INTERVENTO SU RATIFICA ACCORDI CON l'ITALIA - 20 giugno 2012


LA RECESSIONE COME EFFETTO DELLA CRISI DEI RAPPORTI
Ciò che oggi arriva in aula è sicuramente il frutto dolce di un percorso difficile e travagliato, che ha avuto momenti davvero critici e sul cui sfondo si è mossa e si muove la profonda recessione economica che San Marino sta vivendo in questi anni. Una recessione che, io sono convinto, San Marino avrebbe potuto subire in misura molto minore se non ci fossero stati i problemi nei rapporti col vicino italiano, culminati nella black list e nell’affidamento della materia dell’esterovestizione agli umori delle procure piuttosto che ai competenti organi politici.
ATTEGGIAMENTO SCHIZOFRENICO DEL CONSIGLIO...
Questo Consiglio ha avuto un atteggiamento molto schizofrenico sull’argomento, facendo diventare elemento di polemica e demagogia politica ciò che doveva essere motivo di unione di tutto il Paese.
Quando il Governo, nel 2009, in pieno rischio di blocco dei pagamenti, tentava di chiudere in fretta la trattativa, a costo di cedere qualcosa, l’opposizione accusava di cessione di sovranità e chiedeva contropartite per la firma: lo stesso accordo parafato nel Giugno 2009, che è di fatto quello che andiamo a ratificare oggi, fu interpretato da molti come una cessione intollerabile di sovranità.
Poi, col passare del tempo, è stata l’opposizione a porsi come parte più “diplomatica” nella partita, nel frangente in cui il Governo ha tentato di alzare la voce, anche con la famosa conferenza stampa a Roma: in quel frangente il Governo accusava l’Italia di non rispetto della sovranità di San Marino, mentre l’opposizione chiedeva prudenza e disponibilità a chiudere l’accordo anche a patto di cedere qualcosa.
Poi ci fu un terzo breve ribaltamento di fronte quando, nei primi tempi del Governo Monti, il Governo è tornato a dirsi disponibile alla firma e l’opposizione chiedeva di conoscere il contenuto degli accordi prima di dare il suo assenso. Oggi ho visto la quarta puntata, in cui, con Accordi firmati da pochi giorni, si comincia già a chiedere la luna e a sottolineare tutto quello che manca.
In mezzo a tutto questo hanno mostrato molta più responsabilità le parti sociali, a parte alcune frange estreme del sindacato: sia da buona parte dei sindacati che dalle associazioni imprenditoriali e persino da quelle bancarie è arrivato sostegno e riconoscimento al lavoro che si stava facendo e anche in alcuni casi aiuto per una più rapida conclusione dello stesso.
ACCORDI DANNO IL QUADRO DI UNA NUOVA ECONOMIA
Oggi siamo qua a valutare accordi che ovviamente non sono il meglio del meglio per noi, ma che vengono abbastanza largamente riconosciuti come buoni accordi, specie considerando le condizioni in cui ci trovavamo e ci troviamo.
Questi Accordi sono una base per avere meno finanza tradizionale di raccolta e più impresa capace di competere nel mercato, acquisendo partecipazioni, compiendo investimenti finanziari e vendendo beni e servizi in Italia, oltre che all’estero. Sono una base per avere un progetto economico molto diverso, più solido e più accettabile a livello internazionale di quello che abbiamo avuto fino a ieri e che qualcuno tanto rivorrebbe.
ACCORDO CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI
L’articolo 4 e 5 dell'Accordo contro le Doppie Imposizioni, che definiscono la residenza fiscale e la stabile organizzazione, sanciscono che, in caso di dubbi, la residenza di un’impresa è nel luogo dove essa ha la sede della direzione effettiva e che si ha stabile organizzazione in Italia solo in certi casi determinati, tra i quali non figura il fatto che il mercato di riferimento sia nell’Italia stessa. Alla luce delle recenti decisioni delle procure italiane, questo rappresenta un passo di enorme portata per facilitare l’insediamento in territorio di imprese serie che vogliano vendere in Italia, attratte dalla nostra fiscalità.
L’articolo 10 sui dividendi, poi, facilita l’insediamento in territorio di holding di partecipazioni societarie, perché assoggetta ad imposizione solo nel nostro Paese i dividendi da loro percepiti in Italia: questo potrebbe essere molto attrattivo per quei potenziali investitori che, dall’Europa e da fuori Europa, vogliono investire in Italia ma sono spaventati dalla sua tassazione.
L’articolo 11 sugli interessi, inoltre, riduce, e in alcuni casi annulla, la tassazione applicata in Italia sugli interessi pagati a società sammarinesi in conseguenza di investimenti finanziari: questo potrebbe semplificare l’insediamento di quelle imprese finanziarie avanzate, fondi pensione, fondi di investimento che da anni diciamo di voler attirare.
