INTERVENTO SU DIMISSIONI CASALI E MORRI - 18 luglio 2012



Poche parole su questo comma.
Mentre in un caso non ho ancora ben capito le motivazioni delle dimissioni, nell'altro caso siamo di fronte ad una scelta politica pienamente legittima di un partito che si è visto escluso o non pienamente considerato in un processo di alleanze di cui invece desiderava essere parte, quello che l'avrebbe visto in coalizione con la Dc. Una coalizione preferibilmente senza alcuni dei partiti che oggi fanno parte del Patto, ma in mancanza anche assieme in un’alleanza molto allargata. Parole e prospettive che non mi invento io ma che sono state ampiamente annunciate e rese note sugli organi di stampa. Per il bene del Paese naturalmente. E perchè il Paese ha bisogno del dialogo fra le forze più rappresentative, altrettanto naturalmente.
Queste prospettive politiche immaginate e non concretizzate, almeno per ora, sono alla luce di questa crisi. Questo dobbiamo dirlo chiaramente. E del resto gli stessi Segretari dimissionari non ne hanno fatto mistero nei loro interventi. Anche perché a livello programmatico fino a ieri non erano emerse divergenze sostanziali e quindi osservazioni tardive su questo aspetto sanno di strumentale.
Come dicevo è tutto pienamente legittimo, ed è bene che sia stato palesato agli elettori perché ogni forza politica fa le scelte che crede.
Io solo una cosa voglio chiedermi: se è giusto che di fronte alle poche ma importantissime scadenze che il Paese ha davanti, in particolare l'esame Ocse che è essenziale per l'uscita dalla black list ma anche una finanziaria che dovrebbe cercare di portare il bilancio più vicino possibile al pareggio, sia utile interrompere la legislatura e andare a elezioni per queste motivazioni. Si parla spesso di senso di responsabilità e di nuova etica politica. Responsabilità ed etica vorrebbero che, pur di fronte a prospettive politiche diverse per il futuro, si privilegi il Paese.
In quest’ottica non mi avrebbe per nulla scandalizzato che i due partiti avessero detto “annunciamo che non condividiamo il percorso di coalizione che è stato immaginato, e che in futuro non ci saremo. Ma adesso il Paese ha bisogno di raggiungere ancora alcuni obiettivi, per cui cercheremo di dare continuità al Governo e alla legislatura senza fare colpi di testa e votando ciò che condividiamo e che serve al Paese”. Un discorso di questo tipo forse avrebbe fatto poco notizia o non sarebbe stato impattante ma avrebbe configurato un gesto di enorme responsabilità, e avrebbe dato uno schiaffo a tanti in quest'aula. Ma i gesti di responsabilità stanno spessissimo nelle corde vocali, poche volte nei fatti. E quest'ultimo caso non fa eccezione. Soprattutto quando si cerca visibilità, che si può raggiungere in maniera esponenziale aprendo una crisi di Governo, facendo conferenze stampa ed essendo quindi al centro dell’attenzione.
Questo senso di responsabilità che i dimissionari non hanno avuto continua però ad essere necessario. Questo senso di responsabilità vorrebbe che si cercassero di evitare le elezioni in pendenza delle fondamentali scadenze che ci attendono. Non so se si riuscirà ad arrivare a questo obiettivo, io non credo che le elezioni oggi siano così utili e spero che si possano evitare per puntare a raggiungere gli obiettivi che sono a portata di mano. Naturalmente se ci saranno soluzioni credibili, possibili e nel rispetto della legge elettorale.
Diversamente ci saranno le elezioni e vedremo cosa ne penseranno gli elettori.