Poche
parole su questo comma.
Mentre
in un caso non ho ancora ben capito le motivazioni delle dimissioni,
nell'altro caso siamo di fronte ad una scelta politica pienamente
legittima di un partito che si è visto escluso o non pienamente
considerato in un processo di alleanze di cui invece desiderava
essere parte, quello che l'avrebbe visto in coalizione con la Dc. Una
coalizione preferibilmente senza alcuni dei partiti che oggi fanno
parte del Patto, ma in mancanza anche assieme in un’alleanza molto
allargata. Parole e prospettive che non mi invento io ma che sono
state ampiamente annunciate e rese note sugli organi di stampa. Per
il bene del Paese naturalmente. E perchè il Paese ha bisogno del
dialogo fra le forze più rappresentative, altrettanto naturalmente.
Queste
prospettive politiche immaginate e non concretizzate, almeno per ora,
sono alla luce di questa crisi. Questo dobbiamo dirlo chiaramente. E
del resto gli stessi Segretari dimissionari non ne hanno fatto
mistero nei loro interventi. Anche perché a livello programmatico
fino a ieri non erano emerse divergenze sostanziali e quindi
osservazioni tardive su questo aspetto sanno di strumentale.
Come
dicevo è tutto pienamente legittimo, ed è bene che sia stato
palesato agli elettori perché ogni forza politica fa le scelte che
crede.
Io
solo una cosa voglio chiedermi: se è giusto che di fronte alle poche
ma importantissime scadenze che il Paese ha davanti, in particolare
l'esame Ocse che è essenziale per l'uscita dalla black list ma anche
una finanziaria che dovrebbe cercare di portare il bilancio più
vicino possibile al pareggio, sia utile interrompere la legislatura e
andare a elezioni per queste motivazioni. Si parla spesso di senso di
responsabilità e di nuova etica politica. Responsabilità ed etica
vorrebbero che, pur di fronte a prospettive politiche diverse per il
futuro, si privilegi il Paese.
In
quest’ottica non mi avrebbe per nulla scandalizzato che i due
partiti avessero detto “annunciamo che non condividiamo il percorso
di coalizione che è stato immaginato, e che in futuro non ci saremo.
Ma adesso il Paese ha bisogno di raggiungere ancora alcuni obiettivi,
per cui cercheremo di dare continuità al Governo e alla legislatura
senza fare colpi di testa e votando ciò che condividiamo e che serve
al Paese”. Un discorso di questo tipo forse avrebbe fatto poco
notizia o non sarebbe stato impattante ma avrebbe configurato un
gesto di enorme responsabilità, e avrebbe dato uno schiaffo a tanti
in quest'aula. Ma i gesti di responsabilità stanno spessissimo nelle
corde vocali, poche volte nei fatti. E quest'ultimo caso non fa
eccezione. Soprattutto quando si cerca visibilità, che si può
raggiungere in maniera esponenziale aprendo una crisi di Governo,
facendo conferenze stampa ed essendo quindi al centro
dell’attenzione.
Questo
senso di responsabilità che i dimissionari non hanno avuto continua
però ad essere necessario. Questo senso di responsabilità vorrebbe
che si cercassero di evitare le elezioni in pendenza delle
fondamentali scadenze che ci attendono. Non so se si riuscirà ad
arrivare a questo obiettivo, io non credo che le elezioni oggi siano
così utili e spero che si possano evitare per puntare a raggiungere
gli obiettivi che sono a portata di mano. Naturalmente se ci saranno
soluzioni credibili, possibili e nel rispetto della legge elettorale.
Diversamente
ci saranno le elezioni e vedremo cosa ne penseranno gli elettori.