transazione, perchè so che potrò scaricarla. Le transazioni emergerebbero e l'evasione sarebbe drasticamente ridotta.
  4. Invece il Governo ha scelto di limitare questa deducibilità al 10% del reddito del contribuente. Di fatto questa deduzione sostituisce quelle forfetarie prima previste. Ed in quei termini non avrà nessuna efficacia in termini di emersione delle transazioni e di lotta all'evasione. Basteranno la spesa per generi alimentari e la benzina per raggiungere quel limite.
  5. Ancora: si poteva per esempio dotare le Autorità di controllo tributario di una piattaforma di collegamento in tempo reale agli altri uffici della Pubblica Amministrazione, ed eliminare il segreto bancario anche di fronte alle Autorità tributarie, non solo, come invece abbiamo fatto, di fronte alle autorità estere. In questo modo per le Autorità di controllo tributario sarebbe stato molto semplice svolgere i controlli incrociati in presenza di dichiarazioni anomale o dubbie.
  6. Accanto a questo si poteva creare un piccolo Nucleo Specializzato in materia di contrasto all'evasione fiscale, con personale specificamente addestrato, e dotato di ampi ed autonomi poteri di indagine, ispezione in loco, controllo incrociato, accesso ai dati bancari in caso di necessità. Un vero Nucleo di Polizia Tributaria dotato delle conoscenze e dei poteri di controllo necessari a ridurre l'evasione fiscale.
  7. Infine, sempre su questo filone, si potevano prevedere 2 cose:
  • l'obbligo per le altre Autorità di Vigilanza e Controllo già esistenti di comunicare alle Autorità Tributaria le notizie raccolte nell'espletamento della loro attività che possano configurare una possibile evasione fiscale od omissione di dichiarazione, a carico di un contribuente persona fisica o giuridica;
  • e dare la possibilità alle amministrazioni pubbliche, alle Autorità di Vigilanza o al Tribunale di comunicare alle Autorità di Controllo Tributario i compensi da loro erogati ai professionisti per le varie attività commissionate.
  1. Ma nulla di tutto questo è stato messo in campo. Vengono messi mille limiti ai controlli, servono autorizzazioni di Commissioni Politiche o del Tribunale per fare le ispezioni in loco o per accedere ai conti bancari, che possono avvenire solo in casi straordinari. Vi immaginate se le ispezioni sui soggetti vigilati dovessero essere autorizzate dal Governo o dalla politica o da altri organismi? Cosa ci direbbero gli organismi internazionali? Invece sui controlli tributari succederà proprio così.
  2. Ancora: non si prevedono forme semplificate di scambio di informazioni fra Uffici, un Nucleo di Controllo specializzato ci si guarda bene dal crearlo, le comunicazione delle informazioni sensibili a fini fiscali reperite da altri organismi non è prevista. Anzi, viene eliminato anche un piccolo presidio che era stato introdotto nel vecchio testo: la previsione dell'obbligo di scontrino o fattura, che almeno avrebbe potuto facilitare le ispezioni e reso più difficile l'evasione delle imposte, anche indirette.
POCHE TASSE MA DA PAGARE TUTTE: IL GOVERNO VA IN UN'ALTRA DIREZIONE
  1. Leggendo la relazione, estremamente stringata, al progetto di legge, si evince che tutte queste mancanze siano causate dalla volontà di non appesantire il sistema: ecco, noi vogliamo dichiarare con forza che le imposte devono essere basse, anzi noi crediamo che vadano ridotte ancora le aliquote sulle persone giuridiche e su chi fa impresa, ma quelle poche devono essere pagate con tutti i mezzi possibili. Non esiste scusa: Stato di polizia, appesantimento del sistema, invadenza del fisco sono sciocchezze che mascherano la volontà evidente di non far pagare le tasse a certe categorie.
  2. In questo Paese dove chi evade è un furbo da stimare anziché un disonesto da isolare, in questo Paese dove nonostante le basse imposte c'è un evasione allucinante (nel 2006 il 30% delle famiglie risultava vivere con meno di 6500 euro pro capite) dobbiamo dichiarare con forza che l'evasione non è mai tollerabile, che va scovata con tutti i mezzi possibili e perseguita con forza.
  3. Ho voluto anche qui essere propositivo ma è chiara la scelta del Governo, che con questa legge protegge chi le tasse può evaderle senza introdurre strumenti nuovi di contrasto all'evasione, mettendo mille paletti all'attività degli organismi di controllo. Una chiara scelta ideologica.
IL PIÙ CLAMOROSO AUMENTO SECCO DI IMPOSTA SUI REDDITI FISSI DELLA STORIA
  1. Così come certamente ideologica è la seconda scelta effettuata dal Governo: reperire quantità significative di risorse con il più clamoroso inasprimento secco di imposta sui lavoratori dipendenti che si sia mai visto, ed utilizzarla per finanziare la spesa corrente.
  2. Vero che le aliquote precedenti sui dipendenti erano basse, molto basse: una media del 5,2%, con molti dipendenti che pagavano aliquote nette fra il 2% e il 3%. L'aumento era inevitabile.
AUMENTO DELLE TASSE INEVITABILE: MA QUI NON È NÉ EQUO, NÉ NEUTRALE NÉ GRADUALE
  1. Ma da un lato l'aumento deve essere graduale, dall'altro deve essere equo, ed infine neutrale fra le varie categorie di reddito. E le scelte fatte dal Governo non raggiungono nessuno di questi obiettivi.
  2. Rispetto alla neutralità fra categorie di reddito, abbiamo già detto: alcune categorie continueranno a poter evadere con relativa facilità, mentre una categoria, quella dei dipendenti a reddito certo, subirà un grande aumento delle imposte.