Abbiamo un quadro positivo che ci può permettere di ritagliarci delle nicchie di mercato importanti.
ACCORDO ECOFIN HA ANCORA SENSO?
Dal punto di vista del settore finanziario tradizionale, l’articolo 11 in materia di interessi non ci favorisce, perché di fatto assoggetta a imposizione i percepenti gli interessi nel loro Stato di residenza. Occorre chiedersi se abbia senso, alla luce di questo, mantenere in piedi l’accordo Ecofin, che prevede il versamento in Italia del solo 75% della ritenuta alla fonte operata sugli interessi, in cambio del mantenimento a beneficio del cliente di un segreto bancario che oramai è superato nei fatti. Chiedo se c’è l’intenzione o meno di mettersi ad un tavolo a discutere della riscrittura o dell’uscita da questo accordo, almeno nei confronti dei risparmiatori italiani.
ACCORDO DI COLLABORAZIONE FINANZIARIA E MEMORANDUM FRA BANCHE CENTRALI
Per le imprese finanziarie tradizionali credo che con questo accordo possono aprirsi interessanti nicchie di mercato solo se si giungerà in tempi brevi alla firma del memorandum fra le Banche Centrali di San Marino e Italia e se in quel memorandum sarà prevista la possibilità per quelle sammarinesi di acquisire partecipazioni in imprese finanziarie italiane, diventando imprese capogruppo e potendo quindi usufruire del già citato vantaggioso articolo in materia di dividendi. Questo naturalmente potrà essere concesso non solo in cambio della piena attuazione dello scambio di informazioni ma anche, ovviamente, di concessioni in materia di Vigilanza bancaria, comprese le ispezioni congiunte e lo scambio di informazioni fra Autorità di Vigilanza in presenza di gruppi bancari transnazionali. Questo, fra l’altro, è quello che impone l’Accordo di Collaborazione Finanziaria, da qualcuno frettolosamente bollato come lesivo della nostra sovranità ma che invece rappresenta una logica conseguenza dell’apertura dei mercati per le nostre imprese finanziarie.
Vorrei sapere dal Segretario a che punto siamo rispetto alla firma di questo memorandum fra Banche Centrali e, riguardo all’Accordo di Collaborazione Finanziaria, come sta andando il recepimento di tutte le normative e direttive citate nell’Accordo stesso, da quelle antiriciclaggio a quelle contro gli abusi di mercato. Ed inoltre, come stia procedendo l’integrazione nel Sistema dei Pagamenti Europeo, alla luce della nuova Convenzione Monetaria recentemente firmata.
ACCORDO DI COOPERAZIONE
Dell'Accordo di Cooperazione abbiamo parlato più volte, credo che dovremmo sfruttarne maggiormente le potenzialità in particolar modo in materia di gestione dell'aeroporto, dove credo dovremmo investire molto di più e cercare di ottenere collegamenti verso i Paesi con cui vogliamo avere relazioni non solo turistiche, ma anche economiche e finanziarie. E che dovremmo poi metterci subito al tavolo con gli enti locali competenti nella gestione dei collegamenti dall'aeroporto di Miramare alla nostra Repubblica, come specificato dall'articolo 5 dell'Accordo.
E che, allo stesso modo, sarebbe opportuno essere più incisivi nella concretizzazione del progetto del Parco Scientifico e Tecnologico perchè, a distanza di anni, ancora sappiamo davvero poco su dove nascerà, su quali settori si incentrerà, su quale supporto dovrà dare l'Università e su quale crescita dovrà avere la sua attività di ricerca, sul trattamento fiscale, e così via. Lo sottolineo perchè credo in questa possibilità, e vorrei che vedesse la luce.
Aeroporto, viabilità e parco tecnologico, oltre all'Università per cui è già stato firmato e ratificato quello che io credo essere un ottimo accordo, sono alcuni dei punti che potrebbero dare opportunità a San Marino e che finora non siamo riusciti a cogliere appieno. Ora, con la ratifica degli Accordi che speriamo veloce anche in Italia, speriamo di riuscire a farlo.
CONGRATULAZIONI FINALI PER I RISULTATI RAGGIUNTI
In conclusione, le mie congratulazioni a chi ha seguito in questi anni le trattative, a chi ha subito ogni tipo di critica, a chi è stato accusato di incapacità e più volte invitato a dimettersi, a chi si è dovuto sentire responsabile di una crisi di rapporti che aveva origini ben più lontane nel tempo. A chi, oggi, porta a casa 3 accordi molto importanti e forse, domani, un percorso di integrazione concreto e fattibile con l'Unione Europea su cui qualcuno da anni fantastica senza mai arrivare ad un punto di realtà. Un percorso che è per noi importante tanto quanto quello con l'Italia.