INTERVENTO SU ISTANZA D'ARENGO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ASILO NIDO DI FALCIANO - 2 8 2012


Ci sarebbe molto su cui ragionare in generale sulla gestione degli asili nido, e se il servizio riesca o no, oggi, a rispondere bene alle esigenze delle famiglie e alla crescita della domanda che ha avuto luogo negli ultimi anni. Credo ci siano degli obiettivi problemi da risolvere ma non è il tema dell'Istanza e non mi ci soffermerò. Spero però che in quest'aula, in futuro, se ne possa discutere.


Venendo all'Istanza devo dire questo.


Già nel Consiglio di Gennaio, quando abbiamo discusso 3 ordini del giorno presentati dai partiti di opposizione e miranti a fermare le decisioni del Governo sulla privatizzazione dell'asilo di Falciano, avevo espresso i miei dubbi circa la scelta di privatizzare una struttura su cui lo Stato ha investito ingenti risorse pubbliche. Non lo capivo e non lo capisco tuttora, dal momento che a mio parere esistevano, ed esistono tuttora, soluzioni più che valide perchè queste risorse investite venissero destinate ad una gestione con un ruolo centrale dello Stato, ma senza aumentare i costi a carico del bilancio.

In quella breve discussione, in primis avevo chiesto dati, ed in particolare di sapere esattamente i costi della riacquisizione e della ristrutturazione dello stabile, i criteri che portavano a stabilire in 24 mila euro annui il costo per bambino degli asili nido pubblici e infine i trattamenti contrattuali degli insegnanti degli asili nido pubblici rispetto a quelli privati. Dati essenziali per poter compiere qualunque ragionamento. Dati che dovevano essere resi noti ai consiglieri prima di una qualunque votazione in materia.

Questi dati non sono arrivati, perchè la maggioranza, a mio parere sbagliando, ha scelto di non svolgere un dibattito approfondito su questa tematica, respingendo le richieste dell'opposizione. Uno di quegli odg in verità fece un 28 a 28 nella prima votazione, ma poi fu respinto nella votazione del mese successivo. A quel punto arrivò un ordine del giorno in cui si parlava di una privatizzazione effettuata tramite un bando di selezione pubblico, che era comunque meglio di una privatizzazione strisciante e senza regole, soluzione che a quel punto si parava all'orizzonte. Una soluzione di compromesso che non mi entusiasmava per nulla ma che era la meno peggio dopo che, appunto, i tentativi di bloccare quella privatizzazione erano stati respinti. Quindi non è vero che non si era presa alcuna decisione: una decisione, purtroppo, era stata presa, ed è quella di privatizzare.

In questi mesi nulla è andato avanti, anche grazie alla prepotente adesione all'Istanza d'Arengo che stiamo qua discutendo. L'Istanza rappresenta un semplice problema a mio parere: perchè dobbiamo privatizzare una cosa per cui lo Stato ha investito moltissimi soldi e che può gestire esso stesso con soluzioni che non comportino costi aggiuntivi per lo Stato stesso? Un ragionamento di una semplicità estrema, ma assolutamente corretto.

Esistono infatti a mio parere almeno 2 soluzioni possibili.

La prima è privatizzare l'asilo pubblico di Murata, per il quale lo Stato paga un affitto cospicuo e, a parere di molti, sproporzionato: non ho ancora capito perchè non si possa smettere di pagare quell'affitto, trasferire il personale a Falciano e offrire lì il servizio, che sarebbe a quel punto senza costi aggiuntivi.

La seconda è quella che ho suggerito nel dibattito di Gennaio: quella di creare una società privata a partecipazione pubblica, che gestisca il servizio con criteri privatistici, senza quindi pesare sul bilancio dello Stato e superando le inefficienze presenti nella gestione secondo i criteri della PA. Questa impresa non dovrebbe necessariamente generare profitto né dovrebbe per ovvie ragioni pagare un canone annuo di concessione della sede. A parità di costi dei materiali, di contratto applicato, di insegnanti assunti e di altri fattori, mentre i privati dovrebbero, per ovvie questioni di giustizia, vedersi imputato un canone di concessione e avrebbero necessità di fare profitti, questa impresa a partecipazione pubblica non avrebbe necessità né di canone di concessione né di fare profitti. Ciò, al netto di una piccola maggiore inefficienza di gestione che potrebbe comunque esserci quando c'è di mezzo lo Stato, consentirebbe di abbassare le rette alle famiglie o in alternativa di ridurre il contributo pubblico che lo Stato versa per ogni bambino che va negli asili privati. Non si genererebbe quindi un beneficio sociale importante? Per me si, e anche questa soluzione per me potrebbe essere praticabile.

Per fortuna, come dicevo, anche grazie a questa Istanza, le decisioni circa la privatizzazione non sono andate avanti. Abbiamo quindi occasione di ripensarci e secondo me dobbiamo farlo, accogliendo questa Istanza e ragionando bene, dati alla mano, su queste soluzioni possibili per mantenere la gestione di un servizio in uno stabile dove ha speso moltissimi soldi.

Il che non vuol dire essere contrari agli asili nido privati. Io non sono contrario in generale, penso possano certamente avere un ruolo nell'offerta di questo genere di servizi sociali. Sono però contrario in questo caso, perchè non lo ritengo necessario e, lo ripeto ancora, parliamo di una struttura su cui lo Stato ha speso moltissimo. E su cui, quindi, voleva e vuole investire per offrire un servizio. E io spero lo faccia. Per questo il mio voto sull'Istanza d'Arengo sarà favorevole.