  3. Rispetto all'equità, è evidente che l'abolizione della quota esente, della cosidetta “no tax area”, e delle spese di produzione del reddito peserà soprattutto sulle persone con i redditi più bassi, mentre la riduzione delle aliquote nominali sugli scaglioni di reddito più alti ridurrà il prelievo sulla parte più ricca dei contribuenti. Il Governo raggiunge quindi l'equità al contrario: aumenta il prelievo sui redditi più bassi, pensionati al minimo compresi, e lo riduce su quelli più alti. Il Segretario Valentini, che sperava in una redistribuzione da chi prende 1 milione di euro a chi ne prende 1000, spero si faccia sentire.
  4. Rispetto infine alla gradualità, sono rimasto basito quando ho letto le cifre pubblicate dal sindacato. Non ci credevo. Impossibile, mi sono detto, un incremento così ampio. Allora ho fatto un po' di conti a casa, prendendo i redditi dei miei genitori, uno pensionato dopo una vita da impiegato, uno operaia, senza persone a carico. Una famiglia tipo sammarinese, con redditi nella media. Ebbene: uno passa da 740€ dell'attuale situazione a 3012€, 4 volte tanto; l'altro passa da 574€ a 3190€, 5,5 volte tanto.
  5. 2 persone senza figli a carico con redditi medi si trovano uno con la tassazione quadruplicata, uno con la tassazione più che quintuplicata.
  6. Dov'è la gradualità? Dov'è la proporzionalità? Dov'è l'attenzione alle categorie deboli?. Chi non ha persone a carico, e ce ne sono tante a San Marino, vedrà applicarsi il più spaventoso aumento di imposte in un'unica soluzione che si ricordi a memoria, e di questo i cittadini devono esserne consapevoli.
RISANAMENTO INTEGRALMENTE A CARICO DELLE TASSE, MA SOLO DA DIPENDENTI E PENSIONATI
  1. Ancora una volta il Governo racconta fandonie e dà numeri falsi.
  2. Con queste misure il Governo raccoglierà, facendo 2 conti, ben oltre i 20 milioni sbandierati dal Governo. Siamo molto più vicini ai 40 milioni di euro di extra gettito, ogni anno.
  3. Altro che 50 e 50 fra tagli e tasse: la spending review purtroppo ad oggi totalizza ZERO euro e l'unica cosa concreta che vediamo è il risanamento del bilancio sarà quindi a tutto carico dell'aumento delle tasse sui pensionati e sui dipendenti. I redditi più bassi saranno molto penalizzati, i redditi più alti otterranno delle riduzioni di imposta. E così si potrà continuare ad alimentare il carrozzone, si potranno continuare a dare consulenze da 40 mila euro per produrre testi di legge oltraggiosi come questi, a sfornare delibere da 20-30-40 mila euro a non si sa chi per fare non si sa cosa, senza bandi o selezioni ma solo per foraggiare gli amici e garantirsi voti.
  4. Naturalmente tutto questo vale se nulla cambierà in Commissione. Sto con sottile piacer notando che sta avvenendo lo strano fenomeno, probabilmente frutto di qualche influsso astrale, che è avvenuto con l'IFP: tutti ne prendono le distanze, dicono che si può migliorare, si dissociano da varie parti, si aprono al confronto. Come se il testo presentato in prima lettura lo avesse scritto lo spirito santo. Lo stesso fenomeno dell'IFP. E siccome credo che nessuno in questa maggioranza sia nato ieri, credo che siamo semplicemente di fronte ad una colossale presa in giro ai cittadini, presa in giro che si perpetua in maniera sistematica e che va denunciata con forza.
  5. È vero che il prelievo sui dipendenti può essere aumentato perchè ad oggi è troppo basso, ma proporre una quadruplicazione o quintuplicazione secca tutto in una volta, senza una contemporanea ferrea lotta all'evasione fiscale, penso sia qualcosa di offensivo e, oserei dire, abbastanza schifoso.
SE SI VERIFICA UNA ULTERIORE CONTRAZIONE DELLE ENTRATE, ARRIVA IFP
  1. E se questo aumento vertiginoso delle tasse fatto solo per coprire i buchi di bilancio generasse, come prevedibile, una forte contrazione dell'economia? A quel punto, se serviranno più entrate, entrerà in gioco l'IFP per rimediare, tramite i debiti, l'extragettito necessario. Così il Paese sarà rovinato non solo per oggi ma anche per il domani. Ma di questo abbiamo già ampiamente parlato.
UNA POLITICA FALLIMENTARE, CHE DEPRIME L'ECONOMIA E GENERA SCONTRO SOCIALE
Il Governo che negava la crisi, che dava dei terroristi a chi, in campagna elettorale, denunciava il precario stato dei conti pubblici, ora sta a sua volta facendo terrorismo e minacciando di non pagare più stipendi e pensioni solo per giustificare le sue politiche dissennate.
Un potentissimo inasprimento fiscale sui soliti noti, chi ha redditi certi; poca o nessuna attenzione alla lotta all'evasione fiscale; tagli limitati al minimo indispensabile; e se occorre perchè le entrate non bastano, i debiti.
Chiunque sarebbe capace a fare questa politica, peccato che così si distrugga il Paese dal punto di vista economico e si fomenti, qui si, lo scontro sociale per palese mancanza di equità e proporzionalità.
Lo sviluppo ancora non si vede, salvo il libro dei sogni del programma economico. Ma del resto con queste politiche, lo sviluppo ce lo scorderemo per molti molti anni.
Il Governo si prende tutta la integrale responsabilità di queste scelte scellerate, e non osi più parlare di condivisione o ascolto. Ha già dimostrato ampiamente che sono solo parole.
Noi pensiamo che questa politica economica sia fallimentare e faremo opposizione durissima, in Consiglio e nel Paese.